Continuiamo a Firenze il percorso iniziato a Grottaminarda
RIAPRIAMO LE FABBRICHE, CREIAMO POSTI DI LAVORO!
ESTENDIAMO IL CONFLITTO, COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA!
Il sei aprile si è tenuta un'assemblea a Grottaminarda, in provincia di Avellino, promossa dal Comitato NoDebito e dal Comitato di Resistenza Operaia, composto da operai della fabbrica Irisbus della Valle Ufita avviato alla chiusura ed allo smantellamento e dai cittadini schierati in loro difesa, mobilitati per riprendersi lo stabilimento e riavviare la produzione. L'iniziativa, in questo luogo simbolo di mille realtà diffuse nel paese, mirava a riprendere la riflessione necessaria ad elaborare soluzioni praticabili qui ed ora, dall’autogestione alla nazionalizzazione degli stabilimenti in dismissione, ad organizzare la lotta coordinata con le altre mobilitazioni in corso, a costruire una campagna nazionale che imponga all’ordine del giorno il lavoro.
L'assemblea è stata un successo, e l'obiettivo è stato raggiunto. Chi vi ha preso parte e chi l'ha seguita, ha avuto possibilità di CONQUISTARE FIDUCIA, la fiducia che a Grottaminarda è iniziato un percorso capace di UNIFICARE veramente le migliaia di forme in cui si esprime la resistenza degli operai, di tutti i lavoratori, dei giovani, delle donne, di chi lotta per la difesa dell'ambiente, per la difesa dei beni comuni, della Costituzione, del patrimonio che ci ha lasciato la Resistenza, insomma di tutte le mobilitazioni in corso tra le masse popolari. Parliamo di qualcosa che si unifica non tanto e non solo per resistere alla guerra sociale che la classe dominante conduce contro la classe operaia, tutti i lavoratori e le lavoratrici e tutte le masse popolari, ma di qualcosa che si unifica convergendo e avanzando nella costruzione di un nuova visione del mondo, di una nuova politica, di un nuovo modo di produrre nelle fabbriche, nelle città e nelle campagne, a partire da qui e da ora.
Mettiamo quindi in campo proposte, perché di fronte a questa crisi è necessario che i lavoratori prendano coscienza di essere in un momento in cui non è più possibile delegare ad altri il proprio futuro. Non è possibile delegare a una casta che fa parte ormai in maniera strutturale del sistema di potere e che, come la politica, mira prima di tutto a salvaguardare i propri interessi e i propri privilegi
Per rimettere in piedi e fare ripartire il nostro paese lavoro da fare ce n’è tanto e ce n’è per tutti. Riconoscerlo e mettere in atto misure per realizzarlo, elaborare un Piano del Lavoro per il paese, è solo questione di volontà politica. Senza lavoro, senza un salario non c’è progresso, né democrazia né dignità. E’ possibile far fronte a tutto ciò? E’ possibile riprenderci e conquistare ciò di cui abbiamo bisogno? E’ ormai palese che continuare a rivendicare ad un qualche governo emanazione dei poteri forti i nostri diritti non è sufficiente, da parte loro non c’è nessuna intenzione di soddisfare le nostre rivendicazioni.
E’ necessario costruire un’alternativa politica alla UE del debito, della guerra sociale, dei padroni e delle banche. E’ necessario qui ed ora connettere le lotte per iniziare a praticare le soluzioni ai nostri problemi, senza più deleghe né attendismi.
A partire dalle fabbriche e dai territori in lotta per la difesa dei diritti della maggioranza, dalla Val Susa alla classe operaia che non si è piegata a Pomigliano, Mirafiori, Melfi, Taranto, Termoli, dagli operai dell’ALCOA, dai lavoratori dell’Ikea al Comitato di Cittadini Liberi e Pensanti di Taranto, dagli operai che occupano le fabbriche minacciate di chiusura al movimento dei beni comuni fino ad arrivare al movimento studentesco, è necessario coordinare le azioni di lotta e confrontarsi per iniziare ad elaborare e sperimentare la messa in campo di possibili misure atte alla ripresa delle produzioni utili alla collettività o alla conversione di quelle dannose, salvaguardando i posti di lavoro, i diritti e le condizioni di vita dei territori, creando nuovi posti di lavoro.
Partiamo dalle battaglie condotte in questi giorni dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’ospedale S. Raffaele di Milano e della Richard Ginori di Sesto Fiorentino, da quanto sono riusciti a conquistare con la volontà e la determinazione a non cedere, a combattere e vincere.
Invertiamo la tendenza imposta dai padroni a ridurre i salari e il numero dei lavoratori, per lavorare meno e lavorare tutti. Lottiamo per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e senza aumenti di produttività, per l’esproprio/nazionalizzazione sotto controllo collettivo delle aziende in crisi e che de localizzano.
A Firenze continuiamo il percorso iniziato a Grottaminarda, per una seconda assemblea che terremo entro la prima metà di giugno e che mira a coinvolgere le realtà attive nella resistenza in Toscana, ma anche quelle dell'Emilia Romagna e delle altre regioni del nord Italia. Invitiamo a partecipare tutti coloro tra intellettuali, tecnici specialisti, rappresentanti istituzionali progressisti che a vario titolo possono o dicono di voler dare un contributo alla rinascita del paese
Questa di Firenze è una ulteriore tappa della strada che deve portarci a Montecitorio, per affermare con forza in modo che tutti sappiano che solo il lavoro può essere lo strumento per rilanciare l'economia e per fare uscire il paese dalla situazione fallimentare e drammatica in cui versa, per assediare questo governo infame fino a cacciarlo e imporre le nostre soluzioni alla crisi!
Il futuro dipende da ciascuno di noi!
Cobas Richard Ginori di Sesto Fiorentino
Comitato di Resistenza Operaia IRISBUS di Avellino
Per adesioni
riaprirelefabbriche@libero.it
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