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venerdì 7 settembre 2012

Ex Isi di Scandicci, 360 lavoratori provano a sfondare il muro di occultamento mediatico



Ex Isi di Scandicci, 360 lavoratori provano a sfondare il muro di occultamento mediatico calato sull’intera vicenda proponendo un appello alle Istituzioni coinvolte. Rifondazione Comunista chiede alla Provincia di Firenze e alle altre Istituzioni coinvolte una spiegazione plausibile su tutti i piani della vicenda, compreso il ciclo di formazione aziendale effettuato a 260 dei lavoratori. In ultimo, oltre al sostegno ai lavoratori e sindacati per la vertenza, Rifondazione Comunista propone uno sbocco virtuoso all’intera vicenda, riportando nelle mani dei lavoratori la produzione  di pannelli fotovoltaici ad alta tecnologia.  Interrogazione di Calò e Verdi (gruppo PRC – PdCI – SpC)








Inizia con un drammatico appello dei 360 lavoratori alle Istituzioni lo sfondamento del muro mediatico posto sulla torbida e non edificante  vicenda della reindustrializzazione della ex Electrolux;  diventata il caso Ex Isi per l’utilizzazione di soldi pubblici erogati per la rinascita dell'azienda e misteriosamente scomparsi e dove  sta ancora indagando la Magistratura; successivamente Easy Green, dove all'asta nessun imprenditore si è presentato per acquistare l'azienda.
Da questo ultimo momento un pesante e goffo occultamento mediatico, complice forse la calda estate che starà per finire, si è impossessato della vicenda, ma i lavoratori e i sindacati non ci stanno è chiedono con forza al Comune di Scandicci, alla Provincia di Firenze e al Ministero di battere un colpo, perché  in questa vertenza ci sono responsabilità da parte di tutte le parti in causa ed è arrivato il momento di provare a risolvere seriamente i problemi occupazionali, mettendo i lavoratori nella condizione di produrre quei pannelli solari, ad alto rendimento,  tecnologicamente all’avanguardia per quanto riguarda anche il riciclo dei propri componenti  invece di incentivare l’acquisto di prodotti poco funzionali di bassa qualità e in fine molto difficili da riciclare o “smaltire”. In ultima analisi ci poniamo una domanda, con la voragine di soldi finora impegnati non si poteva pesare ad un’autogestione  e/o autoproduzione dei lavoratori?
Rifondazione  Comunista chiede che si dia una spiegazione plausibile su tutti i piani della vicenda, poiché è dirimente la questione occupazionale e che tutte le misure di sostegno fino ad oggi attivate e che dal 31 dicembre potrebbero non esserci più, rischiano di lasciare nella disperazione i lavoratori e le loro famiglie,  che dovranno invece, secondo noi , trovare uno sbocco virtuoso cambiando completamente il corso di questa storia.
Inoltre vorremmo sapere dalla Provincia di Firenze, che per la formazione e lavoro ha le competenze come mai, si riporta sulla stampa, che i  260 lavoratori che  …”hanno partecipato ai corsi di formazione (dove si parlava di tutto tranne che di fotovoltaico a quanto raccontano)”… se risulta alla Provincia di Firenze quanto riportato in maniera indiretta, sul quotidiano fiorentino e se la risposta è affermativa, vorremmo sapere di cosa si parlava e quali erano i piani di formazione di questi lavoratori? Perché questo particolare ci induce a pensare che la missione dell’azienda , cioè quella di produrre pannelli solari fotovoltaici, sia stata abbandonata ancora prima della cosiddetta “ripartenza”.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista rilanciano il drammatico  l’appello fatto in queste ultime ore  dai lavoratori e sindacati ex Isi; Easy Green e nel ribadire il proprio sostegno e solidarietà ai lavoratori nello sviluppo positivo della vertenza, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all' Assessore competente di riferire dettagliatamente sulla vicenda di  Ex Isi,  sapere inoltre quali impegni è orientata a prendere sul versante occupazionale la Provincia di Firenze, di concerto agli alti soggetti Istituzionali coinvolti. Altresì chiediamo di sapere se corrisponde a verità quanto riportato dalla stampa per quanto riguarda al formazione dei 260 lavoratori dell’azienda, che non sia stata mirata alla tipologia del settore fotovoltaico e se risulta  a cosa è stata orientata tale formazione.
 Infine poniamo di sapere gli se sviluppi che tale vicenda, con la voragine di soldi finora impegnati in maniera non troppo trasparente, si possa pensare di recuperarli e in ultima analisi impegnarli in forme di autoproduzione  o/e autogestione dei lavoratori, rilanciando la missione dell’azienda di pannelli fotovoltaici ad alta tecnologia, proponendo così uno sbocco virtuoso a questa storia.

Andrea Calò                            Lorenzo Verdi




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