Subito il confronto sull’ex Caserma del Fante
Torbido e preoccupante è questo presente recessivo, dominato da catene di comando finanziario che producono macelleria sociale e indebolimento delle garanzie democratiche. Di fronte a un futuro dai contorni ed esiti assai incerti, si impone misura nelle esternazioni: c'è bisogno di prudenza, e di parlare a ragion veduta. Ci sembra invece che accada il contrario e una rincorsa al sensazionalismo offuschi spesso la ragione.
Anche a Livorno, si sono tentati accostamenti impropri, forse per coprire la difficoltà a leggere le nuove realtà, mescolando giusta e pacifica contestazione, conflitto di idee, ironia e creatività, con episodi muscolari e stolti, frutto forse di ideologie e di simbolismi feticisti.
Per dare un’alternativa alla disperante condizione dei giovani della nostra città, il centro sociale a Livorno si è moltiplicato e diversificato, costruendo relazioni tra i diversi filoni dell'iniziativa sociale, inventando nuove forme di politica e di confronto con il sindacalismo di base, il volontariato e i comitati di cittadinanza attiva. Ma quello che ne costituisce l’originalità, è insieme la capacità politica, l’autonomia dell’elaborazione e al contempo la continua ricerca di confronto con la città e le sue istituzioni. Noi dell’Unioni Inquilini da molti anni abbiamo stretto un patto di coalizione che ci ha consentito di continuare a praticare le nostre vertenze non violente per ottenere proroghe agli sgomberi, in attesa dell'approvazione della legge in discussione alla regione toscana, per evitare che minori invalidi anziani finiscano in strada senza alcun soccorso da parte delle istituzioni democratiche. Frutto dell'incontro e del dialogo tra centri sociali e giovani artisti è l'officina sociale il Refugio, che tra l'altro partecipa all’Effetto Venezia con mostre e iniziative assai apprezzate. Ma il laboratorio più nuovo e ambizioso si è aperto da un anno nella caserma dismessa Del Fante, dove si sperimentano risposte alla precarietà di casa e lavoro, si dà sostegno alle famiglie sfrattate, si costruiscono servizi per il quartiere spazi culturali e di aggregazione, che sono confluiti in un progetto disegnato dagli arch. dell'Osservatorio Trasformazioni Urbane, già presentato a stampa e istituzioni.
Ora è allo studio il progetto di fattibilità e di gestione economica, su cui presto ci confronteremo con gli assessori competenti. Nessuna voglia di normalizzazione che forse circola in alcuni ambienti del potere, può ignorare questa ricchezza di partecipazione, che va sostenuta da tutte le forze democratiche della città.
25 maggio 2012
Daria Faggi
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