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mercoledì 21 settembre 2011

Firma Cgil: disobbedienza organizzata




Firma Cgil: disobbedienza organizzata

di Giorgio Cremaschi





La decisione della segreteria della Cgil di apporre la firma
all’accordo del 28 giugno, senza consultazione, è una gravissima
violazione dello Statuto e, per questo, nessuno dell’organizzazione
può ritenersi impegnato nel rispetto di tale atto. Ancor più grave è
il  fatto che si sia firmato l’accordo quando la sentenza sulla Fiat
del giudice di Torino ha chiaramente affermato che quell’intesa
autorizza le deroghe al contratto nazionale. Oltre a ciò,
naturalmente, resta la spada di damocle dell’articolo 8 della manovra
del governo, che trasferisce la deroga dal contratto alla legge, in
particolare allo Statuto dei lavoratori. Di tutto questo non c’è
traccia nella scelta della decisione della segreteria della Cgil di
apporre la firma conclusiva. Le ridicole assicurazioni da parte della
Confindustria che non si avvarrà della legge lasciano il tempo che
trovano e, in ogni caso, non impegnano alcuna azienda, alcuna altra
organizzazione padronale.

E’ quindi, quello della segreteria della Cgil, un cedimento
gravissimo, che viene nascosto dal clima di crisi generale del paese e
dalla catastrofe del governo Berlusconi, ma che non per questo
danneggia meno i diritti dei lavoratori e la libertà di
contrattazione. Tutto è in discussione nel mondo del lavoro, i diritti
e le libertà fondamentali, e questa firma è solo un atto di
rassegnazione e di opportunismo nella speranza che un governo che
succeda a Berlusconi riduca i danni dell’articolo 8.

Il cedimento della segreteria della Cgil viola le regole ma anche lo
spirito profondo dell’organizzazione. Abbiamo già chiesto più volte le
dimissioni della segretaria generale, sapendo bene di essere una voce
isolata nei gruppi dirigenti. A questo punto, nel rinnovare la
richiesta, possiamo solo dire che ci impegniamo nella disobbedienza
organizzata nei confronti di questo accordo.



21 settembre 2011

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