Intervento di Sebastiano Ortu per il
Coordinamento Insegnanti-Genitori-Studenti per la Scuola Pubblica Bene Comune
1. L’inchiesta dell’a.s. 2010-11
Durante lo scorso anno scolastico come
Coordinamento insegnanti genitori e studenti ‘Scuola pubblica bene comune’
avevamo elaborato un piccolo documento-inchiesta – Il sostegno negato, in allegato – che faceva il punto sulla
situazione generale del diritto allo studio degli studenti diversamente abili
nel territorio della provincia di Lucca. Le premesse generali di quel documento
sono del tutto valide ancora oggi.
La condanna nell’aprile scorso del Miur per
discriminazione nei confronti di allieve/i disabili, proprio a causa dei tagli
imposti al contingente degli insegnanti di sostegno (tagli negati fino all’ultimo
nelle dichiarazioni pubbliche della titolare di quel Ministero), aveva
definitivamente sollevato il velo delle ipocrisie: da
tempo era cominciato l’attacco al modello fondato sulla progettualità didattica
dell’integrazione scolastica delle persone disabili nelle classi comuni, che è
stato ed è ancora oggi considerato un esempio avanzato di civiltà a livello
mondiale. Una scelta che, con le leggi 517 del 1977 e 104 del 1992 poneva fine alle odiose “classi differenziate”, le classi
separate in cui i disabili venivano relegati senza alcun criterio didattico o
clinico: veri e propri ghetti, sorta di ospedali psichiatrici per bambini e
ragazzi in età scolare.
La
limitazione del diritto allo studio delle studentesse e degli studenti
diversamente abili nella scuola pubblica italiana si svolgeva e si svolge
secondo due direzioni: il sovraffollamento delle classi dovuto allo sforamento
del tetto massimo 1:20 previsto per legge del rapporto studenti disabili-totale
degli alunni componenti una stessa classe da una parte; e dall’altra, il
tentativo di diminuire le già del
tutto esigue e insufficienti ore minime
che un insegnante di sostegno può
dedicare settimanalmente a un allievo.
1.1.Troppi studenti per classe
La “riforma” Gelmini ha innalzato il numero
degli alunni per classe e, a parte il fatto che ciò è avvenuto in barba a tutte
le leggi in vigore sulla sicurezza delle aule, ciò ha delle ripercussioni
gravissime sul diritto allo studio e all’integrazione degli alunni con
sostegno. Il contesto scolastico di una classe che lavora anche con allievi
certificati richiede un’atmosfera particolare, in cui sia possibile instaurare
la giusta tensione didattica per tutti gli studenti. E non a caso sono in
vigore leggi ben precise (il DM
141 del 31 giugno 1999) che fissano per queste classi un tetto massimo al
numero complessivo degli alunni, e che addirittura prevedono (altra norma
frequentemente non rispettata) la
presenza nella stessa classe di più di un alunno in situazione di handicap solo
in casi eccezionali e come ipotesi residuale, e solo in presenza di handicap
lievi. Nella nostra provincia, in seguito agli effetti concomitanti dei tagli e
dell’innalzamento del numero massimo, lo scorso anno, e si presume dai primi
dati che ci stanno arrivano, anche in questo anno scolastico, si sono invece
formate classi addirittura con tre o più allievi certificati, a volte
inseriti in un contesto di 26 e
più studenti in totale.
1.2.Il sostegno negato
Le ore di sostegno da assegnare a chi ne ha
diritto vengono calcolate sull’orario settimanale di un insegnante, il quale
può variare da 18 (medie e superiori) a 22 ore (elementari). Nel caso raro in
cui un insegnante di sostegno si dedichi a un solo studente, che si presuppone
per questo assai grave, in una scuola media o superiore (tempo-scuola
settimanale circa 29-33 ore) risulteranno scoperte 11-15 ore; in una scuola
elementare (tempo scuola settimanale da 27 a, nel caso assai frequente di tempo
pieno, 40 ore) risulteranno scoperte da 5 a, assai più frequentemente, 18
ore.
Se ne deduce che anche nel raro caso in cui
venga concessa la totalità delle ore di lavoro di un insegnante di sostegno a
un unico studente, rimangono troppe ore “scoperte”.
Queste cifre vanno però calcolate ancora più
al ribasso. L’inchiesta dello scorso anno scolastico nel territorio lucchese
metteva in evidenza, secondo i dati forniti dall’Ufficio scolastico provinciale
di Lucca, che in realtà la media del rapporto fra insegnanti di sostegno /
allievi certificati rispettava la media secca 1:2. Ogni insegnante di sostegno,
in media, suddivideva cioè le sue ore fra due studenti certificati. In questa
media “ragionieristica” erano compresi anche i “casi gravi” di cui sopra, con
rapporto 1:1, per cui, era da dedurre, la maggior parte degli allievi risultava
assistita per un numero di ore ancora inferiore a quelle garantite da un
rapporto 1:2, e che la media delle ore “scoperte” per ciascun allievo
certificato risultava necessariamente assai più alta, troppo alta per
assicurare il diritto allo studio garantito dalla Costituzione.
A questa situazione le scuole hanno cercato di
adattarsi alla bell’e meglio, in diversi modi. In alcune scuole i casi
complessi non sono stati considerati tali, a loro sono state assegnate le ore
minime della media “standard” 1 : 2 (9 o 11 a secondo del grado di scuola),
oppure sono stati “accorpati”, nel senso che un insegnante si occupa
contemporaneamente di più casi (il più delle volte non assimilabili agli stessi
criteri didattici); oppure – sembra essere il caso più frequente – la palla
viene passata al Dirigente che, dovendo amministrare quello che gli passa il
convento (la Direzione didattica regionale conferisce le ore di sostegno all’Ufficio provinciale, il quale a sua
volta le assegna all’Istituto che poi le spartisce come meglio può), a denti
stretti è costretto a concedere al “caso complesso” un po’ di ore in più,
togliendole però agli altri alunni certificati e abbassando notevolmente la media
reale delle ore di sostegno, innalzando la totalità delle ore scoperte,
diminuendo il diritto allo studio di tutti.
