Seduta del Consiglio sull’Europa. Sgherri:”Essere europeisti significa cambiare strada..."
"più democrazia, diritti e un nuovo modello di sviluppo che, dicendo no alle politiche di austerità, permetta di uscire davvero dalla crisi”
Firenze, 7 maggio. Il tema dell’Europa è questione centrale che non si deve banalizzare: il punto non deve essere Europa sì o no bensì quale Europa vogliamo e dobbiamo volere.
Tanto più di fronte ad una crisi economica di cui - nonostante le dichiarazioni di molti – non si vede la fine, è necessaria, a cominciare dal livello europeo, una svolta che cambi radicalmente il paradigma portato avanti fino ad oggi – in Europa ed in Italia – cioè politiche di austerità che non solo sono inique, insopportabili per i cittadini, ma anche causa di aggravamento della crisi e fallimentari sotto l’aspetto delle stesse politiche di bilancio; i sacrifici quindi non bastano e non basteranno mai, il governo Monti ha insegnato: a fronte di provvedimenti drastici e devastanti per moltissime famiglie il debito pubblico è aumentato. Ossia i provvedimenti vengono presentati come essenziali e risolutivi e poi si rivelano né l’uno né l’altro. Cambiare il paradigma significa nel merito porsi il problema di come uscire dalla crisi, e la risposta sta in politiche per il lavoro basate su un nuovo modello di sviluppo: non basta più il criterio della “sostenibilità ambientale” ma è necessario assumere quello del “limite ambientale” come volano per uno sviluppo durevole. Quindi della riconversione economica in questa direzione, della produzione energetica da fonti rinnovabili e del risparmio energetico come leva di ripresa e, di conseguenza, di salvaguardia di diritti sociali che invece – in nome delle politiche portate avanti fino ad oggi – sono compressi se non cancellati.
Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale in merito al dibattito – oggi in aula – nel corso della seduta speciale dedicata all’Europa.
Questo – prosegue Sgherri - il merito, mentre altrettanta necessità di una svolta è necessaria sul metodo, rispetto al quale siamo di fronte ad un vulnus democratico: vengono imposti provvedimenti di “macelleria sociale” come pareggio di bilancio in Costituzione e fiscal compact (che imporranno finanziarie da lacrime e sangue per i prossimi venti anni, in nome di austerity e politiche monetariste) passati senza nessuna consultazione popolare! Siamo di fronte ad una tecnocrazia europea incarnata dalla BCE che presta soldi alle banche al tasso dell’1%, le quali poi speculano su Stati (e quindi su famiglie e imprese) con prestiti al 6 – 8 % (e addirittura alla Grecia al 20%)!
Insomma, ci vuole un Europa dei cittadini, della salvaguardia dei diritti della democrazia compiuta: a cominciare da sciogliere il nodo di chi decide (tecnici, governi o parlamenti ?), su cosa e come lo fa; puntare su questo non è incompatibile con l’uscita dalla crisi – come di fatto anche gli ultimi governi nazionali ci hanno voluto far credere – ma l’unica strada per tale uscita, quindi per essere veramente europeisti!
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