Il Governo da il
“VIA” libera definitivo sui materiali di
scavo della Tav. Il un nuovo Regolamento del Governo permetterà di far risparmiare a Ferrovie dello
Stato e alle società RFI e Nodavia le risorse necessarie ad un corretto
smaltimento del materiale scavato. Milioni di tonnellate di rifiuti inquinanti
prodotti dal cantiere per la costruzione del doppio tunnel da sette chilometri
del nodo fiorentino dell'Alta velocità ferroviaria diventano materiale “buono”
per il ripristino ambientale dell'ex
miniera di Santa Barbara nel comune di Cavriglia (Arezzo), destinata a
diventare un Parco Naturale. Il decreto presentato da Clini altro non è che una
riproposizione del decreto Prestigiacomo, già bocciato in sede europea nel
novembre del 2011, il rischio che
l'Italia vada incontro a sanzioni da parte dell'Unione Europea appare
altissimo.
I cittadini del Comune di Cavriglia
sanno che sono state azzerate tutte le necessarie tutele ambientali e sanitarie
richieste negli anni? Rifondazione Comunista contraria alla costruzione all’opera
di sottoattraversamento Tav di Firenze
chiede alla Provincia di Firenze di assumere una posizione sulla
violazione del diritto ambientale UE e sulla stessa violazione delle norma in
vigore in tema di gestione di rifiuti e assimilati. Domanda di attualità art. 39 del
Regolamento del Consiglio Provinciale.
Apprendiamo che il Governo ha
dato il “VIA” libera definitivo sui
materiali di scavo della Tav. II decreto che modifica le regole in materia di
trattamento delle terre di scavo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed
entrerà in vigore il 6 ottobre2012 .
Dunque milioni di tonnellate di
rifiuti inquinanti prodotti dal cantiere per la costruzione del doppio tunnel
da sette chilometri del nodo fiorentino dell'Alta velocità ferroviaria
diventano materiale “buono” per il ripristino ambientale dell'ex miniera di Santa Barbara nel comune di
Cavriglia (Arezzo), destinata a diventare un Parco Naturale.
Il testo conferma in modo
discutibile che rocce e inerti che
produrrà la maxi fresa per creare il tunnel dell'alta velocità non sono più
classificati come rifiuti ma come «sottoprodotti».
Sta di fatto che 2,8 milioni
di tonnellate che usciranno dal sottosuolo di Firenze, entro certi limiti, potranno
contenere cementiti e additivi chimici ed essere comunque trasportati a
Cavriglia per la realizzazione della colline schermo davanti alla centrale di
Santa Barbara.
Si tratta di un
passaggio cruciale atteso da aziende e
Ferrovie ( ovvero i detentori del mega business) in vista di una rapida ripresa dei lavori. Il
Governo e il Ministro dell'Ambiente
Corrado Clini hanno autorizzato il un
nuovo Regolamento che permetterà di far risparmiare a Ferrovie dello Stato e
alle società RFI e Nodavia le risorse necessarie ad un corretto smaltimento del
materiale scavato.
Assordante è il silenzio delle
istituzioni a partire dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Firenze che, a
fronte di questa forzata accelerazione,
non hanno avanzato alcuna osservazione o contrasto verso una decisione
che porta solo dei benefici alle imprese costruttrici. Ciò che dovrebbe
preoccupare le Istituzioni locali è anche il fatto che il decreto Clini non è stato esaminato dalla
Commissione ambiente a Bruxelles, ma
solo dalla Commissione industria, che
si è limitata a verificare solo la non sussistenza di fattori che
ostacolino la libera concorrenza.
Azzerate tutte le necessarie tutele
ambientali e sanitarie richieste negli anni. Infatti il via libera del
Ministero non cambia ovviamente la
natura dei rifiuti scavati, che provengono da aree oggetto di inquinamento e
che per di più sono mescolati agli additivi chimici utili all'escavazione con
la fresa, la famosa "Monna Lisa".
Il tanto declamato parco di Santa
Barbara sarà trasformato in una vera e propria mega discarica e i territori del
Valdarno Fiorentino serviranno così a
trasportare materiale inquinato ovvero i
rifiuti speciali che “spariranno” dal sottosuolo di Firenze.
