mercoledì 6 luglio 2011

La controTremonti di Sbilanciamoci

La controTremonti di Sbilanciamoci


30/06/2011 La manovra del governo è iniqua e fa sprofondare ancor
più l'Italia nella recessione. Non è vero che non c'è alternativa.
Sbilanciamoci! propone la sua ricetta, sulle spese e sulle entrate.
Ecco il documento

La manovra di Tremonti varata in queste ore dal governo affossa ancora
di più il paese nella depressione economica, deprime le possibilità di
ripresa dell'economia, fa pagare alla parte più esposta del paese il
peso e le conseguenze di questa crisi. Il pareggio di bilancio del
2014 non ci è stato imposto dall'Unione Europea. È una scelta politica
di Tremonti che in questo mondo rischia di portare il paese ancora di
più nella recessione. È una manovra tutta concentrata furbescamente
nel 2013-2014, quando – speriamo – potrebbe esserci un altro governo a
fronteggiare l'emergenza economica.

Dopo mesi di inutile ottimismo e di stupida sottovalutazione della
portata della crisi, il governo si trova a dover prendere amaramente
atto del fallimento della sua politica economica, della fallacia delle
sue previsioni iniziali, della futilità delle speranze dell'"effetto
traino" legato alla possibile ripresa dell'economia mondiale. Dopo tre
anni di provvedimenti tappabuchi, di mezzemisure all'insegna del
marketing e di fumo negli occhi, la situazione economica del paese è
gravissima, ed il peggio deve ancora venire. Avere tenuto sotto
(parzialissimo) controllo i conti pubblici, senza rilanciare
l'economia e la domanda interna, senza dare adeguata protezione
sociale ed ai redditi si è dimostrata una strategia fallimentare ed
autolesionista, senza futuro.

La manovra di queste ore ne è la dimostrazione, e ora ne paghiamo il
prezzo E ancora una volta a subirne le conseguenze è la parte più
debole del paese: pensionati, lavoratori a basso reddito, consumatori,
utenti dei servizi pubblici.. La reintroduzione dei ticket,
l'inserimento dei costi standard nella sanità, la riduzione dei
trasferimenti agli enti locali, il blocco degli stipendi nella
pubblica amministrazione, l'intervento sulle pensioni stanno lì a
dimostrare quanto ancora una volta il prezzo della crisi è pagato
dalla fasce sociali più deboli. Tra i più colpiti sono i giovani: e
con loro organizzeremo a Lamezia Terme la prossima edizione della
"controcernobbio", dal 1 al 3 settembre, in cui discuteremo di un
piano nazionale del lavoro per i e rilanciare la scuola e l'università
publica.

È possibile, era possibile fare diversamente?

Sbilanciamoci – con la sua manovra da 51 miliardi di euro in 3 anni
(per le proposte nel dettaglio v. il pdf allegato) – dimostra che si
può fare. Anche tagliando la spesa pubblica: quella militare, delle
grandi opere, per le scuole private, per il business della sanità
privata. E con una politica fiscale che colpisca le rendite e non i
salari, i grandi patrimoni e non i bassi redditi, i consumi
ecologicamente dannosi e non i consumi pubblici ed i servizi sociali.
È possibile garantirsi in questo modo un flusso costante di risorse da
destinare da una parte all'abbattimento del debito e dall'altra a dare
protezione sociale a chi è colpito dalla crisi e a rilanciare
un'economia diversa fondata su un nuovo modello di sviluppo.

Serve una tassa sui patrimoni milionari (che ci porterebbe oltre 10
miliardi di euro di entrate), bisogna portare la tassazione delle
rendite al 23% e bisogna aumentare l'imposizione fiscale sui redditi
superiori ai 70mila euro annui dal 43 al 45%. Nel contempo è
necessario ridurre del 20% la spesa militare e cancellare il programma
di 131 cacciabombardieri F35 (che ci costano più di 16miliardi di
euro). Questi sono passi obbligati in tempi di crisi: in Germania e in
Gran Bretagna sono state ridotte le spese militari, in Italia, ancora
no.

E servono misure per rilanciare l'economia attraverso un programma di
"piccole opere" (cancellando Ponte sullo Stretto e Tav), di sostegno
alla green economy (energie rinnovabili, mobilità sostenibile,
agricoltura biologica, ecc), di incentivo e difesa dei redditi, unica
garanzia perchè possa riattivarsi una domanda interna. In questo senso
la lotta al precariato, il sostegno alle pensioni più basse, il
recupero del fiscal drag e il reddito di cittadinanza sono misure
assolutamente necessarie in questa fase.

L'Italia con questo governo e con le politiche fatte negli ultimi tre
anni rischia di "uscire" dalla crisi ancora peggio da come ci era
entrata. Altri paesi stanno aggiustando la mira, stanno cambiando in
parte le loro politiche, si stanno dando, almeno in parte, una vera
politica economica ed industriale. Il governo Tremonti ha assecondato
un nefasto mix di corporativismo, assistenzialismo e neoliberismo che
sta portando l'economia italiana verso una situazione di
neofeudalesimo economico. La distruzione del capitale umano e sociale
(l'università, la scuola, la coesione sociale, il welfare) rischia di
avere effetti nefasti per il futuro e di produrre un livellamento
verso il basso accompagnato però dall'accentuazione della forbice
delle diseguaglianze, dalla crescita dei privilegi e del disagio
sociale. E' ora di cambiare rotta, mettere questo governo quanto prima
nelle condizioni di non nuocere e ricostruire le ragioni della
speranza di un paese diverso: con un modello di sviluppo fondato sulla
sostenibilità ed i diritti.










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