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domenica 20 novembre 2011

Congresso PRC Livorno


8° CONGRESSO DEL PRC
DOCUMENTO POLITICO DEL CIRCOLO CENTRO LIVORNO
Il Circolo Centro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea di Livorno nel suo ottavo congresso svoltosi il 18 novembre 2011 ha discusso e analizzato la difficile fase politica attuale.

La crisi provocata dagli affaristi che operano nelle speculazioni finanziarie e la nuova suddivisione del mercato del lavoro internazionale, permette ai grandi gruppi finanziari di attentare alla sovranità degli stati e di liquidare diritti sociali delle popolazioni europee. Si spostano quote di ricchezza dai salari alle rendite e ai profitti, depotenziando la partecipazione democratica dei popoli, per cancellare diritti fondamentali nel mondo del lavoro e lo “Stato Sociale” nel continente europeo la dove era più avanzato.

La crisi evidenzia quindi una questione socio-economica cui si affianca una questione democratica che in Italia, produce effetti ancora più devastanti per le contraddizioni strutturali della nostra economia (alto debito pubblico, debolezza della struttura produttiva aziendale, disomogeneità tra le diverse regioni del paese, scandalosa evasione fiscale); la debolezza di una casta politico-istituzionale screditata che genera pericolosi fenomeni di antipolitica; il disorientamento e la frammentazione della sinistra.

Senza entusiasmo brindiamo alla caduta di Berlusconi principalmente per opera dei potentati economici internazionali. Oggi nasce così il governo Monti, un governo purtroppo di unità nazionale, governato direttamente dai banchieri (come in Grecia), coinvolgendo e rendendo subalterno il polo di centrosinistra. Il nostro compito è di far saltare questo disegno neoliberista, contrastando le misure economiche che saranno alla base di questa compagine cosiddetta “tecnica” un compito assai difficile se non troviamo una sintonia tra il variegato movimento del 15 ottobre e le forze di sinistra.
Occorre contrastare gli effetti della crisi con una nuova gestione dei beni comuni come affermazione della democrazia partecipata per l’uscita dal capitalismo sia privato che di stato. Utilizzare, cioè, la crisi della finanza speculativa e i suoi effetti per rilanciare un modello di produzione reale e di socialità compatibile (nel rapporto natura/economia e bisogni sociali), costruendo un percorso di proposte spendibili per la riappropriazione dell’autonomia della politica dal mercato. Esempi concreti stanno già all’interno di alcune nostre proposte: la Tobin Tax, la patrimoniale (intesa come ridistribuzione del reddito, ma anche come strumento concreto di lotta all’evasione e elusione fiscale), investire soldi pubblici nelle aziende strategiche (oggi messe in crisi dalle speculazioni e dalle politiche neoliberiste), il ritiro immediato dei nostri militari dagli scenari di guerra (nel rispetto costituzionale), il blocco delle grandi opere inutili (ponte sullo stretto e TAV) per recuperare risorse e investire nel risanamento e messa in sicurezza del territorio.

Vogliamo le elezioni politiche e un referendum popolare sulle misure che ci impone l’Europa degli accordi di Maastricht.

IL PRC in sintonia con la Federazione della Sinistra è contraria al GOVERNO MONTI e favorevole, invece ad elezioni politiche prima possibile.
I comunisti non possono rimanere indifferenti a fronte di una vera e propria macelleria sociale fanno appello a tutte le forze democratiche, politiche e sociali, per stipulare, a partire dai territori, un patto di fronte democratico per sbarrare il passo alle destre.


Alcune misure fondamentali di difesa del potere d'acquisto delle masse popolari, e di difesa dei diritti dei lavoratori, su cui dovrebbe essere possibile trovare un minimo comune denominatore tra tutte le forze democratiche e antifasciste.
E' indispensabile lavorare da subito alla costituzione di un polo di sinistra che si batta per la democrazia economica, e per un sistema produttivo, diffuso, autocentrato sui territori; che promuova l'autogoverno dei saperi, dei servizi pubblici e dei territori, restituiti alla loro natura i beni comuni; che adotti consumi più sobri e meno aggressivi verso l'ambiente: non la rinuncia ascetica tanto meno la miseria cui la finanza sta condannando il 99% della popolazione mondiale, bensì un graduale passaggio dal consumismo selvaggio a un consumo responsabile e informato, fuori dalla finta necessità imposte dalla pubblicità e dalle mode. Un consumo intelligente, solidale e condiviso: per esempio, gli acquisti effettuati attraverso processi partecipati, gruppi di acquisto popolare (GAP e/o GAS) o attraverso servizi di utilità sociale (il Partito Sociale e le Brigate di Solidarietà Attiva), incentivando la filiera corta.

