giovedì 20 dicembre 2012

ATAF, 194 esuberi. Ma mercato e profitti non possono cancellare lavoro, diritti e salari.




Ecco gli effetti della privatizzazione  di ATAF:
194 esuberi, aumento del biglietto fino  a euro 1,50, più del 10% sugli abbonamenti.
Un piano di macelleria sociale.
Mercato e profitti non possono cancellare lavoro, diritti e salari. 





Privatizzazione ATAF, la nuova proprietà -  Ferrovie che attraverso Busitalia hanno la quasi totalità di Ataf più Cap e Autogudovie-  presenta il conto: 194 esuberi, aumento del biglietto fino  a 1,50 euro più il  10% sugli abbonamenti.  L'estratto del piano industriale presentato dalla proprietà e dalla complessa cordata societaria alle organizzazioni sindacali  parla in  molto chiaro la nuova  modalità gestionale che punta al perseguimento dei  risparmi e del massimo dei profitti attraverso tagli all'occupazione e sul costo del lavoro, da cui i nuovi gestori prevedono di “risparmiare” sette  (7) milioni di euro rimettendo in discussione anche i contratti integrativi in essere, “un piano di macelleria sociale” lo definiscono gli stessi sindacai.   Gli inasprimenti tariffari e l’eliminazione delle agevolazioni offerte dagli abbonamenti con incrementi sui costi sono l’altra parte della medaglia.   Un piano antisociale, da noi denunciato più volte. Lavoro, salari e diritti sacrificati dalle regole  del mercato che trovano nel business del trasporto locale l'occasione di trasformare il servizio pubblico concepito per garantire a tutti il diritto alla mobilità per il lavoro e lo studio anche delle fasce più deboli in una attività commerciale nello spirito del pareggio di bilancio dei nostri “tecnici” . Modalità questa che comporterà sempre più salvare unicamente le linee considerate redditizie, scollegando i territori l'uno dall'altro e obbligando i cittadini a ricorrere a mezzi privati.  Rifondazione Comunista a fianco dei lavoratori e della RSU sosterrà tutte le vertenze in atto affinché la privatizzazione non distrugga il lavoro,  diritti, trasporti  e mobilità
Firenze lì 20 dicembre 2012

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