giovedì 10 gennaio 2013

Firenze: mozione PRC a fianco dei lavoratori del commercio


Mozione dal Gruppo di  Rifondazione Comunista contro la liberalizzazione degli orari della grande distribuzione ed a fianco delle lavoratrici e lavoratori del commercio, per i diritti contrattuali e la dignità del lavoro.

Considerato che il processo di liberalizzazione degli orari del commercio, in particolare nella grande distribuzione, messo in atto dal Governo Monti ha determinato un sensibile peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, delle relazioni sociali e dell'assetto del territorio, provocando un forte squilibrio tra piccolo e grande commercio, senza peraltro incrementare i livelli occupazionali complessivi;

Evidenziato che dal 2 gennaio 2012 trova applicazione la Legge 15 luglio 2011, n. 111 art. 35, che prevede la liberalizzazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali e che riconosce la piena facoltà per  ogni negozio, centro commerciale o catena di esercizi di decidere in merito agli orari, alle chiusure domenicali e festive, nonché sulle mezze giornate di chiusura infrasettimanali.


Sottolineato che a fronte di una fase in cui le risorse finanziarie della maggioranza delle famiglie scarseggiano e l’ISTAT conferma nel suo ultimo rapporto che un cittadino su quattro non riesce più a mantenere livelli minimi di sostentamento;

 Ricordato che il settore del commercio non rappresenta un servizio essenziale da garantire 365 giorni all'anno, al pari di ospedali, ferrovie, trasporto pubblico, servizi di emergenza..., e che deve essere regolamentato, senza imposizioni, attraverso una contrattazione tra tutte le parti interessate (organizzazioni sindacali dei lavoratori, organizzazioni del commercio, associazioni dei consumatori) ed Enti Locali, responsabili della organizzazione e della pianificazione del territorio;

Considerato che i lavoratori e le lavoratrici del settore da tempo stanno manifestando contro la liberalizzazione degli orari del commercio (vedi anche la campagna Nazionale lanciata dalla Filcams Cgil,  una carovana partita il 6 gennaio scorso dai “Gigli” dal titolo “La festa non si vende si vive” ), a tutela della  dignità e del valore lavoro, con la parola d'ordine “si lavora per vivere, non si vive per lavorare!”;

Evidenziato che con la sentenza 299/2012, la Corte Costituzionale ha dichiarato «non fondate le questioni di legittimità costituzionale» relative alla deregulation degli orari e aperture inserite nel decreto «Salva Italia» del Governo Monti presentate da  diverse Regioni, tra cui la Toscana, che contestavano nel Decreto salva Italia la parte in cui si stabilisce la libertà di qualsiasi esercizio commerciale di apertura e di chiusura;

Preso atto che tale sentenza prefigura scenari estremamente penalizzanti per tutti quei lavoratori che si vedranno costretti – perché la realtà è che non avranno possibilità di scegliere – a lavorare, ancora di più di quanto già accade, anche nei giorni di festa;

Considerato che il processo di liberalizzazione  così attuato   è stato  imposto dopo che il governo  ha abolito prima  il valore del contratto nazionale di lavoro e successivamente  con la   riforma Fornero,   ha manomesso l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori dando così opportunità alle imprese di licenziare liberamente,

evidenziato che in questo scenario così devastante per il lavoro e i diritti, il  decreto sulle liberalizzazioni viene attivato    secondo logiche di mercato e di profitto che devastano l'organizzazione del lavoro stabilita dai contratti,  intensificando ritmi, turni, e carichi di lavoro,  fino a ridurre  e a svuotare la prestazioni lavorativa al consumo sfrenato e agli appetiti delle imprese

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE

Esprime netta contrarietà al processo di liberalizzazione degli orari del commercio messo in atto dal Governo Monti, solidarietà nei confronti delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici della grande distribuzione che si battono per il rispetto dei diritti e della qualità della loro vita, forti preoccupazioni nei confronti del piccolo commercio, messo in crisi dal suddetto processo di liberalizzazione;

Impegna il Presidente e la Giunta ad attivare tutte le possibili iniziative nei confronti dei lavoratori/trici del commercio, dei Comuni dell'area vasta e della Regione Toscana per giungere ad una diversa organizzazione del settore, basata sulla contrattazione tra i soggetti sociali e gli Enti Locali,  in grado di mettere al primo posto i diritti del lavoro, la dignità dei lavoratori, la qualità della vita nel territorio, tutelando  le relazioni sociali ed il piccolo commercio, evitando altresì  la concorrenza sleale tra zone limitrofe.

Andrea Calò                                                                          Lorenzo Verdi

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

Ultimo numero:

ViceVersa n.35

Post più popolari