Ecco gli effetti della privatizzazione di ATAF:
194 esuberi, aumento del biglietto fino a euro 1,50, più del 10% sugli abbonamenti.
Un piano di macelleria sociale.
Mercato e profitti non possono cancellare lavoro, diritti e salari.
Privatizzazione ATAF, la
nuova proprietà - Ferrovie che
attraverso Busitalia hanno la quasi totalità di Ataf più Cap e Autogudovie- presenta il conto: 194 esuberi, aumento del
biglietto fino a 1,50 euro più il 10% sugli abbonamenti. L'estratto del piano industriale presentato
dalla proprietà e dalla complessa cordata societaria alle organizzazioni
sindacali parla in molto chiaro la nuova modalità gestionale che punta al
perseguimento dei risparmi e del massimo
dei profitti attraverso tagli all'occupazione e sul costo del lavoro, da cui i
nuovi gestori prevedono di “risparmiare” sette
(7) milioni di euro rimettendo in discussione anche i contratti
integrativi in essere, “un piano di macelleria sociale” lo definiscono gli
stessi sindacai. Gli inasprimenti tariffari e l’eliminazione
delle agevolazioni offerte dagli abbonamenti con incrementi sui costi sono
l’altra parte della medaglia. Un piano antisociale, da noi denunciato più
volte. Lavoro, salari e diritti sacrificati dalle regole del mercato che trovano nel business del
trasporto locale l'occasione di trasformare il servizio pubblico concepito per
garantire a tutti il diritto alla mobilità per il lavoro e lo studio anche
delle fasce più deboli in una attività commerciale nello spirito del pareggio
di bilancio dei nostri “tecnici” . Modalità questa che comporterà sempre più
salvare unicamente le linee considerate redditizie, scollegando i territori
l'uno dall'altro e obbligando i cittadini a ricorrere a mezzi privati. Rifondazione Comunista a fianco dei
lavoratori e della RSU sosterrà tutte le vertenze in atto affinché la
privatizzazione non distrugga il lavoro,
diritti, trasporti e mobilità
Firenze lì 20 dicembre
2012
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