Firenze 14 luglio 2012:
nasce il Collettivo Putilov
– Presidio per il Partito Comunista
Mai come in questo momento si è mostrata su scala globale tutta la
potenza e la violenza dell’avversario di classe nei confronti del proletariato
internazionale, un proletariato che nel nostro terzo millennio si presenta in
forme e composizioni tecniche estremamente complesse, non più riconducibile
solo all’operaio di linea, ma a settori sempre più estesi di lavoratori del
terziario, del pubblico impiego, della scuola e della università.
Così come si è confermata l’evoluzione del sistema nella sua fase
estrema e cioè quella dell’imperialismo del capitalismo finanziario.
E la crisi che stiamo vivendo e pagando è la crisi strutturale di
questo sistema, che per salvare la sua
armatura economico-statale è disposta a distruggere e a decimare i suoi stessi
fattori produttivi, così come avvenne, anche se in una fase e con
caratteristiche diverse, nella guerra dichiarata dalla borghesia di allora
nella Parigi della Comune, dove essa arrivò ad uccidere 30.000 operai, pur di
confermare il proprio dominio.
La decimazione di oggi si chiama precarizzazione, impoverimento,
distruzione delle forme della rappresentanza, della sicurezza sul lavoro,
annientamento progressivo dello stato sociale per arrivare a mettere in
discussione ed affondare, come borghesia, le stesse leggi della sua democrazia
formale e sostanziale.
Questo insieme di condizioni oggettive va mostrando tutta l’attualità
di un progetto comunista: della ricostruzione di un blocco sociale antagonista,
della necessità di ricomposizione dei conflitti e dei tragitti politici intorno
ad un nuovo soggetto in grado di rappresentarsi come vettore di questa
ricomposizione e di questo processo.
In questo quadro generale si pongono le urgenze, da una parte della ricostruzione
di una dimensione strategica, una forma partito ed una classe dirigente
adeguata agli scenari del presente, rimettendo in moto tutta l’organizzazione,
federale per federale, sezione per sezione, compagno per compagno, puntando
soprattutto sulle nuove generazioni coinvolgendole direttamente in questa
ricerca, cercando di produrre insieme formazione, prassi e nuovi strumenti dell’azione politica
all’interno dei conflitti diffusi e, dall’altra, dell’avvio di un processo
costituente per la costruzione di un fronte politico unitario della sinistra
comunista ed anticapitalista.
In questi anni tutta la sostanza
del dibattito e del contendere si è declinata ed inaridita intorno alla
necessità di un ritorno dei comunisti in Parlamento e quindi ai meccanismi
convulsi ed intricati delle possibili alleanze.
I vari gruppi dirigenti, hanno così rinunciato ad ogni forma di volontà
di leggere lo scenario delle trasformazioni in atto nella società attuale, di
farsi soggetto propositivo di mettersi in gioco in un progetto reale di
ricomposizione di una sinistra di classe.
Certo, è indiscutibile che in uno scenario drammatico come quello
attuale, nell’agenda politica si ponga il problema delle alleanze, sia sul
piano strategico che tattico, certo che per abbattere lo Zar ed il suo sistema
feudale ci si può alleare con le forze antizariste della democrazia liberale,
ma il fatto è che il nostro Zar non è più Berlusconi, ma la BCE, che le forze
con cui noi dovremmo cercare alleanze non dovrebbero limitarsi semplicemente a
quelle che nuotano nel mare magnum dell’antiliberismo, ma soprattutto in quello
più cogente dell’opposizione al dominio della finanza internazionale ed ai
capisaldi politici che la governano.
Certamente non il PD che non solo ha avallato e sottoscritto quell’atto
dichiaratamente eversivo dell’introduzione della norma sull’obbligo della
parità di bilancio nella nostra carta costituzionale, distruggendo per sempre
ogni forma ed ogni prospettiva di consolidamento e rilancio dello stato sociale
nel nostro paese, ma si è di fatto eletto al più zelante sostenitore del
governo Monti.
I comunisti hanno sempre posto sul piatto della politica la questione
del potere, anche nelle forme specifiche dell’essere o riconoscersi come forza
di governo all’interno della dialettica parlamentare, ma questa dialettica deve
avere un senso ed una sua coerenza in un rapporto non contraddittorio tra ruoli
istituzionali e natura ed obbiettivi strategici del partito.
Su questa piattaforma politica, Sabato 14 luglio, presso la casa del
popolo 25Aprile di Firenze, si è costituito il Collettivo Putilov – Presidio
per il Partito Comunista.
In Russia, il 28 febbraio del 1916, nelle Officine Putilov di Pietrogrado i
lavoratori incrociarono le braccia e scesero in piazza proclamando lo sciopero
generale, contro gli aumenti del costo della vita e contro la guerra. Da quel
giorno fece la sua comparsa in piazza la bandiera rossa e fu un susseguirsi ininterrotto di scioperi, cortei
e manifestazioni di massa, poi venne il 1917.
Il Collettivo Putilov, assume come priorità il lavoro per la
ricostruzione di un Partito Comunista in Italia che non scinda la sua tattica
da una strategia di lotta al sistema capitalistico, per il suo abbattimento e
il suo superamento in una società di liberi ed eguali dove non esista più lo
sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Un collettivo che si impegni nelle attività
unitarie per la costruzione di un fronte della sinistra
anticapitalista, impegnata nell'antifascismo e protagonista nei luoghi
del conflitto sociale. Una sinistra che in questa fase si batta
contro il governo Monti e chi lo sostiene e in rapporto con ciò che accade in
Europa sia alternativa ad ogni ipotesi di centro sinistra.
Nella fase del proprio consolidamento il collettivo è aperto a tutti i
compagni che ne condividono l’impostazione, senza alcuna discriminazione
politica. Si rapporta con le esperienze sindacali della CGIL più combattive e
critiche nei confronti della attuale linea della maggioranza. Ritiene positive
e guarda con attenzione alle iniziative giovanili che si muovono nella
ricomposizione unitaria e autonoma del movimento giovanile comunista, come ad
esempio il “Fronte della gioventù comunista”. Mantiene la sua presenza nella
FDS combattendo le posizioni opportuniste che mirano ad una alleanza col PD ed
appoggiando ogni allargamento della FDS verso quelle espressioni che si
collocano sul terreno anticapitalistico.
Inoltre come primo impegno, si rapporta a tutte le esperienze
organizzate comuniste che si muovono entro un processo riaggregativo dei
comunisti per la costruzione di un unico Partito Comunista in Italia. Ciò sarà
fatto nell’ambito del filone ideologico della terza internazionale attualizzato
all’epoca del capitalismo contemporaneo, usando in primo luogo le categorie
marxiane più utili alla descrizione dello stato delle cose presenti.
Sul terreno locale, data la natura economico
sociale dell’area fiorentina, le priorità che individuiamo sono il
l’antifascismo militante, il lavoro precario, l’immigrazione, gli studenti.
Collettivo Putilov Firenze –
Presidio per il Partito Comunista
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