IO SO
“Io so che lo Stato ha avuto una responsabilità nella morte di Paolo Borsellino, e non mi riferisco soltanto a una responsabilità morale ed etica. Sono convinto che uomini dello Stato hanno avuto una responsabilità penale in quell’eccidio. Questo l’ho sempre pensato insieme ai familiari di Paolo Borsellino. Questo l’hanno sempre pensato Agnese Borsellino e tutti gli amici di Paolo, molto più di quanto non si sia pensato per la morte di Giovanni Falcone.
Abbiamo sempre pensato che nella strage di Via d’Amelio ci fosse qualcosa di più e di più alto. E le cose emerse negli ultimi anni sul clamoroso – a dir poco – e criminale depistaggio non fanno che confermare questa convinzione. Mi rifiuto di pensare che si sia trattato solo di un depistaggio mirato a colpire killer più importanti.
È chiaro che ci deve essere stato qualcosa di più grande che si voleva coprire. Capisco le difficoltà dei colleghi di Caltanissetta (che sono il meglio che la magistratura poteva esprimere) nel fare un processo con le prove necessarie per ipotesi di reato così gravi come il concorso in strage. Non vorrei essere nei loro panni, e forse anche per questo, in tutti questi anni non ho mai voluto andare direttamente a occuparmi delle indagini sulla morte del mio amico.
Per me il fatto di rappresentare un pezzo dello Stato italiano, di quello stesso Stato che ha condannato a morte Paolo Borsellino, è una ferita ancora aperta”.
Antonio Ingroia
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