Il tutto attraverso un decreto che si
profila in aperta violazione delle normative europee e che, fortemente voluto da FS, viene oggi
proposto attraverso una procedura che di fatto aggira l’iter previsto dalla CE
sulle materie in oggetto.
Se la procedura messa in atto da
governo e ditte realizzatrici dell’opera presuppone la validità del principio
del silenzio-assenso per la validazione del decreto, da Bruxelles arrivano e
sono arrivati autorevoli pareri diametralmente opposti.
Nell’audizione, del 17 luglio scorso,
dinanzi alle Commissioni consiliari congiunte “Ambiente e territorio” e
“Infrastrutture, trasporti e viabilità” della Provincia di Firenze, il
Responsabile Direzione Programma Investimenti Direttrice Nord-Centro di RFI, dichiarava: “Non so se siete a conoscenza del Decreto, che è il Regolamento delle
terre e rocce da scavo, che è stato firmato appunto dai ministri Clini e
Passera ad aprile, è già passato in Consiglio di Stato, al momento è in
Commissione Europea, e deve starci 90 giorni, per il silenzio-assenso; [...] se
entro il 6 agosto non perviene nessuna osservazione a questo Regolamento, il
Regolamento ritorna ai Ministri che quindi lo rifirmano, e a quel punto il
Decreto diventa valido, nel senso che viene pubblicato”.
Dichiarazioni totalmente smentite dal
capo ufficio della Direzione Generale Ambiente a Bruxelles Ion Codescu che,
recentemente interpellato
dall’Associazione Idra sulla questione, ha scritto: “L’assenza di controdeduzioni da parte della Commissione europea sul
progetto di regolamento predisposto dal Governo italiano, non significa che ad
avviso della Commissione tale provvedimento sia compatibile con il diritto
ambientale UE. Non è dunque configurabile alcun silenzio assenso in merito alla
questione se il suddetto progetto di regolamento violi o meno il diritto ambientale
UE” concludendo poi con un monito esplicito “ se questi servizi giungeranno alla conclusione che il suddetto progetto
di regolamento possa essere incompatibile con la direttiva 2008/98/CE sui
rifiuti e qualora le competenti autorità italiane adottino effettivamente tale
regolamento, la Commissione assumerà le iniziative necessarie per garantire il
rispetto del diritto ambientale UE da parte della Repubblica italiana, inclusa,
ove necessario, l’apertura di una procedura d’infrazione”.
Se si
considera che il decreto presentato da
Clini altro non è che una riproposizione del decreto Prestigiacomo, già
bocciato in sede europea nel novembre del 2011,
il rischio che l'Italia vada incontro a sanzioni da parte dell'Unione
Europea appare altissimo.
Ciò premesso, gli
scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
nel ribadire la
loro ferma contrarietà all’opera di sottoattraversamento Tav di Firenze,
nel
sottolineare tutte le criticità emerse
nell’iter di presentazione e di dichiarata attuazione del decreto sulle “terre
di scavo”, nel denunciare che l’attuazione di quel decreto rischia di
configurarsi come una palese violazione delle normative europee in materia
ambientale comportando un alto rischio di pesanti sanzioni,
chiedono al
Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente:
quale sia il parere
e la posizione della Provincia di Firenze in merito alla questione;
se non si ritenga
opportuno, in nome della tutela e del rispetto del patrimonio ambientale del
nostro territorio, chiedere formalmente che l’avvio dei lavori di scavo della
talpa venga vincolato ad un pronunciamento ufficiale della Commissione Ambiente
dell’UE sul decreto in oggetto;
se, stanti le
dirette competenze della Provincia di Firenze in tema di gestione di rifiuti e
assimilati, non si ritenga una evidente forzatura e aggiramento delle normative
in vigore, la classificazione delle terre e dei fanghi di scavo come
sottoprodotti utilizzabili addirittura per interventi, come quello previsto a
Santa Barbara, di “ripristino ambientale”.
Andrea Calò Lorenzo Verdi
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