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sabato 8 giugno 2013

Riesplode lo scontro sull’ospedale guerra tra Comune e fronte del no


Riesplode lo scontro sull’ospedale guerra tra Comune e fronte del no 
Da Sel ai grillini, con Prc e Osservatorio: «Opera dannosa e inutile, fermate tutto fino alle elezioni» Cosimi e Picchi: «Non se ne parla, chi fa insinuazioni abbia il coraggio di andare in Procura» 

da Il Tirreno

di Juna Goti wLIVORNO Stoppare l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale e, a dodici mesi dalle elezioni, rimandare ogni decisione al prossimo sindaco. A chiederlo è un fronte di forze politiche e movimenti che per la prima volta va dai grillini ai vendoliani. Dentro ci sono: Osservatorio trasformazioni urbane, Alba, Azione Civile, Città Diversa, Livorno 25 aprile, Rifondazione, M5S, Sel. Insieme hanno sottoscritto un documento dal titolo emblematico (“Nuovo ospedale e nuovo Prg, uno spreco milionario”) e indetto un’assemblea pubblica per venerdì alle 21 in circoscrizione 4. In quell’occasione, anticipa Paolo Gangemi dell’Osservatorio, sarà proposta la costituzione di un «comitato di controllo delle operazioni urbanistiche, a partire dall’ospedale». Guerra... di conferenze. Così all’indomani dell’aggiudicazione provvisoria del bando per la realizzazione della struttura, a più di due anni dal referendum e, soprattutto, alla vigilia del voto, la partita dell’ospedale si riapre. Con toni che hanno il sapore della guerra. Guerra politica, guerra di dati, perfino guerra delle conferenze stampa. Quella del fronte del no è stata indetta ieri alle 11 in Comune per ripetere che «il nuovo ospedale è un’opera costosa, inutile e dannosa». Subito dopo sindaco, vicesindaco e dirigente dell’area tecnica, Gianfranco Chetoni, hanno convocato i giornalisti nella sala accanto. «L’amministrazione – interviene l’ex dirigente del municipio e membro dell’Osservatorio, Tommaso Tocchini – poteva almeno fare esercizio di ascolto e rispondere il giorno dopo». «Ma nel documento – controbatte a distanza Alessandro Cosimi – c’è scritto che il sindaco “ruba” ed è inaccettabile sul piano politico. Abbiamo lavorato anni per preparare il progetto, che non fa gli interessi dei privati ma migliora i servizi. Ora perché dovremmo stoppare tutto? Abbiamo messo l’ospedale nel programma elettorale e abbiamo passato un referendum. Lo lancio io un appello ai cittadini: verifichino che i soldi vengano spesi bene e si chiedano chi è che vuole il bene di questa città...». «Opera dannosa». Cosa c’è nel documento che ha fatto infuriare Cosimi? «Nonostante il referendum quando 28 mila livornesi espressero inutilmente (non fu raggiunto il quorum, ndr) la loro opinione a favore del mantenimento di viale Alfieri (i sì furono 20.738), il sindaco – si legge – insiste nella realizzazione di un’opera costosa, inutile e dannosa». La notizia dell'aggiudicazione del bando è arrivata dopo l’ intervento in commissione dell'architetto Cagnardi, incaricato della revisione del Piano strutturale. Così, «appare chiaro, al di là della dubbia legittimità dell'operazione, che la missione del progettista è di adeguare lo strumento alle scelte già operate disinvoltamente dall'amministrazione». Intervengono, tra gli altri, Leonardo Bertelli di Alba, Daria Faggi e Paolo Gangemi (Osservatorio), Marco Mazzi e Andrea Cionini (Sel), Francesco Bastone e Gabriele Pritoni (M5S), Lorenzo Cosimi (Prc), Alberto Pacini (Città Diversa), Letizia Innocenti (Azione Civile). Ognuno tocca un tasto dell’universo sanità. Alla fine tutti chiedono: perché per il Prg «non si ascolteranno i cittadini ma i soliti portatori di interessi privati», «quanto costerà al Comune e alla collettività l’operazione ospedale», «cosa ne sarà dell’area di viale Alfieri». «I signori che ci governano abbiano il coraggio di dire che è un'operazione immobiliare», affonda Cosimi. «Si svenderanno beni pubblici – gli fanno eco da Sel – e comunque oggi è una follia pensare di coprire la spesa con la vendita dei beni Asl». «La scelta definitiva attenda la nuova amministrazione – chiude la nota – che si troverebbe a gestire una pesante eredità non condivisa». Chi e quanto paga. Il nuovo ospedale chiavi in mano, considerando lo spostamento di Pascoli e villa Serena al IV e V padiglione, costerebbe 260 milioni. Intanto il gruppo Guerrato si è aggiudicato la realizzazione per 190: 109 dovrebbero arrivare da un fondo di rotazione regionale per le strutture ospedaliere e l’Asl 6, col tempo, dovrebbe restituire i soldi vendendo i suoi beni. Come? Rendendoli più appetibili con un cambio di destinazione d’uso. E qui entra in gioco il Comune. Gli altri 81 sono di project financing: è il privato che ci mette i soldi e in cambio ottiene per 36 anni la gestione dei servizi non sanitari (dalla mensa alle pulizie) per 32 milioni all’anno, pagati sempre dall’Asl. «Avanti tutta». «Per l’amministrazione non c’è alcun indebitamento», controbatte il vicesindaco Bruno Picchi, che attacca: «Il contenuto del documento è pretestuoso, si descrive come dannoso e inutile ciò che in altre città toscane è stata una conquista». E ancora: «Non è uno spreco, è dare una struttura che negli anni faccia spendere meno di gestione e manutenzione, e di più per i servizi. Si sposti la battaglia politica non sul contenitore ma sui servizi che dovranno andare nel contenitore...». Picchi ripercorre le tappe che hanno portato fino a qui: «Si parlava di discussione sul nuovo ospedale nel programma elettorale, amministrativo, poi a settembre 2010 è arrivata la proposta dell’area, quindi il referendum, il bando e l’aggiudicazione provvisoria. Si può parlare di “disinvoltura” dell'amministrazione?». «Di illegittimo non c'è niente – si scalda insieme al sindaco – se qualcuno lo pensa non lo dica sul piano politico, ma vada in tribunale». Picchi arriva a parlare di «odio» per l’amministrazione: «Se qualcuno fosse meno accecato dall'odio leggerebbe le carte prodotte e passate in consiglio». Poi fa sapere che il 20 giugno «riceveremo il verbale dell’aggiudicazione del bando e il 25 incontreremo l’Asl». Nel frattempo, il 12, arriverà in commissione, per la successiva approvazione, la variante che ha a che fare con la viabilità di Montenero e con i beni che la Asl deve vendere. Quanto alla viabilità «sarà finanziata in toto dalla Regione per 15 milioni: la prima tranche ne vale 3,5 che sono già in cassa per adeguare via di Montenero e gli svincoli». Quanto ai beni, il punto più scottante, i distretti di via Venuti e Fiorentina più l’edificio di via San Gaetano passeranno alla dizione “consolidato urbano” (come già avvenuto per via Rossi): in altre parole potranno essere trasformati in case o negozi. Capitolo a parte per Monterotondo e l'attuale ospedale: fatti salvi, ripete Picchi, i padiglioni e il tratto che resteranno ad attività socio sanitarie (Rsa, ospedale di Comunità...), «sarà tutto inserito nella discussione del nuovo Prg». «Ma parliamo di vocazione pubblica e non di nuove case», chiude Cosimi.
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