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giovedì 20 ottobre 2011

In questa piazza riprende la parola il lavoro e la democrazia

In questa piazza
riprende la parola
il lavoro e la democrazia


LOTTEREMO con voi, con le lavoratrici e i lavoratori, con la Fiom, alla Fiat e a Fincantieri, nelle
fabbriche e nelle piazze di questo paese.
LOTTEREMO contro Marchionne e contro la vergognosa complicità del governo Berlusconi.
Mentre la Fiat chiude la CNH, l’Irisbus, Termini Imerese ed è sempre più incerto il futuro, invece di
pretendere risposte per l’occupazione, il governo ha regalato alla Fiat, prima il suo sostegno per
demolire i diritti a Pomigliano e Mirafiori, e poi lo scandalo dell’articolo 8. Una mostruosità che in
poche righe fa carta straccia del contratto nazionale e dei diritti del lavoro, di tutte le conquiste del
movimento operaio.
LOTTEREMO contro la politica di Fincantieri, ancora più inaccettabile perché a farla è una azienda
pubblica. Lotteremo per i posti di lavoro, per un patrimonio industriale strategico, per un futuro
sostenibile. Perché non è accettabile che non si metta in campo un piano per la mobilità che trasferisca
il trasporto merci sulle autostrade del mare, privilegi il trasporto pubblico nelle città rinnovando il
parco autobus, la produzione di auto non inquinanti.
LOTTEREMO contro il governo Berlusconi, contro le politiche della BCE e chi vuole far pagare la crisi
del capitalismo a chi l’ha già pagata: le lavoratrici e i lavoratori, i precari, gli studenti, i migranti.
Contro chi vuole distruggere i diritti del lavoro, lo stato sociale, la democrazia e il futuro.
VOGLIAMO
Rispedire al mittente la lettera della BCE: il loro debito non lo paghiamo. Colpire la speculazioni si
può se si vuole: imponendo alla BCE di comprare direttamente i titoli degli stati, tassando le
transazioni finanziarie, proibendo le vendite allo scoperto.
Che paghi chi non ha mai pagato: ci vuole una patrimoniale a fronte dello scandalo dell’1% degli
italiani ricchissimi che possiede lo stesso patrimonio del 60% della popolazione. Per diminuire le
tasse su salari e pensioni, per il reddito sociale.
Politiche industriali pubbliche: un piano per la mobilità sostenibile, le fonti rinnovabili, la riqualificazione
delle produzioni. Si deve difendere l’occupazione, si possono creare non meno di mezzo milione
di nuovi posti di lavoro. Le risorse vanno prese dal taglio delle grandi opere come la Tav in Val di
Susa, il Ponte sullo Stretto, bloccando l’acquisto degli F35 e le missioni militari in Afghanistan e
Libia.
Un referendum abrogativo per cancellare l’articolo 8 e contro la precarietà. La riconquista del
contratto nazionale senza deroghe. Una legge per il voto vincolante delle lavoratrici e dei lavoratori
su piattaforme e accordi.
In tutto il mondo milioni di persone il 15 ottobre hanno detto che battere il neoliberismo si può e si
deve. La parola che è stata sottratta alla manifestazione di Roma dagli scontri violenti, il tentativo
del governo di usare quella manifestazione per imporre in questo paese
unapesante stretta repressiva, oggi è battuta.

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