da Il Tirreno
Nemmeno un euro ai terremotati
Il consiglio comunale respinge la proposta di devolvere il 20% del premio di risultato dei dirigenti
SAN MINIATO. Nel dibattito fra maxi stipendi e solidarietà alla fine ha prevalso la linea del no. Sbagliata e «demagogica», secondo la maggioranza dei consiglieri comunali di San Miniato, la proposta di Fabio Corsi (Comunisti Uniti) di devolvere una percentuale del premio di risultato per i dirigenti comunali ai terremotati dell’Emilia. Bocciata, sempre con l’astensione del gruppo Pd e il no del Pdl, anche la controproposta di Laura Cavallini (Sel), che chiedeva ai consiglieri di dare il buon esempio, per primi, devolvendo il proprio gettone di presenza. Uno scontro fra correnti storiche e contrapposte di pensiero, che ha finito inevitabilmente per toccare il tema della “moralità” di certi stipendi pubblici in tempi di crisi.
È successo nel consiglio comunale di mercoledì a San Miniato. La proposta di Corsi suggeriva di destinare ai terremotati emiliani il 20% del premio di risultato destinato ai dirigenti. «In queste circostanze le istituzioni locali sono chiamate a fare la loro parte – ha spiegato il consigliere – seguendo criteri di buon senso e progressività, specie in periodi di grave crisi. Al Comune di San Miniato, ad esempio, ci sono dirigenti che percepiscono un premio di risultato non indifferente, che va a sommarsi a uno stipendio base già di per sé molto alto». Da qui la proposta, «invitando» i dirigenti a devolvere il 20% del loro premio, «anche per dare un segnale concreto – ha aggiunto Corsi –: cominciare a far pagare i più ricchi è possibile. Basta volerlo».
Contrari i consiglieri Pdl. «Più che una proposta per i terremotati sembra contro i dirigenti – ha detto il capogruppo Roberto Ferraro –. Se hanno redditi più alti non significa che siano rubati, ma guadagnati in virtù di una maggiore responsabilità. Altro discorso è controllare il loro lavoro, e noi questo lo abbiamo sempre fatto». «Un atto di demagogia – ha aggiunto Elisa Bini – che usa il terremoto per altri fini». L’invito a non mischiare solidarietà e stipendi è arrivato anche dal Pd, con il capogruppo Simone Giglioli: «Siamo a favore della solidarietà – ha spiegato – ma vorremmo che contribuissero anche tante altre categorie. Non entro nel merito dei meccanismi per i redditi dei dirigenti, ma è troppo facile limitarsi ad invitare gli altri. Evitiamo la bassa demagogia». Un’analisi condivisa in parte da Laura Cavallini di Sel, che ha però aggiunto: «Dato che parliamo di premi di risultato, si potrebbe chiedere al comune di non versarli più al 100%, dato che i risultati non sono ottimi. Quello che più dà fastidio, però, è il fatto che la solidarietà debba essere chiesta». Da qui la controproposta: devolvere il gettone di presenza dei consiglieri, per poi invitare tutti i dipendenti comunali, volontariamente, a concedere un’ora di lavoro per i terremotati. Proposta bocciata dal Pdl con l’astensione del Pd. «Credevo fosse un’idea semplice e di buon senso – ha commentato Corsi –. Una proposta già avanzata dallo Spi-Cgil di Pontedera, che ha indicato gli incentivi per i dirigenti come gli unici redditi in crescita. È immorale, in un momento come questo, vedere certi stipendi nelle pubbliche amministrazioni».
Nessun commento:
Posta un commento