Newsletter PRC n. 135
L'evaporazione della democraziaPer essere un veterano della critica all'Europa dei Trattati e dei mercati spero che l'intervento di Habermas, Bofinger e Nida-Ruemelin (la Repubblica del 4 agosto) così come la presa di posizione di Balibar (su questo giornale del 20 settembre) assieme alla crisi di rigetto che si estende nella varie nazioni del Continente ridestino la coscienza europea dal sonno delle ragioni della democrazia. Quelle ragioni che il neoliberismo dei Trattati ha sottratto ai popoli europei istituzionalizzando della democrazia una autentica mistificazione, quella dell'Ue. La cui legittimazione sarebbe derivata dalla democraticità degli stati di appartenenza. Come se la rappresentanza politica dei Parlamenti di questi stati potesse essere trasferita ai rispettivi governi, usati come tramite per una successiva investitura di rappresentatività operata a favore delle istituzioni intergovernative dell'Unione. Leggi tutto Crisi industriale, l'euro non c'entraNell'esaminare le maggiori aree di crisi produttiva ed occupazionale in Italia (Taranto, Porto Vesme, Pomigliano, ecc.) non si sfugge all'impressione che tutte siano appartenute al defunto sistema delle Partecipazioni Statali. Infatti Taranto (allora Italsider, oggi Ilva) era controllata dalla Finsider, del gruppo Iri; Porto Vesme (allora Alsar, oggi Alcoa), faceva parte della filiera Carbosulcis- Eurallumina-Alsar del gruppo Efim; Pomigliano era l'impianto Alfasud, sempre dell'Iri, poi ceduto alla Fiat. La stessa Fiat, oggi in crisi produttiva e occupazionale, pur non essendo tecnicamente a partecipazione statale, ha sempre attinto abbondantemente alle finanze pubbliche, senza peraltro mai cedere il controllo azionario allo Stato.Leggi tutto Eric Hobsbawm: un ricordoPer chi, come chi scrive, ha cominciato a riflettere sulla storia, a pensare la storia e a pensare di fare della storia una professione avendo tra i propri riferimenti intellettuali principali quello di Eric Hobsbawm, lo storico britannico scomparso oggi a 95 anni, la morte di questi oggi a Londra lascia un senso di vuoto anche umano, oltre che scientifico e professionale. Occidentale ma non occidentalista, aveva studiato l’Occidente nel tempo nel quale questo è stato al centro del mondo, motore del progresso, sociale, politico, tecnologico, economico. Irriducibilmente marxista e anti-colonialista aveva sempre percepito (anche nel suo lavoro sul Novecento come l’età degli estremi, tradotto solo in italiano come “secolo breve, il più noto ma non il più importante) la centralità di questo come un fenomeno storico, non un destino. Leggi tutto Le divisioni di MatteoIl sindaco di Firenze evoca la scissione. Bersani nega il rischio, ma i suoi non nascondono che il successo di Renzi terremoterebbe il partito. «Divisione» mai, «scissione» per carità di dio, «noi siamo il comitato Bersani ma possiamo anche parlare come nuova classe dirigente e di divisioni non vorremmo proprio sentirne». Alessandra Moretti, la portavoce del comitato Bersani per tutti oggi da Rimini parte per il tour delle primarie, dove le capiterà di parlare al posto del candidato «sul programma e sull'Italia, senza guardare al nostro ombelico». Spiega che «dobbiamo battere il centrodestra», che verso Renzi «non diciamo una parola che non sia rispettosa e che non rafforzi il Pd» ma certo «sosteniamo Bersani perché crediamo che sia il candidato migliore per unire, e non solo il Pd ma anche il centrosinistra». Leggi tutto I comunisti ingaggiano Tremonti: 'Insieme contro la speculazione'Proprio Ferrero, intervistato da Affaritaliani.it, spiega perché Tremonti sia la guest star del pomeriggio alla Cascina Cuccagna di Milano: "Penso che di fronte alla crisi – spiega Ferrero - bisogna avere un dibattito e un confronto a 360 gradi. Tremonti ha espresso delle posizioni molto critiche sulla speculazione finanziaria e di tutta l'architettura del capitale finanziario. Per questo credo sia un posizione con cui dialogare, pur non essendo la mia”. Leggi tutto Stranieri e disoccupati, le altre vittime della crisiParte dal basso la crisi economica in Italia e colpisce i lavoratori più indifesi. Insieme ai giovani, come hanno dimostrato di recente i dati Istat (un under 30 su tre è senza lavoro), sono infatti gli stranieri residenti a ingrossare in maniera spropositata le file dei disoccupati/inoccupati. Disoccupazione che in soli tre anni dal 2008 al 2011 è cresciuta del 50 per cento. Questo dato