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giovedì 10 gennaio 2013

Renzi si vuole dipingere di verde


ITALIA OGGI  8/1/2013

Renzi si vuole dipingere di verde
Il rottamatore pensa a una corrente ambíentalista nel Pd
DI GOFFREDO PISTELLI

Matteo Renzi prova a costruire una sua corrente verde all'interno del Pd e spiazza Pier Luigi Bersani che aveva delegato l'intero pacchetto ambiente e agricoltura a Nichi Vendola. Ultime ore per l'ufficializzazione delle liste definitive dei nominati del Pd al prossimo parlamento e spunta una nuova strategia renziana. Che schiacciato a destra dall'entrata in politica di Mario Monti e dalla fuoriuscita di diversi personaggi della sua corrente, a partire da Pietro Ichino, è costretto a individuare nuovi argomenti per restare a galla. Ed ecco che sin dal pranzo della settimana scorsa spunta la volontà di creare loia corrente verde e inserire nel listino sicuro oltre a Ermete Realacci anche gli altri due ambientalisti democratici laboriosi come Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. Anche a costo di sacrificare qualche nome di quelli che più si sono esposti per lui alle ultime primarie. Da giorni il mondo dell'ambientalismo è in subbuglio per la strategia del segretario Pd che, come ha raccontato ItaliaOggi, avrebbe delegato l'intero
pacchetto agricoltura e ambiente a Sel. L'idea di Bersani non è campata in aria.Percependo che dopo il voto sarà probabilmente costretto ad allearsi con Monti che ritiene il governatore pugliese incompatibile con la sua politica economica, avrebbe pensato bene di lasciargli degli argomenti meno problematici in maniera da renderlo digeribile al futuro asse.
In pratica Vendola e i suoi potranno impegnarsi in questi tema senza disturbare l'alleanza su questioni più cruciali e in maniera da avere un ruolo e una visibilità ma nel contempo da non disturbare il manovratore. Per far questo però, doveva sacrificare l'anima verde del suo partito ovvero il nucleo degli ambientalisti cresciuto in Legambiente e formato da Realacci, Della Seta e Ferrante. Le voci sull'esclusione dei tre hanno creato nei giorni scorsi un'alzata di scudi da parte del settore a partire da un appello degli imprenditori della green economy a Bersani, per inserirli nelle liste assicurando un'anima verde al Pd. Poi c'è stato il famoso pranzo romano tra Bersani e Renzi dove il sindaco si era fatto assicurare almeno Realacci come capolista in Umbria. Degli altri però, nessuna certezza tanto che ieri è scesa in campo la potente organizzazione ambientale in cui hanno militato, con una dichiarazione al vetriolo do Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente che ha attaccato dicendo che «è paradossale e contraddittorio scegliere di candidare personaggi quantomeno equivoci come Ludovico Vico, pesantemente compromesso con la gestione sotto inchiesta dell'Ilva di Taranto, e Vladimiro Crisafulli, più volte denunciato per sospette collusioni con la mafia, mentre ad oggi rischiano di rimanere fuori dal prossimo parlamento ambientalisti come Della Seta, che proprio all'Ilva tentò di imporre regole più severe contro l'inquinamento, e Ferrante, seriamente impegnati sul fronte della green eeonomy e della soluzione dei problemi del lavoro e dell'ambiente nel rispetto assoluto e incondizionato della legalità». Di fatto tutti e tre ce la dovrebbero fare proprio grazie a Renzi. Che ha chiesto al segretario che fossero conteggiati tutti nella sua quota anche se Bersani, pur di dissuaderlo e non mandare all'aria la mission che voleva riservare a sinistra ecologia e libertà, avrebbe chiesto la testa di alcuni dei suoi fedelissimi della cavalcata delle primarie, pur di far posto a tutti e tre.

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