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mercoledì 18 luglio 2012

Acea nella bufera, Moody's taglia la credibilità


LA MULTIUTILITY NELLA BUFERA. Ancora un rating negativo, da Baa1 a Baa2 che arriva dopo le bocciature di Fitch a gennaio e poi di Standard & Poor’s. Alla crisi drammatica di credibilità si aggiunge il crollo del titolo in Borsa: -42 per cento. Insieme alla delibera 32 sulla vendita del 21 per cento ora sono a rischio anche le poltrone dei manager. E Roma Capitale ha debiti che superano i 250 milioni di euro

di Franco di Grazia

C’è il tris nel taglio del Rating, da Baa1 a Baa2, effettuato dall’Agenzia di valutazione Moody’s sul Gruppo Acea. Il rating, è bene spiegarlo, rappresenta il giudizio tecnico complessivo sulla solidità della holding Acea spa, in qualità di gestore dei sevizi pubblici essenziali e di società quotata in Borsa.
Il taglio della agenzia statunitense Moody’s (da Baa1 a Baa2),  segue quello effettuato a gennaio da Fitch (taglio del rating sul debito unsecured “A-“ ) e la sforbiciata pesante di Standard & Poor’s (rating a BBB+, con outlook negativo) dovute all’appesantimento, - malgrado il regime dei “prezzi garantiti” e per i “servizi idrici” il beneficio del monopolio naturale- della situazione della multitutility romana.
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Insomma, l’Acea ha fatto il tris negativo e, a tutt’oggi, non si intravede una via d’uscita dal tunnel nel breve-medio termine. Le esposizioni debitorie sono arrivate a ben 2miliardi e 600 milioni di euro (oltre gli 850 milioni di bond venduti sul mercato , le cui rate pesano sempre di più),  i crediti non incassati (solo da Roma Capitale 250 milioni di euro) che hanno superato il miliardo di euro sulle utenze e prodotti, principalmente, dal default del Sistema informatico, che resta fuori controllo da oltre un anno.
A tutto ciò si uniscono: il calo degli utili registrati dalla trimestrale di marzo, gli sperperi  (sponsorizzazioni  e super premi  ai managers,  per oltre 7 milioni di euro), e il caos organizzativo che preoccupa il personale in servizio, gli investitori ed i creditori (imprese e fornitori). Peraltro, a tutto, ciò s’è aggiunto il crollo del titolo in borsa (-42%) e il ridimensionamento della Capitalizzazione (che ormai stazione sotto il valore di libro).
Lo spread , tra l’altro, non agevola il ricorso al “credito a breve”,  sempre più caro e difficile da ottenere.
Per cui, la mazzata di Moody’s arriva proprio nel momento più critico e chiama in causa anche l’azionista di maggioranza Roma Capitale (51% del capitale) che, in piena crisi della multiutility e del sistema Italia, non può chiamarsi fuori, viste le turbolenze causate dall’avventurosa “decisione” di cedere il 21% delle azioni Acea sul mercato.
E’ giunta l’ora per il Sindaco di scendere con i piedi per terra e di assumere le decisioni necessarie per bloccare la deriva e dare un segnale al mercato: ritirando la famigerata delibera n.32 e sostituendo gli “attuali vertici” della Holding dei servizi essenziali (acqua,energia, termovalorizzazione e illuminazione pubblica) ormai bruciati dagli ultimi eventi  tutt’altro che brillanti.

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