20 ottobre a Roma per il lavoro
di Loris Campetti - 05.10.12Hanno svalorizzato il lavoro, grazie all'impegno sistematico di più governi che si sono passati il testimone. Hanno svalutato i salari e le pensioni, mentre era in atto una riduzione drastica del welfare. Il futuro di ormai ben più di una generazione di giovani è stato sequestrato. Così la crisi e chi la pilota, oggi, «ha la meglio» persino sui bisogni primari delle persone. Automaticamente le conseguenze del disastro vengono scaricate sui poveracci che non hanno né stock option né suv pagati dalla collettività per sopportare le valanghe di neve della Città Eterna. E sembra a troppi persino normale che in queste condizioni si pretenda da chi ancora un lavoro ce l'ha, magari cassintegrato o precario, di rinunciare ai suoi diritti perché oggi come oggi non ce li possiamo permettere. Il risultato è davanti agli occhi di tutti, persino di De Benedetti che scopre che le promesse di Marchionne erano favole. Leggi tutto
Appello di 120 economisti francesi: no al fiscal compact, l’austerità aggrava la crisi
di Keynesblog - 05.10.12Più di 120 economisti hanno pubblicato oggi un articolo su Le Monde, ripreso da molti siti di informazione, in cui si pronunciano contro il trattato di bilancio dell’Unione europea. Denunciano un trattato “portatore di una logica recessiva che aggrava gli squilibri esistenti” e chiedono a François Hollande di non perseguire le politiche di austerità dei suoi predecessori. Tra i firmatari vi sono economisti molto conosciuti come Frédéric Boccara, Bousseyrol Marc Laurent Cordonnier, Denis Durand, Guillaume Etievant, Flacher David Bernard Friot, Gadrey Jean Jacques Genereux, Guerrien Bernard, Michel Husson, Sabina Issehnane, Florence Jany-Catrice, Esther Jeffers, Paul Jorion, Pierre Khalfa, Dany Lang, Philippe lege, Frédéric Lordon, Christiane Marty, François Morin, André Orlean, Dominique Plihon Ramaux Christophe, Gilles Raveaud, Rigaudiat Jacques Dominique Taddei Stephanie Treillet. Leggi tutto
La Turchia bombarda la Siria
di Michele Giorgio - 05.10.12Il premier turco Erdogan ieri ha ottenuto il voto favorevole del Parlamento alla sua richiesta di operazioni militari fuori dai confini nazionali (in Siria), all'indomani dell'uccisione di cinque cittadini turchi causata da un colpo di mortaio sparato dall'altra parte della frontiera. A nulla sono servite le scuse giunte da Damasco, frutto anche delle pressioni di Mosca. «Attraverso il nostro ambasciatore, abbiamo parlato alle autorità siriane le quali ci hanno assicurato che quanto accaduto al confine con la Turchia è stato un tragico incidente e che non accadrà di nuovo», ha detto il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ieri a Islamabad. Il governo Erdogan però ha continuato ad usare un tono bellicoso, forte anche delle rinnovate dichiarazioni di pieno appoggio degli Stati Uniti e di vari paesi europei, tra i quali l'Italia. Leggi tutto
di Luca Telese - 05.10.12«In fondo è semplice: nel prossimo Parlamento dobbiamo riportare il lavoro e i diritti». Dai giorni della festa di Vasto, l’idea del cosiddetto «Partito della Fiom», che tanti commentatori aveva fatto indispettire, è ormai diventata una realtà. Dirigenti di primo piano del centrosinistra - da Tonino Di Pietro, a Paolo Ferrero, a Oliviero Diliberto - invocano il nome di Maurizio Landini come un uomo della provvidenza. Il leader dell’Idv ha inventato la locuzione «Italia dei lavori» per indicare che il suo partito cerca un rapporto strutturale con gli uomini del sindacato più antico d’Italia. Tutti chiedono a Landini di candidarsi. In questa intervista il numero due della Fiom Giorgio Airaudo abbandona le ultime riserve. Leggi tutto
Che fare?
di Dino Greco - 05.10.12Ci ha pensato Enrico Letta a mettere le cose a posto e a chiarire – dopo l'ufficializzazione della candidatura di Vendola alle primarie del Centrosinistra – che “noi (del Pd, ndr) non faremo nessun passo indietro rispetto alle riforme di questo esecutivo”. E non vi è nulla, ma proprio nulla, che possa fare pensare ad una diversa disponibilità di Bersani a rimaneggiare, a correggere, sia pure marginalmente, i provvedimenti che hanno caratterizzato il profilo del governo Monti. Quella che oggi il Partito democratico tenta di fare passare nel senso comune per “discontinuità” da Monti riguarda il ritorno ad un governo frutto dell'esito elettorale e l'insediamento di una leadership direttamente espressa dalle urne. Ma non già un mutamento di orientamento nella politica economico-sociale. Leggi tutto
di Globalist.it - 05.10.12Sono saliti sulla cella campanaria di San Marco, a Venezia, per protestare contro lo stallo nel quale versa l'azienda chimica quattro operai della Vinyls di Porto Marghera. Hanno fatto sapere di voler rimanere lì tutta la notte. Tra loro c'è una donna, Nicoletta Zago. Al telefono ai giornalisti hanno dichiarato: «Siamo stanchi di essere presi in giro. Da cinque mesi non abbiamo lo stipendio». I quattro si sono mescolati ai turisti in visita al campanile, a oltre 50 metri d'altezza. «Siamo arrivati qui - ha spiegato Lucio, uno degli operai che ha inscenato la protesta - con l'intenzione di rimanervi pacificamente». L'uomo ha spiegato così la scelta del campanile di San Marco per l'azione: «È chiamato "il paron di Venezia" come sono padroni i commissari che ci hanno portato a questo punto». Leggi tutto
di Redazione Il Fatto Quotidiano - 05.10.12Uscirà giovedì 11 ottobre “Se questi sono gli uomini. Italia 2012. La strage delle donne” (Chiarelettere) di Riccardo Iacona, giornalista Rai da più di vent’anni e conduttore di Presadiretta su Rai3. Un libro che è il racconto di una tragedia nazionale, che macina lutti e sparge dolore come una vera e propria macchina da guerra. Una guerra che prima di finire sui giornali nasce nelle case, dentro le famiglie, nel posto che dovrebbe essere il più sicuro e il più protetto e invece diventa improvvisamente il più pericoloso. Solo a metà del 2012 sono più di 80 le donne uccise in Italia dai loro compagni. 137 nel 2011. Una ogni tre giorni. Riccardo Iacona ha attraversato il paese inseguendo le storie dei tanti maltrattamenti e dei femminicidi. Leggi tutto
di Jean-Luc Mélenchon * e Ignacio Ramonet ** - 05.10.12Hugo Chávez è senza dubbio il capo di Stato più calunniato del mondo. Mentre ci avviciniamo alle elezioni presidenziali del 7 ottobre, queste diffamazioni stanno diventando sempre più infami. Sia a Caracas che in Francia e in altri paesi. Testimoniano della disperazione degli avversari della rivoluzione bolivariana di fronte alla prospettiva (che i sondaggi sembrano confermare) di una nuova vittoria elettorale di Chávez. Un leader politico deve essere giudicato per le sue azioni, non per le voci messe in giro contro di lui. I candidati fanno promesse per essere eletti: pochi sono quelli che, una volta eletti, le mettono in pratica. Fin dall'inizio, la promessa elettorale di Chávez è stata molto chiara: lavorare a favore dei poveri, ossia - da quelle parti - la maggioranza dei venezuelani. E ha mantenuto la parola. Leggi tutto
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