Oggi ci chiedono di risanare i conti dello Stato, ma deve essere chiaro che i soldi dei “sacrifici lacrime e sangue” si devono pretendere da chi le lacrime le ha imposte al paese e il sangue lo ha da sempre succhiato a suo profitto e interesse personale, altrimenti questa salvezza nazionale non sarebbe più la salvezza di tutti ma esclusivamente quella dei privilegiati (“privilegio: vantaggio che consente di sottrarsi a determinati obblighi sociali”).

I tagli da fare devono essere indirizzati verso le partecipate e gli enti inutili, spesso strumenti di sottogoverno a fini clientelari e delle vere e proprie officine di corruttele, respingendo il tentativo in atto di ridurre gli spazi di democrazia e partecipazione con tagli agli Enti Locali a partire dalle circoscrizioni e con il dimezzamento del parlamento, si dovrebbe invece dimezzare le indennità e non i seggi.

La corruzione all’interno delle istituzioni pubbliche, nazionali e locali, l’evasione fiscale, l’assalto alla ricchezza pubblica, dentro gli apparati di potere pubblico, dilapida(secondo le stesse fonti istituzionali) almeno 200 miliardi annui: anche qui, con mezzi facilmente individuabili è possibile un recupero che, anche fosse solo del 20%, metterebbe a disposizione 40 miliardi di euro. Che tuttavia è solo una parte dell’enorme danno che deriva al Paese dal degrado morale, dal discredito, dalla dignità delle istituzioni ogni giorno offesa.
Tutti ricordiamo il regalo fatto ai signori dello “scudo fiscale” con la tassazione al 5% anziché al 30%, pretendere la restituzione di quel 25% frutterebbe al bilancio dello Stato la cifra di 27 miliardi.
Autorevoli esperti stimano tra i 300 e i 400 miliardi di euro l’evasione fiscale annua. I mezzi per combatterla si conoscono e sono realizzabili in tempi rapidi, recuperare l’evasione fiscale anche solo per il 20% significherebbe recuperare circa 70 miliardi annui. E’ del tutto evidente che senza contrastare l’evasione fiscale non ci sarà mai un briciolo di equità e giustizia, ma continuerà a prevalere la logica della rapina sociale, delle clientele, della “legge” del più forte.

I veri tagli da fare sono alle spese superflue: che non sono le pensioni dopo quarant'anni di lavoro, ma le spese militari e le grandi opere inutili e dannose.

Su questi obbiettivi lanciamo un appello alle forze presenti nella sinistra altermondialista, sono quelle che lavorano nelle associazioni, movimenti, comitati e sindacati (dai No-Tav, No ponte, alla FIOM, al sindacalismo di base, al Forum per l'acqua pubblica, al movimento degli studenti, al movimento di lotta per il diritto alla casa) che da anni si impegnano a promuovere progetti e rivendicazioni tra loro diversi, ma che dovrebbero trovare convergenza nella sostanza e nelle pratiche politiche.

Questo processo può essere fortemente favorito dall'autonomia politica del nostro partito, dalla saldezza della sua identità ideale, dal suo rafforzamento organizzativo.
Il congresso deve favorire un cambio di marcia per la nostra organizzazione.
Dobbiamo aumentare gli iscritti al partito, aumentare la partecipazione, intensificando la produzione e la qualità politica, aprendoci alle nuove istanze emergenti nella società civile, cercando di ricoinvolgere gli ex militanti alle nostre iniziative.
L'eccessiva influenza delle correnti politiche presenti al nostro interno può e deve essere contrastata: i nostri dirigenti devono essere eletti con una discussione unitaria, partecipata e collegiale all'interno della quale ognuno si senta libero di avanzare proposte senza vincoli di appartenenza o timidezze indotte, il partito deve rappresentare nel concreto della pratica politica il primo luogo dove esercitare la democrazia del conflitto e la militanza al suo interno un percorso di liberazione diffusa contro questo sistema che ci chiede sacrifici in cambio di ubbidienza eterodeterminata.
La democrazia deve essere il cardine della nostra organizzazione in un quadro di pluralismo e di valorizzazioni delle differenze, con pratiche di rispetto capaci di garantire omogeneità politica e organizzativa.

