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mercoledì 4 luglio 2012

Venti anni di Linux – Un resoconto apertamente di parte



Venti anni di Linux – Un resoconto apertamente di parte

«I'm really honored to be the joint recipient of this year's Millennium Technology Prize. This recognition is particularly important to me given that it’s given by the Technology Academy of Finland. Thank you to the International Selection Committee and the TAF Board. I'd also like to thank all the people I've worked with, who have helped make the project not only such a technical success, but have made it so fun and interesting

Linus Torvalds, classe '69, un cristone finnico appartenente alla minoranza svedese di quel paese, sfoggiava avant'ieri a Helsinki una elegante marsina, uguale a quella portata dal pinguino Tux di sua invenzione, la nota mascotta di Linux, e pronunciava queste ed altre esternazioni in perfetto inglese velato da inflessione scandinava. Il Nostro era intento a ricevere il Millennium Technology Prize, corrivamente noto come “premio Nobel per la tecnologia”, in virtù del suo merito individuale nella creazione del kernel  (it. nócciolo) linussiano, il nucleo in costante aggiornamento che funziona, mediante innumerabili sistemi operativi, nel 5% di tutti i calcolatori esistenti a mondo, pari a 20 milioni di unità – somma irrisoria numericamente rispetto a quella di Microsoft, ma superiore qualitativamente: Linux conduce infatti da tempo nel mondo dei servienti (ing. servers), dei terminali di calcolo e di stoccaggio degli atenei, ed è montato dai 50 supercalcolatori più prestativi al mondo, grazie alla sua manovrabilità, stabilità ed apertura del suo codice, vale a dire trasparenza ed illimitata modificabilità. Torvalds è il benigno sovrano illuminato  che ha sviluppato il nucleo di Linux e prosegue nel suo miglioramento con rilasci costanti; vessillifero di un'informatica etica e di un'etica informatica che non sottomettono il diritto al progresso all'esigenza di sviluppo, ma al tempo stesso non rifiutano aprioristicamente l'imprenditorialità ed il profitto, il Nostro gongolava comprensibilmente nel ricevere l'altra sera questo alto insignimento della comunità scientifica assegnato dalla Accademia finnica della Tecnologia, dividendo a pari merito il titolo ed il compenso di $ 1,5 milioni con il giapponese Shinya Yamanaka, biotecnologo creatore di cellule staminali pluripotenti indotte- insomma un terreno di ricerca e scoperta essenziale ma di cui agli appassionati informatici lettori di questo articolo non cale un gran che, e per comprendere il quale occorrono formazione e competenza specifiche. Linux, pronuncia [/ˈlɪnʊks/], è differente: è l'informatica aperta al pubblico, è la libertà eretta a sistema, è un mondo che ti entra in casa, ti seduce e chiede di seguirlo, di dare per ricevere, di collaborare per essere assistito. Questa forma di associazione si fonda sulla totale volontarietà dei suoi afferenti e differisce sia dal capitalismo di mercato, incapace di conciliare i diritti umani di parte della popolazione terrestre ed il benessere di un'altra, sia dal comunismo reale, alimentato dall'apporto tributario forzoso dei suoi sottoposti. Di quest'ultima struttura statale esso conserva il motto ideale “da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo le sue necessità.” che tradotto significa: chi è in grado di dare un contributo concreto, eventualmente smanettando per ore per raggiungere un obiettivo, deve poter disporre di mezzi liberi ed aperti per realizzarlo, mentre coloro che non hanno capacità sviluppatorie ma hanno necessità di fruire di prodotti informativi devono poterlo fare e contemporaneamente devono riconoscere gloria e merito ai suddetti sviluppatori. È un processo di scambio libero e gratuito, la cui valuta è la cosiddetta “retroazione” (ing. feedback), il riconoscimento del buon lavoro svolto dal geek (it. secchione) da parte della torma dei noobs (it. pivelli), i quali sono sempre in soprannumero ma non compromettono il funzionamento dell'ingranaggio, anzi la loro retroazione passiva ed il loro sempre maggiore numero sono la garanzia per l'efficienza dello stesso. La totale gratuità dei contenuti non è il fine del movimento, bensì la conseguenza del suo agire e delle sue regole interne. Per addurre un esempio, potremmo dire che Linux ed il codice sorgente aperto stanno all'informatica come il couch surfing ed il car sharing stanno all'alberghiera ed al mondo dei trasporti autoveicolari: in entrambi i casi lo scopo è la soddisfazione di necessità di ricevere un servizio e l'esternazione della disponibilità di fornire tale servizio; un tizio che mette a disposizione le proprie abilità programmatorie, che potrebbe tranquillamente vendere profumatamente al migliore offerente nella Silicon Valley od a Frankfurt, è esattamente come un conducente di una vettura che offre passaggi gratuiti od un proprietario di una casa che condivide il suo sofà agli avventori – tutte queste persone trasferiscono le proprie capacità e la propria ricchezza ad altri senza