martedì 9 luglio 2013

Servizio di interruzione di gravidanza a Borgo San Lorenzo. Sgherri:”profondamente insoddisfatta della risposta”



Servizio di interruzione di gravidanza a Borgo San Lorenzo.  Risposta all’interrogazione con prima firmataria Sgherri. Sgherri:”profondamente insoddisfatta della risposta”

Esterrefatta e insoddisfatta della risposta dell’assessore; ad un interrogazione su un tema molto sentito e che sul territorio del Mugello ha portato alla nascita di un movimento vasto, determinato, composto dalla società civile, forze politiche e soprattutto dalle dirette interessate. Soddisfatta invece dal primo risultato che questa mobilitazione ha conquistato ossia la decisione dell’ASL di sospendere il  provvedimento fino a settembre e attivare un gruppo di approfondimento al quale parteciperanno anche le rappresentanti di questo movimento. Insomma potremmo dire: indietro tutta! Il problema non è che vi sia una sola ginecologa non obbiettrice ma che ve ne siano ben otto che fanno obiezione di coscienza. L’obiezione di coscienza sta diventando lo strumento per far saltare la esigibilità della 194, ma questo porterà esclusivamente a tornare alle pratiche “clandestine”, esattamente quello che si è voluto cancellare con la legge.  Di fronte a questo non basta – come parrebbe evincere invece dalla risposta dell’assessore – avere atteggiamenti attendistici da parte del livello nazionale, al contrario si dovrebbe far attivare i nostri uffici preposti per trovare le soluzioni al fine di garantire personale medico non obiettore.  Altrimenti verrebbe una domanda provocatoria: si vuol chiudere tutto – consultori compresi – e trasferiamo tutto a Firenze? Così Monica Sgherri - capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale – in merito alla risposta oggi in aula, da parte dell’assessore alla salute, all’interrogazione in merito alla prevista chiusura del servizio di interruzione volontaria di gravidanza e dell’afferente ambulatorio e servizio di ginecologia all’ospedale di Borgo San Lorenzo, e conseguente trasferimento presso l’IOT di Firenze, provvedimento appunto sospeso grazie alla mobilitazione sul territorio. Interrogazione di cui Sgherri è prima firmataria, e sottoscritta anche da numerose consigliere e consiglieri. In tutta questa – prosegue Sgherri - vicenda vi è stata una superficialità inaccettabile: addirittura veniva richiesto di presentarsi il giorno prima all’IOT dalle 7.30 alle 8.30 per prenotarsi e concordare l’intervento la mattina seguente. Come se fosse facile e veloce arrivare dal Mugello a Firenze. Questo però ci dice che nella riorganizzazione sanitaria era addirittura sparita l’attenzione alle dirette interessate,  e di fatto l’accessibilità al servizio stesso veniva fortissimamente ridotta. La 194 tocca una sfera decisionale ed emotiva estremamente delicata, spesso fanno ricorso all’IVG persone giovanissime o migranti, o provenienti da un contesto sociale e una sfera familiare sofferente. Complicare l’accesso al servizio sarebbe imporre un ulteriore calvario  per donne che vogliano compiere un passo già di per sé doloroso e delicatissimo.

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