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martedì 26 giugno 2012

Bidoni tossici: arriva la Marina militare


Bidoni tossici: arriva la Marina militare 
La nave idrografica Magnaghi sarà spostata dalla Sicilia alla Gorgona per cercare i 72 fusti ancora non individuati 

VELENI IN MARE 

da Il Tirreno


di Giorgio Carlini 
LIVORNO Adesso è ufficiale: per la ricerca dei bidoni tossici dispersi al largo dell'isola di Gorgona scenderà in campo la Marina militare. «La nave idrografica Ammiraglio Magnaghi - si legge nel comunicato diffuso dal comando di Roma - sarà impegnata nei prossimi giorni nella localizzazione dei fusti non ancora individuati persi in mare dall'Eurocargo Venezia». Così, mentre le operazioni di recupero del materiale rintracciato dalla Sentinel giungono al termine, si può guardare con un po' più di ottimismo ai 72 "contenitori fantasma" che mancano all'appello. La vicenda del cargo mercantile della Grimaldi Lines, che il 17 dicembre scorso perse in mare parte del carico a causa di una violenta mareggiata, è ormai cosa nota. Così com'è nota la lunga scia di polemiche che sono seguite, a cominciare dai ritardi con cui furono fornite informazioni alle istituzioni e ai cittadini dell’area costiera. Tanto che l'episodio fu svelato solo dal “Tirreno”. I successivi rimpalli di responsabilità e la trattativa con la società armatrice per organizzare la bonifica dell’area marina hanno innescato vivaci proteste di partiti, associazioni e di gruppi spontanei di persone riuniti sotto lo slogan «Il mare non è una discarica». Un altro slogan, «Togliete quei bidoni», campeggia invece una petizione popolare cominciata una decina di giorni fa che ha già raccolto oltre 1500 adesioni (tra queste, quella del vescovo Simone Giusti). Dai primi di giugno sono intanto cominciate le operazioni di recupero del materiale (144 obiettivi individuati dal robot, tra 89 fusti pieni, 36 vuoti e 19 sacchetti pieni). Ancora oggi resta però la preoccupazione per i 72 bidoni non ritrovati, persi chissà dove, a una profondità stimata di oltre 400 metri. La Regione, le province e i comuni di Livorno e Pisa nei giorni scorsi hanno inviato al presidente del Consiglio Monti una richiesta affinché il governo si attivasse con tutti i mezzi a disposizione, per consentire il recupero dei fusti nel minor tempo possibile. Ora, finalmente, arriva l'ufficialità dell'impiego della Marina militare. La nave Magnaghi, al comando del capitano di fregata Maurizio De Marte, è dotata di moderne apparecchiature idro-oceanografiche e di sofisticati software per l'elaborazione. Al momento non c'è una data precisa per l'inizio dell'attività. L'unità attualmente sta svolgendo dei rilievi nelle acque della Sicilia. Al più presto sposterà le sue operazioni nei pressi dell' Isola della Gorgona iniziando la ricerca. Resta da decidere chi pagherà le spese. Nella lettera delle istituzioni si chiedeva che lo stato si rivalesse sulla società armatrice

LE REAZIONI 

Un primo passo positivo che ora deve diventare realtà 


LIVORNO Soddisfazione e cauto ottimismo. Sono queste le reazioni delle istituzioni locali e dei promotori della raccolta firme "Togliete quei bidoni", alla notizia dell'impiego della nave Magnaghi, della Marina Militare, nella ricerca dei fusti del Venezia non ancora individuati. «È una vittoria di governo e di lotta». Così la definisce l'assessore comunale all'ambiente Mauro Grassi, che sottolinea la comunione di intenti tra l'attività politica e quella dei cittadini: «La risposta del governo è un primo successo partito dall'alto e dal basso. Ho apprezzato il movimento popolare che ha portato ai cortei di protesta pacifica e alla raccolta di firme». In parallelo, ricorda Grassi, c'è stata la lettera al premier Mario Monti da parte delle istituzioni. «Anche la senatrice Granaiola ha presentato un'interpellanza. Ciò dimostra la convergenza tra tutti i soggetti. Una pressione convinta, a 360 gradi, che ha sortito l'effetto sperato». «La Marina - conclude - può essere la svolta in questa ricerca». Soddisfatto anche Giorgio Kutufà: «L'intervento della Magnaghi - afferma il presidente della Provincia - è frutto della pressione esercitata a livello locale da tutti quanti, cittadini e istituzioni, mossi dal comune obiettivo del recupero dei fusti. L'impiego della Marina dimostra anche la sensibilità del Governo su questo problema. Mi auguro - chiude Kutufà - che a coronamento della risposta positiva ci sia la buona riuscita di un'operazione comunque complicata». E poi ci sono loro, i comuni cittadini che per difendere un patrimonio prezioso come il mare di Livorno si sono dati da fare attivamente. «Quella dell'impiego della Marina Militare è una notizia che ci rende felici e che ci sprona a continuare con maggiore intensità il nostro lavoro», commenta Francesco Gazzetti, a nome di tutti i promotori della raccolta di firme "Togliete quei bidoni!". «La decisione di proseguire le ricerche - continua - è molto importante, e va nella direzione indicata dai livornesi. Ora però è il momento di moltiplicare le forze. I fusti non dovranno essere solo cercati e trovati, ma anche recuperati il prima possibile». La raccolta firme vuole essere uno strumento a disposizione dell'intera città, per mantenere alta l'attenzione sulla vicenda. Per questo i promotori dell'iniziativa danno appuntamento a tutti gli interessati per domani, alle 17.30, alla libreria "Gaia Scienza", dove si svolgerà un incontro dedicato al mondo dell'associazionismo e della cultura. «Sarà l'occasione per discutere delle ultime novità - spiega Gazzetti - e per raccogliere nuove firme». L'appello può essere anche sottoscritto on-line tramite il sito www.firmiamo.it/togliete-quei-bidoni-1. L’assessore provinciale Nicola Nista si dice soddisfatto del primo risultato raggiunto: « L’azione che abbiamo promosso ha portato a questo importante sviluppo. Nella lettera inviata al Governo presentavamo proprio l'opzione della Marina Militare. La nostra strategia è chiara, non vogliamo lasciare nulla d’intentato». (g.c.)
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