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venerdì 4 novembre 2011

Altro che larghe intese. Un’alternativa c’è, a sinistra

Altro che larghe intese. Un’alternativa c’è, a sinistra - ControLaCrisi.org


In queste ore concitate, il dibattito e l’informazione a senso unico sulla “tempesta finanziaria” che si è scatenata al solo annuncio che la democrazia potesse irrompere con un referendum popolare nella prateria del mercato globale, sembrano travolgere ogni cosa. Tra queste, prima di tutte, l’idea stessa che possa esserci un’altra via di uscita.
E allora è il caso di rifare il punto e ragionare. Riepilogando… La Bce chiede all’Italia “misure” per tagliare spesa sociale, diritti, pensioni, impiegati pubblici e stipendi; chiede di eliminare tutele dai licenziamenti e lo stesso contratto nazionale di lavoro; chiede di privatizzare i servizi pubblici e svendere beni e patrimoni collettivi. Confindustria e gran parte degli schieramenti di maggioranza e opposizione, purtroppo con pochi e timidi distinguo, aderiscono convinti al “manifesto” della Bce e sollecitano il governo ad attuarlo. Napolitano invita a fare in fretta e ad una “larga condivisione” delle misure di rigore a senso unico. Bersani e Casini, si dichiarano pronti a fare “responsabilmente” la propria parte. Industriali e banchieri intimano al premier: «interventi immediati o dimissioni». Berlusconi, che ha già annunciato di voler obbedire ai dettami della troika, si appresta ora a varare queste misure infami. Le sue residue esitazioni sono solo legate al timore di perder voti ed alla paura di scivoloni in Parlamento.
Il nostro destino sembra dunque oramai segnato: o ci massacra Berlusconi, come da anni sta facendo, o lo farà una nuova squadra di governo “di larghe intese” che si sta già scaldando a bordo campo.
Invece è proprio questa l’ora di dire basta! E’ ora soprattutto di fare capire che un’alternativa c’è. E’ ora di spiegare che le direttive della Bce, oltre ad impoverire e precarizzare coloro che già pagano la crisi, possono generare solo recessione e peggiorare lo stato dell’economia.
Questo insensato modo di procedere è il frutto avvelenato di maniacali logiche predatorie e dell’inammissibile presa d’atto che dentro l’attuale modello non ci sono soluzioni per la crisi da esso stesso generata.
Un’alternativa pertanto è indispensabile per salvarci dal baratro.

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