pretendere un compenso ma per mettere gli altri in condizione di fare lo stesso in futuro, esercitando pertanto una reale forma di socialismo, un “volontarismo”. Ora che quelle un tempo poche centinaia di utenti smanettanti sono divenute centinaia di milioni e ditte come Suse (distribuzione OpenSuSE, bastione dell'informatica tedesca ed europea), Red Hat (RH Enterprise, quotato nei titoli tecnologici NASDAQ e nella borsa statunitense NYSE; il gratuito e libero Fedora) e Canonical (Ubuntu, la distro più diffusa al mondo, circa 50% delle Linux complessive, prodotto dall'imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth) hanno avviato affari da milioni di € intorno ad assistenza e manutenzione (ferme restanti la libertà e la modificabilità dei sistemi nominati), si pone urgentemente la questione del raggiungimento e della consapevolizzazione dell'utenza media, vale a dire l'87% di possessori di un desktop e perciò utenti Windows, perlopiù convinti che il sistema Microsoft sia parte integrante del calcolatore, e perciò inclusa gratuitamente e non rimovibile, tanto quanto i copertoni ed i cerchioni siano parte indivisibile di una vettura, quando invece incidono sul prezzo d'acquisto finale di essa. L'aggancio mancante a Linux (termine tetto che stiamo usando per definire il codice sorgente, il movimento sociale comunitario sorto attorno ad esso e le rispettive distribuzioni) è quello con le nuove generazioni, fondamentale per il successo di un prodotto informatico generalistico come un sistema operativo; queste ultime sono infatti le più esposte al bombardamento del mercato, le più affezionate ai marchii ed alle marche come le Finestre e la Mela e sorprendentemente i più restii- si badi, anche più degli anziani- a volgersi a soluzioni libere ed aperte, per pigrizia ed assuefazione più che per tradizione . Il prestigio di una compagnia prevale sul contenuto dell'offerta, come dimostrato con approccio giocoso da Luca Tringali in un contributo video girato in Italia settentrionale, per una volta estendendo positivamente il discorso intralinussiano od al massimo intrainformatico a comuni adolescenti, perlopiù ignari dell'esistenza di un'offerta libera ed aperta come quella di Linux e Gnu, facendo loro credere che l'ultima versione di Kubuntu (il sudafricano Ubuntu con l'ambiente grafico tedesco KDE) fosse l'uscente Windows 8 e provocando i loro briosi commenti: http://goo.gl/L9HH0
Quest'ultimo nome menzionato rappresenta  la seconda forza bilanciante del mondo dell'open source, l'anima o la mente dell'intera struttura ed il movente ideale del movimento: il Progetto GNU nasce nel 1984 con l'obiettivo di sviluppare il Sistema GNU. Il nome “GNU” è un acronimo ricorsivo per “GNU's Not Unix” (GNU Non è Unix) e si pronuncia gh-nu (con la g dura, una sola sillaba senza pause tra la g e la n). Un sistema operativo di genere Unix è costituito da un insieme di applicazioni, librerie e strumenti di sviluppo, oltre a un programma utilizzato per allocare le risorse e comunicare con lo hardware, noto come kernel. Hurd, il kernel di GNU, non è ancora pronto per l'utilizzo ordinario, e per questo GNU viene tipicamente usato con il kernel di nome Linux. Questa combinazione è il sistema operativo GNU/Linux. GNU/Linux è usato da milioni di persone, ma molti lo chiamano erroneamente "Linux". Quella che un tempo era una comunità di fissati informatici è oggidì un calderone di programmatori, produttori di strumenti, traduttori (le distribuzioni GNU/Linux dispongono del lungamente maggior numero di localizzazioni e di mappature di tastiera), artisti, grafici, ideologi e filosofi: l'inventore di GNU e della licenza pubblica GPL “copyleft”, il noto come “santo del software” Richard Stallman appartiene a tutte queste classificazioni ed è stato l'elaboratore del pensiero secondo cui un hacker (it. “smanettone” e non “pirata informatico” !) dovrebbe essere un membro attivo della società, una sorta di novello Robin Hood in lotta contro le grandi compagnie per restituire alla gente il diritto all'uso di un'informatica libera ed aperta in un'era in cui il concetto di free viene perlopiù inteso come “gratuito” e non come “libero”. Come abbiamo già menzionato, la gratuità è una conseguenza della libertà, non il suo scopo e, sempre secondo Stallman, “l'innovazione tecnologica non dovrebbe mai essere anteposta ai diritti umani”. Quanti appassionati di programmazione avete udito parlare così negli ultimi tempi, sinceramente ? Ebbene, agli elencati Nostri si aggiungono molte figure più o meno rilevanti come gli elaboratori delle singole distribuzioni, i datori di servizi quali manutenzione ed assistenza ed i “semplici” utenti, che contribuiscono tutti assieme a fondare il cosiddetto modello di sviluppo “bazaar” linussiano, plurivoco e multidirezionale, opposto al “modello cattedrale” chiuso, univoco ed unidirezionale di Microsoft ed Apple, come esposto nella fondamentale e stringente disamina di Eric Raymond, appunto “La cattedrale ed il bazaar”, testo cruciale del movimento open source, che cito volentieri testualmente:

«[...]“Dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bachi (ing. bugs ndr.) vengono a galla”. Io la chiamo la “Legge di Linus”.
La mia formulazione originale era che ogni falla “diventerà trasparente per qualcuno”. Linus fece notare come la persona che individua e risolve la falla non necessariamente né di norma è la stessa persona che per prima lo mette a fuoco. […] Questa ritengo che sia la differenza fondamentale tra lo stile a cattedrale e quello a bazaar. Nel primo caso la visualizzazione delle falle relative a programmazione, bachi e sviluppo costituiscono fenomeni dubbi, insidiosi, complessi. Servono mesi di scrutinio ravvicinato da parte di più d'uno per poi sentirsi sicuri di averle risolte tutte. Da qui i lunghi intervalli fra i rilasci, e l'inevitabile delusione quando le versioni così a lungo attese si rivelano imperfette.
Nella concezione a bazaar, d'altra parte, si dà per scontato che generalmente i bachi siano fenomeni marginali – o che almeno divengano rapidamente tali se esposti all'attenzione di migliaia di volenterosi cosviluppatori che soppesano ogni nuovo rilascio. Ne consegue la rapidità di diffusione per ottenere maggiori correzioni, e come positivo effetto collaterale, c'è meno da perdere se viene fuori qualche toppa raffazzonata.»

Il bazaar è quindi industria assistenziale, in cui sussiste un contatto non mediato fra assistenti ed assistiti, mente la cattedrale è industria meramente manufatturiera, in cui il prodotto fatto e finito definisce i gusti degli utenti e non si modella su di essi, la politica aziendale e la sua azione sul mercato formano le necessità degli utenti invece di corrispondere ad esse: ne consegue un prodotto funzionante ma con scarse prospettive di miglioramento, ottenibili solo stravolgendo la direzione di sviluppo, come appunto Windows suole fare ad ogni rilascio.
Alcune distribuzioni di Linux, come Gentoo ed Opensuse, la seconda delle quali mi sento di poter consigliare a tutti i novizi ed in generale a non conoscitori informatici, hanno introdotto ormai il modello rolling release (it. rilascio progressivo), fondato su correzioni che mettono una pezza (ing. patch) agli errori esistenti ed introducono nuove applicazioni, accessori ed estensioni scaricabili dagli utenti. 
In chiusura, la distribuzione più diffusa ed amata/odiata, Ubuntu, è anche quella che conta le più numerose elaborazioni e biforcazioni (ing. forks), di cui l'aspetto più apprezzabile è la varietà e l'adattabilità alle esigenze degli utenti, orientandosi allo sviluppo centrale della distro (gestito dalla ditta Canonical) ed appoggiandosi ai suoi servienti per scaricare i pacchetti: per solidarietà e vicinanza con l'associazione, menzioniamo qui la seconda versione prerilascio (beta2) di Propebonto, il constato operativo (OperativeSystem) di Parole Proprie, gruppo di cui il sottoscritto fa parte,  è stata caricata sulla pagina di UbuntuOne, resa disponibile a scaricamento, collaudo, pubblicazione, pubblicizzazione e quant'altro. Di grandezza tripla rispetto all'Ubuntu ordinario, Propebonto vanta preziosità grafiche, tutti gli accessorii e gli strumenti del vasto programmario incluso, tante configurazioni aggiuntive per principianti, nonché l'usabilità dell'interfaccia a maschera di Unity, dotata di effetti 3D Compiz e di quella innovativa e portatile di Gnome3, entrambe selezionabili della schermata di autentificazione.
Nel collegamento seguente potete scaricare l'archivio (2.6GB) per poi masterizzarlo su DVD o (meglio) pennina USB e provarlo direttamente sul vostro PC:
ubuntuone.com/5JYa5HZ4rsc4rHgdxPhoA1
Un consiglio finale: chi voglia entrare nel mondo di Linux lo faccia con l'aiuto e l'accompagnamento di un amico, vicino, collega od insegnante, con spirito giocoso e consapevole (l'ho già detto che sostanzialmente non esistono virus nocenti a Linux,e quindi il vostro PC e la vostra sicurezza personale saranno tutelati al meglio ?), perché GNU/Linux è principalmente cooperazione assieme al prossimo ed il suo successo si fonda su un passaparola locale e globale che in 20 anni a contribuito a renderlo ciò che è, l'unica soluzione libera, aperta ed illimitata esistente nel mondo dell'informatica.

Franco Colono
contatto Jabber: Franco_Colono@jabber.org

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