inquietante non è che uno dei tanti che emergono dall'ultimo studio sul tema elaborato dalla Fondazione Leone Moressa. In Italia, si legge nel documento, nel 2011 si contano 2,2 milioni di occupati stranieri, il 9,8 per cento di tutti i lavoratori. La nazionalità più rappresentata è quella romena con oltre mezzo milione di soggetti, un quarto di tutta la manodopera straniera. Seguono gli albanesi (232 mila), i marocchini (147 mila) e gli ucraini (132 mila). A fronte di questi 2,2 milioni, 310 mila stranieri sono disoccupati, vale a dire il 12,1 per cento di tutta la popolazione lavorativa straniera. Leggi tutto Ora di religione: l'insostenibile leggerezza di ProfumoOra che il fuoco delle polemiche sembra essersi spento, c'è modo di provare a ragionare sulle dichiarazioni di Profumo sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane. Comincio con una citazione: “In Italia tira più un pelo di vescovo che milioni di studenti...”. Questa frase, postata da un anonimo su un blog, mi sembra che commenti efficacemente le reazioni a quelle dichiarazioni di una parte del mondo cattolico, corroborate da quelle dei tanti politici sempre pronti a genuflettersi davanti agli interessi delle gerarchie ecclesiastiche. C'è da dire che Profumo non smette di stupirci per l'approssimazione, spesso condita con una buona dose di demagogia, con cui affronta i complessi problemi in carico al dicastero a lui inopinatamente affidato. Leggi tutto Strage di Sant’Anna di Stazzema, niente processo per gli ex gerarchi delle SSStrage di Sant’Anna di Stazzema, niente processo per gli ex gerarchi delle SS La Procura di Stoccarda ha archiviato l'inchiesta per la strage nazista del paesino toscano: il 12 agosto 1944 furono massacrati 560 civili. Per i magistrati tedeschi non ci sono abbastanza prove che il massacro fu compiuto dai militari della Reichsfuehrer SS. La Germania sbatte di nuovo contro un muro l’armadio della vergogna. La Procura di Stoccarda, dopo un’inchiesta di 10 anni, ha deciso che non saranno processati gli otto ex membri delle SS sospettati di aver preso parte al massacro di Sant’Anna di Stazzema dove il 12 agosto 1944 morirono 560 persone, 116 dei quali ragazzi e bambini: il più piccolo aveva 20 giorni. Secondo la magistratura tedesca non ci sono prove che ciascun imputato abbia partecipato alla strage, tra le pagine più infami dell’occupazione nazista in Italia. Leggi tutto Portogallo, dopo la grande manifestazione del 29 settembre: la lotta continua!Risoluzione approvata nel corso della grande manifestazione, organizzata a Lisbona della Confederazione Generale dei Lavoratori Portoghesi (CGTP-IN) Una grande ondata di malcontento, protesta e indignazione generalizzata ha percorso le strade, le piazze e le vie del Portogallo intero. Lavoratori, pensionati, giovani, disoccupati e la generalità dei cittadini, condividono un arretramento sociale e civile che infrange e cancella i diritti duramente conquistati con la lotta dei lavoratori e del popolo portoghese e che corrode le fondamenta del regime democratico conquistato con la Rivoluzione del 25 di Aprile. Le politiche di destra portate avanti dai diversi governi che si sono succeduti negli ultimi 35 anni sono la causa del declino e della rovina dei settori produttivi (industria, agricoltura, pesca) e della liquidazione dei settori strategici della nostra industria, in grande parte dovuta alla politica di privatizzazione che ha condotto allo smantellamento delle grandi imprese, al calo della produzione e del consumo, all’alienazione e alla perdita delle risorse pubbliche, tutto in favore del capitale economico e finanziario. Leggi tutto Francia, crisi d’acciaioDai camini non uscirà più il fumo e dai cancelli non entreranno più gli operai. Dopo sette mesi di battaglia, gli altiforni di Florange, in Francia, hanno chiuso i battenti. Il pressing del nuovo governo socialista non è servito. Alla fine ArcelorMittal, numero uno indiano della siderurgia mondiale, ha decretato la morte (annunciata) dell’impianto. 60 GIORNI DI TEMPO. Resta la debole speranza di trovare un compratore a costo zero che possa rilanciare lo stabilimento: la Mittal ha concesso al ministro del Rilancio economico, Arnaud Montebourg, ancora 60 giorni di tempo per vendere, a patto che non si tratti di un diretto concorrente. La missione è salvare il cuore d’acciaio dell’Europa, simbolo e orgoglio del Vecchio continente.Leggi tutto |
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