Il Partito della Rifondazione Comunista deve adoperarsi con convinzione per rafforzare la FEDERAZIONE DELLA SINISTRA sul territorio, tuttavia senza sottovalutare le differenze tattiche e strategiche che ancora animano le differenti componenti e a tal fine ritiene ancora necessario garantire i livelli organizzativi del partito, i suoi circoli e la sua autonomia organizzativa, un patrimonio (allo stato attuale il più rappresentativo all’interno della Federazione) che nonostante le difficoltà passate e presenti ha saputo comunque garantire continuità di presenza attiva sul territorio e di opposizione autonoma alle logiche neoliberiste, speculative e depressive.
Questo rafforzamento organizzativo unitario troverà il suo naturale coronamento in un impegno risoluto del partito su questioni di politica locale: come l'ospedale; la campagna “perdi il lavoro Perdi la casa” con l’Unione Inquilini e i giovani precari; la lotta per imporre la Patrimoniale; la gestione pubblica partecipata per acquabenecomune, mobilità urbana, sanità, raccolta differenziata all’interno della strategia zero rifiuti; il contrasto alle politiche urbanistiche della giunta comunale invasive e dannose per l'ambiente, la società civile strategicamente inadatte a liberare nuove energie per produrre opportunità di occupazione.

Coscienti che da soli non ce la potremo fare, pur nel riconfermare la nostra opposizione alle attuali amministrazioni (Provincia e Comuni), vogliamo però tenere aperto un dialogo politico con tutte le forze di sinistra e democratiche.

Il “Circolo Centro” del Partito della Rifondazione Comunista, valutato con preoccupazione il nuovo scenario che si sta aprendo con il governo Monti e più in generale il degrado dell’attuale geografia politica, affida al nuovo direttivo il compito di rilanciare l’iniziativa e rafforzare le proprie forze militanti, di tenere aperto il dialogo con tutta la sinistra con particolare attenzione ai soggetti sociali emergenti e alle nuove espressioni di pratiche politiche.

Livorno 18 novembre 2011



Comunicato stampa

Risoluzione congressuale del Circolo Centro di Rifondazione Comunista a sostegno e solidarietà attiva alle popolazione colpite Campo nell’Elba, Marciana e Procchio, colpite dalla drammatica emergenza dell’alluvione.

L’assemblea congressuale del Circolo Centro di Rifondazione Comunista, all’interno del dibattito e in riferimento specifico alla necessità di uscire dalle continue emergenze territoriali con politiche e individuazioni di risorse per la messa in sicurezza del nostro fragile territorio, esprime vicinanza e solidarietà attiva alle popolazione di Campo nell’Elba, Marciana e Procchio, colpite dai drammatici accadimenti prodotti dell’alluvione.

Ritiene che tali eventi non possano più considerarsi come fatti straordinari e comunque mai causa di fattori imprevedibili, ma al contrario il prodotto di una cattiva politica e gestione sbagliata del nostro eco sistema.
Anche questo evento era facilmente prevedibile, come da molti studi e allarmi attivati dalle associazioni ambientaliste, in particolare dalla Lega Ambiente a seguito del nubifragio del 2002 e i molteplici allagamenti che si sono succeduti nella Piana di Campo e un po’ in tutta l’Elba.

Condanna senza scusanti possibili, le scellerate scelte di piani urbanistici basati principalmente su criteri clientelari piuttosto che di attenzione scientifica alle compatibilità e sostenibilità naturali in riferimento alle specificità dei territori interessati. Si è andati avanti con l´edilizia contrattata a volte persino sollecitata con le deroghe, con i Piani di Edilizia Economica e Popolare (Peep) come quelli finiti sott’acqua a Campo nell’Elba che in gran parte sono in realtà case vacanze, costruiti in aree già esondate e dove i fossi messi totalmente o parzialmente in sicurezza sembrano di nuovo esondati.

Poiché è comunque impossibile impedire alla natura di riprendersi ciò che gli appartiene, nella speranza che inizi a maturare una maggiore sensibilità, sia dalla politica che dai residenti, confidando nel fatto che da certi errori sia possibile trarne comportamenti e scelte conseguenti, al fine di integrare il contributo della Regione Toscana, sollecita l’amministrazione provinciale di Livorno come segno di aiuto concreto di solidarietà, di destinare un contributo pari a €200.000 finalizzato alla ripresa economica e occupazionale delle attività produttive sui suddetti territori, cosi come richiesto da una mozione che verrà votata in consiglio provinciale e sottoscritta da molti consiglieri di diverso orientamento politico!

Capogruppo Provincia di Livorno PRC Silvio Lami
Livorno 18 novembre 2011

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