Un ragionamento a parte andrebbe fatto sulla
legittimità del perseguimento della media matematica del rapporto 1:2 nelle
assegnazioni degli insegnanti di sostegno. Questo limite fu stabilito dalla
finanziaria 2008 (legge 244/07,
articolo 2, commi 413-414), che però stabiliva anche come l’unico limite
normativo a cui richiamarsi nella distribuzione delle cattedre sarebbe dovuto
essere quello dell’assegnazione dell’insegnante in base alle «effettive
esigenze rilevate» e non già la mera suddivisione matematica della metà di insegnanti di
sostegno rispetto al numero complessivo di alunni disabili e, poi, a seguito di
questo, l’assegnazione "possibile" di ore. Per chiarire questo
complicato meccanismo ci ha aiutato la ormai famosa, per gli addetti ai lavori,
sentenza n° 80 del 2010 che, in forza del principio delle «effettive esigenze
rilevate», dichiarava illegittimi i principi che stabilivano il rapporto 1:2,
in quanto trattavano in modo
eguale gli alunni con disabilità lieve e grave, mentre quelli con disabilità
più grave dovevano, secondo la sentenza, avere più risorse. Secondo questa
sentenza inoltre i genitori i cui figli abbiano una certificazione di handicap
grave ai sensi dell'art. 3 comma 3 della Legge n° 104/92, potranno chiedere le
ore “in deroga”, qualora ritengano che le ore assegnate siano insufficienti ad
affrontare i problemi didattici del loro figlio.
1.3.Quanti studenti certificati si trovano nelle scuole della provincia?
Come sono suddivisi, quanti insegnanti di sostegno sono stati a loro affidati?
Nell’a.s. 2009-10 i dati in nostro possesso ci
informavano che sono inseriti nelle scuole 1083 allievi (suddivisi in 123 nella
scuola dell’infanzia, 369 nella scuola primaria, 286 nella scuola secondaria di
primo grado e 305 nella scuola secondaria di secondo grado) presi in carico da
514 insegnanti di sostegno (61 nella scuola dell’infanzia, 173 nella scuola
primaria, 136 nella scuola secondaria di primo grado e 144 nella scuola
secondaria di secondo grado). La media provinciale insegnanti di sostegno /
allievi certificati era quindi rispondente al rapporto 1 : 2, e cioè che in
media ogni insegnante di sostegno seguiva due studenti certificati, dividendo
fra loro il suo orario di lavoro di 18 o 22 ore settimanali a secondo del grado
di scuola. Alla richiesta avanzata dall’Usp di ulteriori 52 cattedre “in
deroga” per i casi gravi, secondo la sentenza 80, veniva risposto con la
concessione di sole altre 25.
2. I dati per l’anno scolastico
2011-12
Per quest’anno i pochi dati in nostro possesso
ci informano della situazione in maniera già abbastanza eloquente. Mancano sì i
dati della rilevazione “dal basso”, che lo scorso anno arricchivano l’inchiesta
raccontando la situazione di un’alta percentuale delle scuole lucchesi,
raccolti grazie alla collaborazione di insegnanti, genitori e studenti
solidali. Ci facciamo carico anche quest’anno, una volta iniziate le scuole, di
avviare una nuova inchiesta, e cogliamo da subito l’occasione per invitare
operatori e fruitori della scuola a contattarci.
Innanzitutto si nota che i dati di quest’anno
sono tutti al rialzo, in quanto in provincia si è verificato un aumento
significativo delle certificazioni: sommando fra tutti gli ordini di scuola si
è raggiunta la cifra di 1141 allievi certificati.
Per rispondere alle «effettive esigenze
rilevate» l’Usp di Lucca al momento della formazione dei contingenti ha
inoltrato una richiesta “ragionevole” di 740 insegnanti di sostegno. L’Ufficio
scolastico regionale ne ha concessi solamente 532, al di sotto quindi
del rapporti minimo 2:1.
Ad agosto sono partite dall’Usp altre 161
richieste di cattedre “in deroga” per i casi complessi. L’Usr ha risposto
prescrivendo una corposa riduzione basata sull’individuazione dei casi più
gravi. L’Usp si è fatta carico allora del taglio di quasi la metà delle
precedenti richieste, e dopo una corposa scrematura ha avanzato una nuova
domanda di 86 cattedre in deroga. A questo punto è intervenuto
direttamente l’Usr che ha operato un nuovo taglio, concedendo alla fine
solamente 33 cattedre in deroga: da una richiesta iniziale (ricordiamolo) di
161.
Nel frattempo, siccome i tempi delle
certificazioni giustamente non seguono i ritmi della burocrazia scolastica,
dopo agosto sono arrivate altre 21 certificazioni alle quali, allo stato
attuale, non è stata data ancora risposta.
Lo
stato dei lavori, al momento, è il seguente. Malgrado lo sforzo effettuato
dall’Usp per distribuire equamente sul territorio e nei vari ordini di scuola
un contingente di insegnanti di sostegno adatto a rispettare i termini di legge
delle «effettive esigenze rilevate», anche il rapporto attuale tra insegnanti e
studenti certificati è addirittura inferiore al minimo imposto dalla legge:
1:2,25!
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