CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Vicenda Inceneritore di Castelfranco di Sotto. Risposta in aula all’interrogazione Fed. Sinistra – Verdi. Sgherri e Romanelli:”La risposta non scioglie i nodi che ponevamo. Continuiamo a ritenere necessari ulteriori approfondimenti”
Firenze, 22 novembre. Vicenda inceneritore di Castelfranco di Sotto (Pisa). Continuiamo a ritenere che siano necessari ulteriori approfondimenti in merito alle autorizzazioni relative all’impianto in questione in quanto, anche dalla risposta alla nostra interrogazione, ci pare non siano stati sciolti i nodi che essa poneva. D’altra parte che si tratti di questione delicata lo dimostrano sia il parere della dirigente provinciale di Pisa a conclusione della conferenza dei servizi, che esprime la propria difficoltà a concludere il procedimento di rilascio dell’atto autorizzatorio, sia i pareri negativi dei consigli comunale di Castelfranco e provinciale di Pisa
Così Monica Sgherri e Mauro Romanelli – Capogruppo e Consigliere di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale – a seguito appunto della risposta all’interrogazione in merito giunta oggi in aula da parte del presidente Rossi.
Nodi non sciolti – spiegano Sgherri e Romanelli – in particolare su due questioni che essa poneva. Il primo legato alla necessità, a nostro avviso, di una variante urbanistica per realizzare l’impianto nell’area individuata, in quanto il piano strutturale comunale vi prevede realizzazioni di “impianti non inquinanti”, caratteristica che non può certo ascriversi ad un inceneritore.
Il secondo l’esclusione del progetto dalla Valutazione di Impatto Ambientale, che suscita dubbi in quanto, come sopra ricordato, si tratta certo di impianto da effetti inquinanti, elemento questo che trova certo conferma nella ampia messe di prescrizioni obbligatorie che sono state poste.
In cambio, riteniamo noi, era stato attivato un processo partecipativo: se il suo esito – negativo sulla realizzazione dell’impianto – non è vincolante secondo la legge regionale sulla partecipazione, certamente meritavano risposte nel merito le motivazioni e i pareri tecnici che sono alla base del diniego.
In merito al primo aspetto suddetto – proseguono Sgherri e Romanelli –, sulla individuazione nell’area di realizzazione – da parte del piano strutturale – di sole “attività non inquinanti” risulta non comprensibile anche l’esclusione da Autorizzazione Integrata Ambientale – siamo di fronte infatti ad un impianto il cui progetto prevede lo stoccaggio, fra l’altro, di 400 tonnellate annue di rifiuti pericolosi. Stoccaggio in un area – come indicato dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno (secondo precisi parametri in merito alla frequenza di possibili eventi d’esondazione) di “zona di pericolosità idraulica elevata”.Autorità di Bacino che esclude l’installazione in aree sondabili, instabili e alluvionabili, prendendo come parametro a tale riguardo la piena con un tempo di ritorno minimo pari a 50 anni, mentre l’area in questione è compresa fra quelle con un tempo di ritorno minore o uguale a 30 anni. Area inidonea, a nostro avviso, quindi da più punti di vista.
Tutto ciò quindi avrebbe dovuto far optare per un attento riesame del corpus autorizzativo e quindi ulteriore approfondimento.
Obbiettivo questo ultimo che si poneva anche la mozione in merito presentata in aula e che quindi abbiamo votato favorevolmente. Una vicenda che di conseguenza continueremo a seguire con il massimo dell’attenzione che merita: essa infatti ci preoccupa notevolmente in quanto, emergendo la sostanziale assenza di risposte in merito alle procedure (come l’esclusione da procedura di VIA ecc), apre un precedente pericoloso nella nostra regione nel momento in cui, in cambio di prescrizioni, si può esonerare dalla procedura di valutazione d’impatto ambientale il progetto di un impianto oggettivamente inquinante.
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