martedì 20 settembre 2011

Inchiesta sulla scuola (di Sebastiano Ortu)


Intervento di Sebastiano Ortu per il Coordinamento Insegnanti-Genitori-Studenti per la Scuola Pubblica Bene Comune

1.     L’inchiesta dell’a.s. 2010-11

Durante lo scorso anno scolastico come Coordinamento insegnanti genitori e studenti ‘Scuola pubblica bene comune’ avevamo elaborato un piccolo documento-inchiesta – Il sostegno negato, in allegato – che faceva il punto sulla situazione generale del diritto allo studio degli studenti diversamente abili nel territorio della provincia di Lucca. Le premesse generali di quel documento sono del tutto valide ancora oggi.
La condanna nell’aprile scorso del Miur per discriminazione nei confronti di allieve/i disabili, proprio a causa dei tagli imposti al contingente degli insegnanti di sostegno (tagli negati fino all’ultimo nelle dichiarazioni pubbliche della titolare di quel Ministero), aveva definitivamente sollevato il velo delle ipocrisie: da tempo era cominciato l’attacco al modello fondato sulla progettualità didattica dell’integrazione scolastica delle persone disabili nelle classi comuni, che è stato ed è ancora oggi considerato un esempio avanzato di civiltà a livello mondiale. Una scelta che, con le leggi 517 del 1977 e 104 del 1992  poneva fine alle odiose  “classi differenziate”, le classi separate in cui i disabili venivano relegati senza alcun criterio didattico o clinico: veri e propri ghetti, sorta di ospedali psichiatrici per bambini e ragazzi in età scolare.
La  limitazione del diritto allo studio delle studentesse e degli studenti diversamente abili nella scuola pubblica italiana si svolgeva e si svolge secondo due direzioni: il sovraffollamento delle classi dovuto allo sforamento del tetto massimo 1:20 previsto per legge del rapporto studenti disabili-totale degli alunni componenti una stessa classe da una parte; e dall’altra, il tentativo di diminuire le già del tutto esigue e insufficienti ore minime che un insegnante di sostegno può dedicare settimanalmente a un allievo.

1.1.Troppi studenti per classe
La “riforma” Gelmini ha innalzato il numero degli alunni per classe e, a parte il fatto che ciò è avvenuto in barba a tutte le leggi in vigore sulla sicurezza delle aule, ciò ha delle ripercussioni gravissime sul diritto allo studio e all’integrazione degli alunni con sostegno. Il contesto scolastico di una classe che lavora anche con allievi certificati richiede un’atmosfera particolare, in cui sia possibile instaurare la giusta tensione didattica per tutti gli studenti. E non a caso sono in vigore leggi ben precise (il DM 141 del 31 giugno 1999) che fissano per queste classi un tetto massimo al numero complessivo degli alunni, e che addirittura prevedono (altra norma frequentemente non rispettata)  la presenza nella stessa classe di più di un alunno in situazione di handicap solo in casi eccezionali e come ipotesi residuale, e solo in presenza di handicap lievi. Nella nostra provincia, in seguito agli effetti concomitanti dei tagli e dell’innalzamento del numero massimo, lo scorso anno, e si presume dai primi dati che ci stanno arrivano, anche in questo anno scolastico, si sono invece formate classi addirittura con tre o più allievi certificati, a volte inseriti  in un contesto di 26 e più studenti in totale.



1.2.Il sostegno negato
Le ore di sostegno da assegnare a chi ne ha diritto vengono calcolate sull’orario settimanale di un insegnante, il quale può variare da 18 (medie e superiori) a 22 ore (elementari). Nel caso raro in cui un insegnante di sostegno si dedichi a un solo studente, che si presuppone per questo assai grave, in una scuola media o superiore (tempo-scuola settimanale circa 29-33 ore) risulteranno scoperte 11-15 ore; in una scuola elementare (tempo scuola settimanale da 27 a, nel caso assai frequente di tempo pieno, 40 ore) risulteranno scoperte da 5 a, assai più frequentemente, 18 ore.
Se ne deduce che anche nel raro caso in cui venga concessa la totalità delle ore di lavoro di un insegnante di sostegno a un unico studente, rimangono troppe ore “scoperte”.
Queste cifre vanno però calcolate ancora più al ribasso. L’inchiesta dello scorso anno scolastico nel territorio lucchese metteva in evidenza, secondo i dati forniti dall’Ufficio scolastico provinciale di Lucca, che in realtà la media del rapporto fra insegnanti di sostegno / allievi certificati rispettava la media secca 1:2. Ogni insegnante di sostegno, in media, suddivideva cioè le sue ore fra due studenti certificati. In questa media “ragionieristica” erano compresi anche i “casi gravi” di cui sopra, con rapporto 1:1, per cui, era da dedurre, la maggior parte degli allievi risultava assistita per un numero di ore ancora inferiore a quelle garantite da un rapporto 1:2, e che la media delle ore “scoperte” per ciascun allievo certificato risultava necessariamente assai più alta, troppo alta per assicurare il diritto allo studio garantito dalla Costituzione.
A questa situazione le scuole hanno cercato di adattarsi alla bell’e meglio, in diversi modi. In alcune scuole i casi complessi non sono stati considerati tali, a loro sono state assegnate le ore minime della media “standard” 1 : 2 (9 o 11 a secondo del grado di scuola), oppure sono stati “accorpati”, nel senso che un insegnante si occupa contemporaneamente di più casi (il più delle volte non assimilabili agli stessi criteri didattici); oppure – sembra essere il caso più frequente – la palla viene passata al Dirigente che, dovendo amministrare quello che gli passa il convento (la Direzione didattica regionale conferisce  le ore di sostegno all’Ufficio provinciale, il quale a sua volta le assegna all’Istituto che poi le spartisce come meglio può), a denti stretti è costretto a concedere al “caso complesso” un po’ di ore in più, togliendole però agli altri alunni certificati e abbassando notevolmente la media reale delle ore di sostegno, innalzando la totalità delle ore scoperte, diminuendo il diritto allo studio di tutti.
Un ragionamento a parte andrebbe fatto sulla legittimità del perseguimento della media matematica del rapporto 1:2 nelle assegnazioni degli insegnanti di sostegno. Questo limite fu stabilito dalla finanziaria 2008 (legge 244/07, articolo 2, commi 413-414), che però stabiliva anche come l’unico limite normativo a cui richiamarsi nella distribuzione delle cattedre sarebbe dovuto essere quello dell’assegnazione dell’insegnante in base alle «effettive esigenze rilevate» e non già la mera suddivisione matematica della metà di insegnanti di sostegno rispetto al numero complessivo di alunni disabili e, poi, a seguito di questo, l’assegnazione "possibile" di ore. Per chiarire questo complicato meccanismo ci ha aiutato la ormai famosa, per gli addetti ai lavori, sentenza n° 80 del 2010 che, in forza del principio delle «effettive esigenze rilevate», dichiarava illegittimi i principi che stabilivano il rapporto 1:2, in quanto  trattavano in modo eguale gli alunni con disabilità lieve e grave, mentre quelli con disabilità più grave dovevano, secondo la sentenza, avere più risorse. Secondo questa sentenza inoltre i genitori i cui figli abbiano una certificazione di handicap grave ai sensi dell'art. 3 comma 3 della Legge n° 104/92, potranno chiedere le ore “in deroga”, qualora ritengano che le ore assegnate siano insufficienti ad affrontare i problemi didattici del loro figlio.

