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mercoledì 19 dicembre 2012

Un contributo al dibattito dal Circolo di Rifondazione Comunista di Lamporecchio



Un contributo al dibattito dal Circolo di Rifondazione Comunista di Lamporecchio

Il quadro politico generale, con un aggravamento impressionante delle condizioni di vita e di lavoro della larga parte delle masse popolari e timide ma sempre più numerose risposte di lotta alle misure del governo finto tecnico Monti appoggiato da PD e PdL, avrebbero autorizzato chiunque a pensare che la scelta più logica per le prossime elezioni politiche fosse quella di costruire un polo alternativo al PD, rafforzare la sinistra anticapitalista ed egualitaria ma con una presenza forte e chiara del PRC.

Dopo l’implosione della Federazione della Sinistra, crollata sul punto dirimente del rapporto col centrosinistra, anche i tentativi di costruzione di un “quarto polo” stanno mostrando rapidamente tutte le loro debolezze. Le assemblee che stanno presentando questa ipotesi (basta vedere resoconti indipendenti) evidenziano vere e proprie manovre contro il nostro partito, che si concretizzano in veti posti sulla presenza del simbolo e di fatto su qualsiasi elemento di riconoscibilità della nostra organizzazione, accettata solo nella misura in cui fornisca una manovalanza militante ma politicamente muta e sotto tutela.Ci sembra inoltre, che si tenda a rinviare qualsiasi approccio all’ineludibile questione del rapporto con il PD.
Tra l’altro, il voler lanciare proprio negli stessi giorni della campagna politica del PD chiamata “Primarie” la raccolta di firme x ben 5 referendum, non solo non ci ha dato la visibilità alternativa sperata ma proprio grazie al meccanismo delle primarie, ha cancellato politicamente e visivamente la stessa raccolta di firme. Ora, siamo in una fase dove parlare di un confronto con il PD serve solo ad attirarsi addosso l’accusa di essere “destri”; proprio quando si fa una lista con gli arancioni di De Magistris e di Di Pietro (schiantato dalle proprie contraddizioni e da qualche scandaletto) che hanno come ipotesi questa “lista arancione” pensata in realtà per costruire un rapporto col PD con l’illusione di poterne condizionare a sinistra il corso politico, proponendosi come alleato alternativo ai centristi, dimenticando che SEL è partita prima e già occupa, insieme a Diliberto, i posti disponibili. Non ci sembra di vedere altro che una grande incertezza sulla effettiva concretizzazione del progetto, sulla sua eventuale capacità di aggregare un consenso significativo e sul suo futuro.
Ma al di là dei tatticismi elettorali emerge il dato di fondo: nessuna reale alternativa può essere costruita se non in un rapporto forte con il movimento operaio, con la crescente radicalizzazione giovanile e senza una chiara prospettiva politica e programmatica capace di uscire dalle secche di una azione politica tutta protesa a come entrare nel “palazzo”. E di tutto questo, non ci sembra di vedere alcunché nella proposta politica che ci viene avanzata dagli organismi nazionali del Partito.
E’ mancata fino ad oggi la capacità di parlare prima di tutto al “nostro” popolo, quello di sinistra, ma anche ai militanti ed agli iscritti del PRC che, in larga parte, ancora non sanno che c’è il rischio di liste senza il nostro simbolo e che stanno già preparandosi a votare pensando di indicare il PRC e i comunisti come scelta politica. Ma se non trovano il nostro simbolo sulla scheda, Voi pensate che voteranno? L’esperienza de “la Sinistra, l’Arcobaleno” non vi ha insegnato nulla, almeno sul piano della tattica elettorale o solo sul piano della comunicazione simbolica (che in caso di elezioni e di richiesta di una delega di rappresentanza attraverso il voto, è anche tattica elettorale)?
Noi chiediamo di presentarsi con liste aperte, certamente, ma liste con il nostro simbolo, facendo così un forte investimento sul futuro che renda chiara la nostra prospettiva di forza antagonista al sistema. Vogliamo che il Partito sia chiamato tutto, attraverso attivi di zona e provinciali o almeno la convocazione di Comitati Politici federali aperti agli organismi di Circolo, ad esprimersi, aprendo – da qui ai primi di gennaio 2013 – un dibattito che investa effettivamente tutto il Partito, senza caricature delle posizioni diverse.
Noi, Comitato Direttivo Comunale del Circolo PRC di Lamporecchio, esprimiamo oggi con questo documento una posizione chiara: possiamo accettare anche la presentazione in un quadro di alleanze delle forze che non si riconoscono nelle politiche di Monti e Bersani ma con una lista rappresentata dai nostri simboli e con una rappresentanza – ben equilibrata in termini di genere e di rappresentanza di vertenze e di territori – espressa dal nostro Partito. In caso diverso, non siamo in grado di garantire né campagna elettorale nel nostro territorio, né i nostri voti.  


Il Comitato Direttivo Comunale del Partito della Rifondazione Comunista di Lamporecchio (PT)


Lamporecchio, lì 18.12.2012

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