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domenica 3 giugno 2012

Bidoni in mare - ultimi articoli da Il Tirreno


Bidoni in mare - ultimi articoli
da Il Tirreno

BIDONI
L’accusa di Grassi «Volevano coprire il disastro dei fusti» 
L’assessore all’Ambiente: non devono restare in acqua «Grimaldi si sfila? Nuovo tavolo con il Governo» 

VELENI IN MARE»IL RECUPERO DEI BIDONI TOSSICI 


di Federico Lazzotti wLIVORNO «L’impressione che ho avuto è che abbiano cercato di insabbiare il pericolo legato alla caduta dei bidoni tossici in mare. Le mie perplessità derivano dalle prime due mosse: i ritardi nella segnalazione dell’incidente e averlo catalogato come evento ordinario quando invece si tratta di un fatto straordinario e come tale andava gestito con il coinvolgimento fin da subito della Marina militare nelle operazioni di recupero». L’assessore comunale all’Ambiente Mauro Grassi esce allo scoperto con una certezza che fa nascere più di un timore per il futuro dell’emergenza bidoni: caduti a 35 miglia dalla costa livornese il 17 dicembre dell’anno scorso e non ancora recuperati. «La Compagnia Grimaldi – dice – cercherà di togliere dal fondale i 95 fusti tossici individuati e poi si ritirerà». Ecco perché – va avanti – «è bene che le istituzioni mettano in chiaro una cosa: i bidoni non dovranno restare in mare. È vero che per adesso i risultati dei campionamenti su acqua e pesci sono confortanti ma è anche vero che più passa il tempo e più i rischi aumenteranno come spiegano i tecnici di Arpat». L’asse politico sul quale Comune e Provincia cercheranno di fare forza è quello composto da Regione e Ministero. Ecco perché anche ieri si sono intensificati i contatti telefonici tra Grassi e l’assessore regionale Anna Rita Bramerini. Il primo appuntamento è in agenda domani mattina in Comune quando intorno al tavolo per parlare dell’emergenza bidoni si siederanno lo stesso Grassi, l’assessore provinciale Nicola Nista e il responsabile del Dipartimento provinciale dell’Arpat Stefano Rossi. «L’obiettivo – spiegano dal Comune – è convocare al più presto un tavolo tecnico con il Ministero per pianificare il recupero dei 102 bidoni ancora in acqua». Intanto domani inizieranno le operazioni di recupero dei fusti mappati. «Da quando sono stati individuati – va avanti Grassi – sono passati più di due mesi. Il mio timore è che la maggior parte dei bidoni si siano aperti facendo uscire i sacchetti che contengono le sostanze tossiche». L’assessore, infine, ripercorre tutta la vicenda sottolineando gli errori che sono stati commessi nella gestione dell’emergenza. «La Grimaldi nei giorni successivi all’incidente ci ha presentato l’analisi di rischio e non il piano di bonifica, solo in un secondo momento lo ha fatto, ma ormai l’evento era stato catalogato come ordinario, dunque la responsabilità era del privato che aveva fatto il danno, ma in questo modo, visti i costi troppo alti per la bonifica l’emergenza bidoni rischia di andare a finire come i siti di interesse nazionale dove i problemi di inquinamento non vengono risolti». 


DOMANI PARTE IL RECUPERO DEI 95 MAPPATI 
Zona vietata alle barche fino alla metà di luglio 



LIVORNO Sulla nave Sentinel, ancora ormeggiata per poche ore nel porto di Civitavecchia è praticamente tutto pronto per il via alle operazioni di recupero di 95 dei 198 fusti tossici caduti dall’Eurcargo Venezia la notte del 17 febbraio e ritrovati davanti al Calambrone tra il 18 e il 24 febbraio. La Capitaneria di porto, incaricata di supervisionare le operazioni, ha annunciato che domani inizieranno le operazioni di recupero dei fusti dispersi nord ovest dell’isola di Gorgona. Le operazioni partiranno con l’effettuazione da parte del personale a bordo della nave Sentinel, fuori dal porto di Civitavecchia, dei previsti test finali riguardanti i sistemi di recupero e le simulazioni già prescritte, quindi la nave si dirigerà direttamente nella zona delle operazioni di recupero. Altre prove tecniche sono già in corso in queste ore. Il recupero si svolgerà secondo il piano che prevede il posizionamento sul fondo del mare di cassoni metallici stagni dentro i quali (6 per volta) saranno inseriti i fusti e successivamente ermeticamente sigillati e trattenuti a bordo, su un pontone che fornirà assistenza alla nave Sentinel. Il sistema di aggancio dei fusti è stato pianificato dall’impresa trentina Impresub che ha progettato un rov capace di individuare bidoni e sacchetti e prenderli con un braccio meccanico e attraverso una benna. I fusti recuperati saranno quindi trasferiti a Livorno e consegnati a una ditta specializzata per lo smaltimento. Durante le operazioni che si protrarranno presumibilmente fino al 12 luglio, sarà in vigore un’ ordinanza di divieto di navigazione nel tratto di mare interessato. Intanto c’è attesa per gli ultimi risultati dei campionamenti su acqua e pesci.

E Vertenza Livorno: «Cosimi si dimetta» 
Raccolte 1500 firme. E Il movimento annuncia: contro l’inquinamento pronti alla class action 


di Federica Boldrini wLIVORNO Chiedono a gran voce le dimissioni del sindaco Alessandro Cosimi e, in merito alla questione dei fusti tossici, sono pronti a battere la strada della class action se ci saranno le condizioni. Gli esponenti della rete Vertenza Livorno per la difesa della salute e dell'ambiente, fra i quali spiccano i nomi di Gabriele Volpi, Ruggero Rognoni, Rosalba Volpi e molti altri, si sono ritrovati ieri mattina al gazebo della terrazza Mascagni per manifestare la loro preoccupazione e il loro »sdegno per il comportamento dell'amministrazione in questa circostanza e per il continuo rimpallo di responsabilità fra istituzioni, armatore e Capitaneria». L'iniziativa ha avuto un forte valore simbolico e ha lanciato un chiaro messaggio politico: «Abbiamo raccolto circa 1500 firme - entra nel merito Gabriele Volpi - per chiedere le dimissioni del sindaco». Due i motivi principali: «Il tentativo da parte del primo cittadino di nascondere la verità sulle sostanze tossiche contenute nei bidoni e in seguito, un continuo teatrino dove amministrazione, Grimaldi e Capitaneria di Porto si sono rimpallati le responsabilità. Non è stato fatto abbastanza per recuperare e individuare i 102 fusti tossici che non si sa ancora dove siano finiti ed è inaccettabile che le ricerche siano state sospese». Un vero mistero, secondo Rognoni, «che getta una nuova ombra sulla sicurezza e la salute dei cittadini». Vertenza Livorno dunque non si ferma anche se «le firme non saranno depositate in Comune. Farebbero una brutta fine come le 7mila che avevamo raccolto contro il rigassificatore. Piuttosto - precisano - le terremo noi e saranno un simbolo di una richiesta precisa del popolo livornese: Cosimi deve dimettersi». In programma ci sono delle iniziative specifiche per non far calare l'attenzione sulla questione delicata dei fusti tossici. «Ci stiamo organizzando per pianificare un incontro pubblico sull'argomento al quale prenderanno parte diverse associazioni in difesa dell'ambiente e del territorio (dal Wwf a Italia Nostra ndr) e se ci saranno le condizioni - conclude Volpi - tenteremo di portare avanti un'azione di massa per avere risposte dai soggetti coinvolti nella vicenda». 

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