Su www.circolo-centro.it immagini del congresso PRC e relazione del segretario regionale Stefano Cristiano
IL DIO DEI MERCATI ED IL LAVORO INSUBORDINATO : intervento al congresso regionale di Rifondazione Comunista della Toscana.
di Luca Ciabatti
E’ successa nei giorni scorsi a Firenze una cosa importante. Lavoratori e lavoratrici, delegate e delegati di Firenze ma anche della toscana la si sono autoconvocati. Rivendicavano orgogliosamente l’appartenenza a quella organizzazione che è stata un tempo la CGIL di Di Vittorio, hanno alzato la voce.
Lo hanno fatto rinunciando a parlare di ieri, delle divisioni dell’ultimo congresso della CGIL, ed hanno provato a parlare delle condizioni materiali del lavoro, di quello che una volta si diceva lavoro tradizionale, e che già oggi non lo è piu, e di quello nuovo, disperso, disintegrato nei diritti da quella che chiamano modernità.
Lo hanno fatto mettendo insieme esperienze, culture e condizioni diverse.
Lo hanno fatto riunificando nei fatti ed anche simbolicamente le divisioni che hanno attraversato la cgilini questi ultimi anni.
Il lavoro che si organizza, non delega ma mette insieme Rinaldini e Lavoro e società. .
La critica radicale al governo monti, alle forze politiche che lo sostengono è stato il motivo dominante degli interventi.
La cancellazione dell’articolo 18 dello statuto, la controriforma del mercato del lavoro, la controriforma delle pensioni, la cancellazione dei diritti dei lavoratori pubblici che si annunciano già dai prossimi mesi, sono le questioni all’ordine del giorno.
L’attendismo della cgil, la sua incapacità di rottura con il Governo e con le forze politiche che lo sostengono, la richiesta dello sciopero generale sono stati il motivo comune di tutti gli interventi.
Il congresso della cgil si è formalmente aperto, dal basso e con il protagonismo delle persone che lavorano.
E’ un episodio, certo , ma dopo la iniziativa nazionale della FIOM da molti sottovalutata, un episodio non irrilevante e, io credo, destinato a moltiplicarsi con l’ accelerarsi della crisi.
Insomma un protagonismo che mette insieme i vecchi ed i nuovi lavori provando ad impedire la cancellazione dei diritti che ancora rimangono, e si pone il tema, anche nei paesi a vecchia industrializzazione, questa è la particolarità sella crisi europea, di come conquistarne di nuovi.
E’ il lavoro che non si rassegna alla sua condizione di nuova servitù, e diventa insubordinato.
La partita è aperta . Il lavoro si organizza e diventa insubordinato non solo nei confronti degli avversari, si organizza e avanza richieste radicali anche nei confronti della sua organizzazione di rappresentanza.
E quel lavoro, senza delegare niente, interroga la politica. Lo fa ancora anche se sempre più con sfiducia.
Ma lo fa ancora. Questo io penso è il tema che si pone a noi.
A quella domanda bisogna dare una risposta, organizzarla in tempi brevi. Ricostruire sintonia tra una proposta di rappresentanza politica ed il vissuto delle persone, i loro bisogni materiali.
Non è facile. La sfiducia è grande nei confronti della politica, di tutta la politica.
Eppure uno spazio è ancora aperto. Non è questione per noi solo di programmi, è anche questione di credibilità.
Ed una sinistra che si costruisce intorno alla opposizione al governo Monti ed a questa idea di Europa è credibile se si offre unitariamente a rappresentare quei bisogni sociali.
Per questo, temendo una accelerazione della crisi del quadro politico, la inconsistenza delle decisioni del vertice europeo di questo fine settimana,ed anzi ulteriori richieste di misure draconiane
per tutti i paesi deboli dell’eurozona credo ci sia bisogno di una accelerazione della nostra azione politica.
Per questo ritengo necessario prevedere all’inizio di settembre, se non prima , a secondo del precipitare della situazione , una iniziativa di tutta la sinistra di opposizione che dialoghi con quei soggetti sociali che si oppongono ad una uscita da destra dalla crisi.
Anche in Toscana.
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