1.3.Quanti studenti certificati si trovano nelle scuole della provincia? Come sono suddivisi, quanti insegnanti di sostegno sono stati a loro affidati?
Nell’a.s. 2009-10 i dati in nostro possesso ci informavano che sono inseriti nelle scuole 1083 allievi (suddivisi in 123 nella scuola dell’infanzia, 369 nella scuola primaria, 286 nella scuola secondaria di primo grado e 305 nella scuola secondaria di secondo grado) presi in carico da 514 insegnanti di sostegno (61 nella scuola dell’infanzia, 173 nella scuola primaria, 136 nella scuola secondaria di primo grado e 144 nella scuola secondaria di secondo grado). La media provinciale insegnanti di sostegno / allievi certificati era quindi rispondente al rapporto 1 : 2, e cioè che in media ogni insegnante di sostegno seguiva due studenti certificati, dividendo fra loro il suo orario di lavoro di 18 o 22 ore settimanali a secondo del grado di scuola. Alla richiesta avanzata dall’Usp di ulteriori 52 cattedre “in deroga” per i casi gravi, secondo la sentenza 80, veniva risposto con la concessione di sole altre 25.

2.     I dati per l’anno scolastico 2011-12
Per quest’anno i pochi dati in nostro possesso ci informano della situazione in maniera già abbastanza eloquente. Mancano sì i dati della rilevazione “dal basso”, che lo scorso anno arricchivano l’inchiesta raccontando la situazione di un’alta percentuale delle scuole lucchesi, raccolti grazie alla collaborazione di insegnanti, genitori e studenti solidali. Ci facciamo carico anche quest’anno, una volta iniziate le scuole, di avviare una nuova inchiesta, e cogliamo da subito l’occasione per invitare operatori e fruitori della scuola a contattarci.
Innanzitutto si nota che i dati di quest’anno sono tutti al rialzo, in quanto in provincia si è verificato un aumento significativo delle certificazioni: sommando fra tutti gli ordini di scuola si è raggiunta la cifra di 1141 allievi certificati.
Per rispondere alle «effettive esigenze rilevate» l’Usp di Lucca al momento della formazione dei contingenti ha inoltrato una richiesta “ragionevole” di 740 insegnanti di sostegno. L’Ufficio scolastico regionale ne ha concessi solamente 532, al di sotto quindi del rapporti minimo 2:1.
Ad agosto sono partite dall’Usp altre 161 richieste di cattedre “in deroga” per i casi complessi. L’Usr ha risposto prescrivendo una corposa riduzione basata sull’individuazione dei casi più gravi. L’Usp si è fatta carico allora del taglio di quasi la metà delle precedenti richieste, e dopo una corposa scrematura ha avanzato una nuova domanda di 86 cattedre in deroga. A questo punto è intervenuto direttamente l’Usr che ha operato un nuovo taglio, concedendo alla fine solamente 33 cattedre in deroga: da una richiesta iniziale (ricordiamolo) di 161.
Nel frattempo, siccome i tempi delle certificazioni giustamente non seguono i ritmi della burocrazia scolastica, dopo agosto sono arrivate altre 21 certificazioni alle quali, allo stato attuale, non è stata data ancora risposta.
Lo stato dei lavori, al momento, è il seguente. Malgrado lo sforzo effettuato dall’Usp per distribuire equamente sul territorio e nei vari ordini di scuola un contingente di insegnanti di sostegno adatto a rispettare i termini di legge delle «effettive esigenze rilevate», anche il rapporto attuale tra insegnanti e studenti certificati è addirittura inferiore al minimo imposto dalla legge: 1:2,25!


   

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