sabato 3 settembre 2011

Il Veneto lancia un piano per abolire le materne statali

Il Veneto lancia un piano per abolire le materne statali Pubblicato da comitatonogelmini su 2 settembre 2011 di Michela Nicolussi Moro da Il Corriere del Veneto 1 settembre 2011 Progetto pilota dell’assessore Sernagiotto: «Lo presento il 16 alla Gelmini». Il piano prevede di affidarle a parrocchie e Ipab. Il no della Chiesa: «Lede la libertà di scelta e il pluralismo» «Le scuole materne statali vanno eliminate». Fa sul serio Remo Sernagiotto, la sua non è una sparata di fine estate ma la base di un progetto pilota da presentare al ministro Mariastella Gelmini il 16 settembre, a Cortina. La sua segreteria ha appena finito di metterlo nero su bianco. «E’ un piano di riforma della scuola dell’infanzia, che parte dal Veneto—spiega l’assessore regionale al Sociale —. Consiste nell’affidare le materne statali e comunali alla gestione di Chiesa, parrocchie, cooperative e famiglie riunite in Ipab, perchè così si risparmierebbero circa 300 milioni l’anno, da poter ridistribuire alle famiglie e allo stesso sistema formativo. E’ il principio della sussidiarietà orizzontal e: è dimostrato che gli istituti parificati “puri” costano meno. Soltando convertendo le comunali paritarie, risparmieremmo 18 milioni: oggi ne costano 33». I numeri in effetti lo confermano. In Veneto ci sono 1183 materne, il 68% sono parificate e il 32% statali. Le paritarie autonome accolgono 87.952 bambini, al costo di 2.800 euro l’uno all’anno per un totale di 243 milioni; le paritarie comunali contano 6480 iscritti per 5.120 euro ciascuno e una spesa complessiva di 33 milioni; le statali seguono 45.434 piccoli a 6.331 euro pro capite, con un’uscita generale di 287,6 milioni. «Ecco perchè vorrei eliminare le statali — insiste Sernagiotto — o la Gelmini lo capisce o intraprenderò una battaglia mortale per far passare questo modello. E dico una parola anche sui nido: ora diamo 17,5 milioni a quelli di famiglia, i pubblici hanno costi pi&ugrav e; alti, perciò vanno chiusi e riconvertiti in tre mesi». Ecco, questa è la ricetta del responsabile del Sociale per risolvere l’annosa questione dei tagli e dei ritardi imposti dal governo ai contributi statali per le materne, che ha sollevato le proteste anche dei vescovi. Il Veneto sta ancora aspettando i 50 milioni relativi all’anno scolastico 2010/2011. Ma nessuno si sente di sostenere la scomparsa delle statali, nemmeno la Chiesa. «Il sistema educativo di formazione e istruzione si basa sulla pluralità dell’offerta — osserva don Edmondo Lanciarotta, coordinatore del Comitato per la parità scolastica — se viene a mancare, cadono anche la libertà di scelta dei genitori e il principio di autonomia. Alla Gelmini chiediamo invece di riconoscere il risparmio di 6,5 miliardi all’anno favorito in Italia dalle scuole paritarie e di ridistribuire parte della cifra alle stesse, per consentirne la sopravvivenza». «Conosco il piano, l’assessore ce lo ha presentato il 12 luglio — rivela Ugo Lessio, presidente regionale della Federazione italiana scuole materne — capisco le buone intenzioni dell’autore, ma è una follia pensare di elimina re 560 scuole pubbliche, con 1700 sezioni e 3400 insegnanti, per affidarle a cooperative e parrocchie che sicuramente non le vorranno. Tra l’altro non puoi toccare i contratti nazionali di lavoro. E poi la presenza delle statali non è un danno ma un arricchimento della proposta formativa ». «L’idea di consegnare al privato la scuola statale è demenziale— insiste Roberto Fasoli, consigliere regionale del Pd ed insegnante — vengono dall’estero a studiare i nostri modelli educativi, tra imigliori d’Europa. Costa di più perchè i contratti sono gestiti dal Miur e perchè il pubblico garantisce diritti non contemplati dal privato. Visto che l’offerta statale è insufficiente, la si sostenga e nel contempo si finanz i adeguatamente le parificate, che