mercoledì 15 agosto 2012

Due giacimenti di metano a Tombolo e Coltano


Due giacimenti di metano a Tombolo e Coltano 
Fra tre mesi comincerà l’estrazione della società Sim di Massarosa subentrata nella concessione all’Eni che aveva rinunciato a riaprire i pozzi 

Il gas viaggerà sulla dorsale del metanodotto Snam da Viareggio a Livorno
La “miniera” garantirà una produzione tra cinque e seimila metri cubi al giorno


da Il Tirreno

di Giovanni Parlato wLIVORNO Entro due-tre mesi si comincerà a estrarre metano da due pozzi che si trovano a Tombolo e a Coltano. La concessione era dell’Eni che, dalla metà degli anni Ottanta, aveva utilizzato questi pozzi per poi rinunciarvi. Pertanto, la società Sim di Massarosa che da 40 anni lavora nel settore del metano ha presentato “istanza della concessione di coltivazione” e la domanda è stata accettata dal ministero. In pratica una società con 22 dipendenti è subentrata a un gigante come Eni per l’estrazione del metano. Quattro anni di lavoro. «La concessione ci è stata attribuita nell’ottobre del 2008 e da allora non abbiamo fatto altro che lavorare per ripristinare i pozzi, renderli funzionali, adeguare i due siti alle normative sulla sicurezza che sono subentrate in questi tempi, fare eseguire i collaudi, fare tutto quello che serve per estrarre il metano con mezzi moderni. Adesso siamo pronti, è solo questione di due o tre mesi e dai due pozzi verrà estratto il metano», spiega l’ingegnere Marcello Biancotti della Sim e “direttore dei lavori della miniera” come si dice in linguaggio tecnico, ovvero il responsabile della Sim a cui fa riferimento il ministero dello Sviluppo Economico capitanato da Corrado Passera. Eni abbandona. Dopo la concessione risalente agli anni Ottanta e le prime estrazioni, il lavoro venne sospesa per motivi tecnici ed Eni rinunciò ai siti di Tombolo e Coltano. La Sim nel rilevare la concessione si è dovuta fare carico di rimettere i pozzi in funzione a proprie spese. Un investimento notevole che si è prolungato negli anni e a cui hanno lavorato diverse ditte esterne. Adesso, la società di Massarosa è pronta a cogliere i frutti di anni di lavoro dedicati soltanto all’investimento. Ma una volta estratto, il metano dove finisce e come fa la società di Massarosa a trasformare questa risorsa energetica pulita in moneta sonante? Il metanodotto. L’ingegnere Marcello Biancotti spiega che la dorsale principale del metanodotto della Snam passa da Viareggio, da Pisa (non lontano dall’aeroporto) per arrivare a Livorno. «Il metano che estrarremo - afferma Marcello Biancotti - verrà immesso in questo metanodotto che a sua volta ha una serie di diramazioni. Chiederemo a Snam, a cui paghiamo una tariffa per il trasporto del metano, di portare il metano in un diramazione da cui il metano raggiungerà la sede finale. Anche noi a Massarosa abbiamo un punto d’uscita. Potremmo chiedere a Snam di farcelo avere direttamente a Massarosa e poi potremmo vendere il metano noi direttamente. Ma sono tutti aspetti che valuteremo in una seconda fase». In pratica, il metanodotto principale della Snam è come un’autostrada e ogni tanto ci sono gli svincoli da cui si può scegliere di uscire. Ciò significa che la società che estrae Metano è libera di vendere sia a Bolzano che a Napoli. La produzione. Ma qual è la potenza complessiva dei due pozzi? In tutto il periodo che sono stati utilizzati, hanno prodotto 30 milioni di metri cubi di metano. «Abbiamo calcolato che mediamente dovremmo estrarre fra 5 e 6 mila metri cubi di metano al giorno», aggiunge Marcello Biancotti. Dove sono. Un pozzo si trova a Tombolo fra via Provincia del Mare, più o meno all’altezza dell’ingresso principale di Camp Darby e il canale dei Navicelli, mentre l’altro è nella campagna di Coltano.
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