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lunedì 3 ottobre 2011

Cantiere Italia - la postilla di Eddyburg

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LA POSTILLA DI EDOARDO SALZANO 

Quanto ci piacerebbe se chi parla o scrive di una cosa tenesse presente tutti gli aspetti di quella cosa! Nella fattispecie ci piacerebbe se, quando si parla dell’industria edilizia, delle difficoltà che essa attraversa oggi e delle prospettive per il suo futuro si tenesse conto anche dei danni che la sua abnorme espansione ha provocato. Danni al territorio, ai suoi abitanti, all’economia. Se non si parte da questo tutte le scelte ce ne conseguono sono sbagliate. Ci piacerebbe che si ricordasse sempre che il peso dell’edilizia nel sistema italiano deriva in larghissima misura nel fatto che questo settore dell’industria è lo strumento per rendere possibile il trasferimento di ricchezza dal pubblico e dal comune al privato mediante la mediazione di due fenomeni, poderosi in Italia più che altrove : le distorsioni nell’assegnazione e nella gestione degli appalti di opere pubbliche, che consentono ai “capitalisti” del mattone e del cemento di ottenere elevati profitti senza correre rischi; la legislazione e la prassi dell’urbanistica, che consentono, soprattutto nei decenni più recenti, di accrescere consistentemente gli incrementi della rendita immobiliare e la sua privatizzazione. Così come quando si parla dell’industria meccanica e del suo futuro bisogna ipotizzare un futuro con enormemente meno automobili di quelle che circolano oggi, così bisognerebbe pensare a un’industria delle costruzioni che ampli il suo impegno in settori oggi minoritari, se non quasi evanescenti, come la manutenzione edilizia e urbana, la sistemazione dei terreni extraurbani, i sistemi di mobilità collettiva, il restauro dei beni culturali. Nel dibattito sulla crisi finanziaria (sulla crisi del finanzcapitalismo) sono emerse molte proposte su questo tema; ne abbiamo registrate diverse su eddyburg. Ma esse stentano a diventare pensiero comune. Forse perché sono rivoluzionarie. Poiché implicano che prevalga un’economia che sia finalizzata al ben essere dell’uomo e della società, che sostituisca quella basata della finalizzazione dell’uomo all’arricchimento dei già ricchi e al dissolvimento della società. 


FONTE: www.eddyburg.it

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