Pagine

domenica 22 luglio 2012

Una perfida provocazione


Una perfida provocazione


Su “Rinascita” del 19 luglio u.s., un quotidiano che si autodefinisce “di sinistra nazionale”, è apparso un lungo articolo che si occupa del nostro organo di espressione Scintilla e del movimento marxista-leninista, a firma di tale Mark Dennison.
Lo scopo dell’articolo è evidentemente quello di accreditare la testata come aperta, diversa e antagonista, rispetto la stampa borghese-riformista.
L’operazione e il nome stesso della testata non devono però trarre in inganno. Si tratta di una pubblicazione di lontane origini socialdemocratiche, da tempo approdata all’estrema destra.
Nelle sue pagine spesso e volentieri si tessono le lodi della politica economica e sociale mussoliniana, dell’aggressione nazista all’Unione Sovietica, della repubblichetta di Salò, di Pavolini e di altre carogne. Il quotidiano inoltre offre ampio spazio ai “nazimaoisti”, ai negazionisti, agli epigoni dell’internazionale nera di Thiriart e La Rochelle, ai camaleonti comunitaristi.

E’ risaputo che spesso i fascisti occultano il loro vero volto. Si nascondono sotto etichette antiliberiste, ecologiste e “noglobal”, persino “socialiste” (come il nazionalsocialismo). Si fanno paladini della sovranità nazionale, monetaria e militare, ovviamente senza mettere in discussione i rapporti di produzione e di proprietà. Criticano i banchieri usurai, risparmiando il “normale” sfruttamento capitalistico. Lisciano il pelo alle organizzazioni di sinistra e ne scimmiottano le tematiche. Si spacciano per “rivoluzionari” che teorizzano il superamento delle “vecchie dicotomie”.
Il camuffamento e la demagogia “anticapitalista” di questi tardo-peronisti servono a coprire la loro natura reazionaria, ad abbindolare gli ingenui, ad aprirsi degli spazi fra la piccola borghesia e gli strati popolari frustrati, impauriti e impoveriti dalla crisi.
La pericolosità di operazioni del genere la vediamo in Francia con Marine Le Pen, così come in altri paesi (Ungheria, Grecia, etc.), in cui la politica nazional-populista dei fascisti cavalca temi quali l’uscita dall’euro, il laicismo, il salario minimo, a fianco a temi tradizionalmente di destra come la restaurazione dell’autorità dello Stato borghese e il razzismo.
Di qui l’importanza di strappare la maschera “sociale” a questi ferrivecchi della classe dominante che si presentano come falsa alternativa al sistema vigente.
Tornando all'articolo in questione, dichiariamo di non avere nulla a che fare con il suo autore, il sig. Mark Dennison (o chi si nasconde sotto questo pseudonimo), e con la testata nella quale l'articolo è apparso. Nessun serio ricercatore, nessun giornalista veramente democratico, potrebbe mai trovare in simili pozzi neri la tribuna a cui affidare le proprie idee. Denunciamo, quindi, fermamente la manovra del quotidiano "Rinascita" come una perfida provocazione, che smascheriamo dinanzi a tutti i comunisti e a tutti i sinceri antifascisti.
Sia chiaro: fra il comunismo ed il fascismo non vi è mai stato, non vi è e non vi potrà mai essere niente in comune, né qualsivoglia alleanza. Il fascismo, in tutte le sue varianti, è il nemico giurato della classe operaia e del socialismo proletario. E’ il braccio violento del capitale finanziario per calpestare i diritti e le libertà dei lavoratori. E’ razzismo, militarismo, sciovinismo bestiale, terrore antioperaio, controrivoluzione. E’ anticomunismo feroce. Non si tratta di opinioni, ma di fatti, verificati mille volte, che dipendono dal carattere di classe del fascismo, dal suo essere strumento della borghesia più reazionaria.
Purtroppo manovre e manipolazioni del genere non sono una novità. Negli ultimi tempi ne sono accadute diverse, specie in seno al movimento antimperialista, dove forze politiche e ideologiche di destra cercano di infiltrarsi per la diffusione delle posizioni «antiamericane», che sono un riflesso degli interessi dei paesi imperialisti europei e asiatici che si contrappongono all'egemonia mondiale dell'imperialismo nordamericano e di settori borghesi nazionalisti. Si tratta dunque di una strategia che dobbiamo combattere, affermando le teoria e la pratica della rivoluzione proletaria, opponendo al fronte mondiale dell’imperialismo il fronte generale della rivoluzione, per spezzarlo nei suoi anelli più deboli.
Nel ribadire il valore dell’antifascismo militante, sottolineiamo che antimperialismo e antifascismo non sono separabili ma devono andare di pari passo, sono due facce della stessa battaglia! 
    
       21 luglio 2012                                                           Piattaforma Comunista


-- 
Piattaforma Comunista
www.piattaformacomunista.com
Per contatti e contributi: teoriaeprassi@yahoo.it

Nessun commento:

Posta un commento