CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Riordino province. Sgherri:”dal Governo pessimo riordino, che ridurrà gli spazi democratici, mentre i costi non diminuiranno.”
Firenze, 22 ottobre. Riordino province. Siamo di fronte, da parte del Governo cosiddetto tecnico ed a fine mandato, ad un “colpo di mano” che procede a colpi di decreto ad un pessimo riordino.
Cavalcando la questione dei costi della politica si smantellano di fatto le province, si colpisce la rappresentanza territoriale e il pluralismo politico e soprattutto si riducono gli spazi democratici con la trasformazione delle province stesse in enti di secondo grado (quindi senza elezione diretta da parte dei cittadini) e tutto ciò senza che si avranno i risparmi desiderati, ma con ogni probabilità si spenderà di più.
Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale. Si moltiplicheranno – prosegue Sgherri - infatti i costi impropri con la “privatizzazione” di fatto di molti servizi d’area vasta che saranno gestiti in toto da enti e società per azioni che non avranno più il controllo di enti “forti” perché dotati di strumenti adeguati e perché eletti direttamente dai cittadini come le attuali province.
Se a ciò si aggiunge la scelta governativa di avere altri enti di secondo grado come le Unioni dei Comuni (replicando la restrizione degli spazi democratici nell’ente di secondo grado e dei poteri di controllo su servizi essenziali da parte dei consigli elettivi dei singoli comuni), emerge l’impossibilità del cittadino di incidere col proprio voto sulle scelte in ordine alle principali questioni e gestione dei servizi fondamentali: saremo di fronte ad enti non eletti direttamente, che affideranno ad enti sempre più sfuggenti il controllo pubblico la gestione dei servizi essenziali d’area vasta.
Quello governativo pare proprio un disegno preciso, che con la contrazione dei costi non c’entra nulla (e che incrementerà la lontananza dei cittadini dalle istituzioni e la stessa anti politica) ma che sembra voler colpire la possibilità di aver voce, colpendo il pluralismo politico, a tutte le forze che intendono combattere le politiche che stanno distruggendo a livello nazionale il welfare state e i diritti raggiunti in decenni di lotte.
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