integrano il servizio. Se il piano Sernagiotto arriverà in consiglio, il Pd farà di tutto per sbarrargli la strada». Sernagiotto sulle materne vaneggia…arroganza e incompetenza di una politica inutile!!! Pubblicato da comitatonogelmini su 2 settembre 2011 di Claudio Piron Assessore alle Politiche Scolastiche, Educative, Giovanili del Comune di Padova 2 settembre 2011 I giornali oggi riportano dichiarazioni a dir poco “vaneggianti” dell’assessore Sernagiotto il quale propone di chiudere le materne statali e comunali perché troppo costose. Mi permetto tre osservazioni, due nel merito e una sul metodo: 1. Sernagiotto non dice la verità perché espone solo alcune cifre e ne omette delle altre. Infatti se alle scuole paritarie un bambino costa 2.800 €/anno bisogna aggiungere che le stesse scuole - hanno i bilanci in rosso per migliaia di euro all’anno; - hanno volontari che svolgono gratuitamente varie funzioni (es. l’amministrazione e la contabilità, gli acquisti di derrate, le pulizie, la risistemazione dei giardini, la dipintura dei locali…); - vengono organizzate feste e cene di autofinanziamento; - i genitori attuano forme di autotassazione aggiuntiva nell’anno; - le parrocchie sostengono le scuole con parte degli introiti di feste e sagre. Tutte cose che i Comuni non possono chiedere ai genitori perché la legge lo vieta! Se Sernagiotto sa fare i conti dovrebbe capire che si tratta di parecchie decine di migliaia di euro che vengono così risparmiate e che avvicinano di molto i costi della materne paritarie non-profit con le materne comunali ! cose più volte dette all’assessore da più di un anno a questa parte! 2. Se tutte le scuole statali e comunali venissero chiuse, chiedo all’assessore quanti decenni ci vorrebbero? E dove metterebbe nel frattempo i circa 7.000 insegnanti del Veneto (6.100 statali e 900 comunali) ? E con le organizzazioni sindacali quando pensa di parlarne? E con i Comuni ? 3. Se sulle idee siamo allo sbando completo, sul piano del metodo caro assessore non ci siamo proprio: - lei usa solo alcuni numeri che Anci e Fism le hanno sottoposto per far capire lo stato dell’arte e ne omette volutamente altri (esempi sopra riportati), facendo un pessimo servizio alla Regione e ai cittadini; - lei si era impegnato il 12 luglio con Anci e Fism a preparare una bozza di proposta da discutere assieme prima di presentarla alle commissioni e ai consiglieri regionali e poi al ministero. Cosa che non ha fatto mentre si esibisce in dichiarazioni fuori luogo, che creano confusione e allarmi, senza la minima fondatezza economica e giuridica; - lei vuole parlarne ad una festa di partito tra amici (compresa la sua “amica” Gelmini) ma non si è degnato minimamente di passare prima negli organi istituzionali della Regione di cui è un assessore (ahinoi?!) dimostrando di non avere il minimo rispetto per l’Istituzione che rappresenta, per i consiglieri eletti da tutti i cittadini veneti, per le famiglie e i bambini che dovrebbero essere da lei rappresentati e governati (sic!); - ricordo infine che i Comuni del Veneto danno alle paritarie mediamente almeno 430 €/anno a bambino, la regione solo 150! Sernagiotto prima di spararle grosse vuole fare almeno quanto fanno i comuni tanto vituperati? Non ci sono parole per descrive atteggiamenti talmente offensivi delle istituzioni che dimostrano l’assoluta incapacità di un personale politico logorato da decenni di attività fatta secondo le categorie del privilegiare gli amici e gli amici degli amici, le lobby e i potentati, i furbi e gli ammanicati. Chiediamo a Zaia di dare il ben servito ad assessori che dimostrano ogni giorno di più di non sapere dare nulla al Veneto, se non aggiungere problemi nuovi ai già tanti che governo nazionale e governo regionale hanno in questi anni generato. Con amarezza e infinito sgomento … attendiamo tempi migliori e altri politici.

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