mercoledì 23 maggio 2012

Sulla gestione dei rifiuti a Follonica



Sabato 19 maggio l’ing. Rabitti ha presentato il suo ultimo libro sulla problematica diossina e incenerimenti. Ha illustrato in modo molto evidente e con dovizia di dati come attività, quali l’incenerimento di sostanze particolari quali ad esempio i rifiuti, possono contribuire in maniera sostanziale e duratura nel tempo ad aumentare i livelli di inquinamento di una certa area.

Nella nostra zona, ove l’inquinamento di svariata natura ha già raggiunto livelli elevati - e i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (pubblicazione 2007 di Elena de Felip) e, più recentemente (2010-2011) dell’Arpat, lo testimoniano ampiamente- l’incenerimento di rifiuti potrà portare al raggiungimento di livelli di diossine e polveri fini oltre i limiti accettabili per una salvaguardia della salute umana.
Valori fuori norma per diossine e simili sono stati rinvenuti nel canale Solmine, mentre valori superiori ai limiti sono stati trovati in campioni di latte animale al Puntone Vecchio e a Scarlino e in mangimi a Cura Nuova–Valpiana, ove un inceneritore ha funzionato per anni.
Esiste quindi un grave problema legato all’incenerimento, in particolare dei rifiuti, e di conseguenza si evidenzia la necessità di una corretta gestione dei rifiuti.
Se le amministrazioni spingessero sulla raccolta differenziata, con il sistema porta a porta, si raggiungerebbero le percentuali di recupero previste da Comunità Europea, Stato Italiano, e in tempi passati, anche da Regione Toscana.
La massima parte di tali rifiuti sarebbero recuperati e riciclati evitando così l’incenerimento.
E’ questo il motivo fondamentale che, come Rifondazione Comunista, abbiamo promosso, insieme ad altre forze politiche ed associazioni, la raccolta delle firme presso i cittadini di Follonica e comuni limitrofi, per richiedere di estendere la raccolta differenziata porta a porta a tutta la città; obiettivo: stimolare le amministrazioni ad incentivare al massimo tale soluzione.
Solo a Follonica (in un lasso di tempo assai breve -2 mesi-) sono state raccolte oltre 2.000 firme che a breve verranno depositate ufficialmente presso l’amministrazione.
Altre centinaia sono state raccolte nel comune di Scarlino ed in altri comuni della provincia. Segno evidente che i cittadini, consci dell’importanza dell’iniziativa, chiedono a gran voce di attivare questo tipo di intervento sulla gestione dei rifiuti.
Ci sembra assai strano che un’amministrazione che nel 2009 ha inserito nel suo programma elettorale, tra le priorità, quella di raggiungere nel 2012 il 75% di raccolta differenziata, con il miraggio per i cittadini che tale operazione si sarebbe tradotta in “una riduzione delle tariffe” della tassa sui rifiuti e che successivamente è intervenuta positivamente, attraverso l’intervento sostanziale dell’ing. Rabitti, contro l’inceneritore di Scarlino Energia, oggi adduca motivi non accettabili e a nostro avviso inesistenti per giustificare il mancato intervento su questa problematica.
Viene affermato, attraverso gli organi di stampa, ma solo con affermazioni generiche, demagogiche e non documentate, che il tipo di R.D. voluto dai cittadini avrebbe maggiori costi e difficoltà logistiche: esistono ormai decine di documenti che dimostrano come a percentuali elevate di R.D. (60-70%), raggiungibili solo con il porta a porta, i costi della gestione rifiuti diminuiscono drasticamente; per quanto riguarda la logistica crediamo che se il problema è stato risolto in città come Milano, Torino, Treviso, Salerno o S.Francisco in America, città assai più problematiche e complesse di Follonica, tale problema possa essere affrontato positivamente anche da noi.
A questo punto sorge spontaneo un sospetto inevitabile: l’amministrazione sta scegliendo di allinearsi alla volontà provinciale e dell’ATO, che avendo a suo tempo programmato e successivamente progettato un piano rifiuti errato, privilegiando la realizzazione di impianti privati di trattamento dei rifiuti in netto contrasto con le normative europee, statali ed in parte anche regionali, si trova oggi nella condizione di dover boicottare la raccolta differenziata per giustificare e favorire tali impianti ?
L’impianto delle Strillaie (che produce CDR) della soc. privata FUTURA, per avere una gestione economica deve trattare 96.400 t/anno di rifiuti indifferenziati. Nel 2010, la provincia di Grosseto ha prodotto 157.705 t. di rifiuti idonei per tale impianto, ma realizzando una R.D. del solo 28%. Se si fosse realizzata una R.D. secondo le percentuali previste dalla legislazione -65%- (raggiungibile solamente con l’applicazione corretta del porta a porta) le tonnellate idonee per l’impianto delle Strillaie sarebbero scese a 86.740 t., cioè 10.000 t. in meno di quanto necessario per rendere l’impianto economico.
E’ evidente che per mantenere l’economicità dell’impianto si dovrà produrre dell’indifferenziato in quantità tale da saturare la richiesta della società Futura, a scapito della raccolta differenziata che non potrà raggiungere le percentuali previste dalle normative.
I cittadini continueranno così a pagare nella TARSU le penali previste dalle normative Europee consistenti in aggravi del 20% sui costi dei rifiuti non sottoposti a Raccolta differenziata (nel 2011 da 50 a 100 € a famiglia, a Follonica).
Ovviamente Follonica dovrebbe contribuire a quanto provincia ed ATO desiderano per giustificare tale sistema lesivo degli interessi della collettività.
Ecco perché l’amministrazione di Follonica non promuove la R.D. porta a porta, ma china il capo ed è consenziente ai desiderata di provincia ed ATO anche se ciò pregiudica il benessere (salute, posti di lavoro, spese) dei propri cittadini.
Da qui un invito all’amministrazione a recedere dalla posizione sin qui assunta, assurda e non coerente con gli indirizzi a suo tempo prospettati ai cittadini, ed una richiesta di inversione di rotta in merito alla gestione dei rifiuti.
Non promuovendo la R.D. spinta p.a.p. e non creando un impianto di riciclaggio e riuso (che il programma dell’attuale amministrazione prevedeva nel 2009) non si danno le adeguate risposte nemmeno ai lavoratori di Scarlino Energia che attualmente si trovano in regime di cassa integrazione. Non si può essere contro l’inceneritore e allo stesso contro il p.a.p.; non si può essere contro i lavoratori di Scarlino Energia, ai quali non viene data un’adeguata alternativa occupazionale.
Lavoratori che invitiamo comunque ad alzare la voce anche contro il loro datore di lavoro che li ha “usati” fin dall’inizio di questa vicenda.

RIFONDAZIONE COMUNISTA – Circolo Che Guevara Follonica
GIARDELLI UBALDO

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