giovedì 28 febbraio 2013

Spartaco Lavagnini e la rivolta del proletariato toscano.


Spartaco Lavagnini e la rivolta del proletariato toscano.
Una nuova ripubblicazione del partito rivoluzionario in Italia. 
Il settimanale L’Azione Comunista del 1921-22
                                                                                                                                          Spartaco Lavagnini (al centro)
(Riceviamo e pubblichiamo volentieri.)

Atene non riesce a pagare i conti, la Svizzera taglia le forniture di sangue - Corriere.it

Atene non riesce a pagare i conti, la Svizzera taglia le forniture di sangue - Corriere.it

Dipendenti pubblici, stipendi congelati

La Stampa - Dipendenti pubblici, stipendi congelati

Newsletter PRC n. 229


Newsletter PRC n. 229

[ Toscana ] Emergenza Nord Africa, Arci: "Non manderemo via nessun profugo"

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Siamo morti? | Ramon Mantovani

Siamo morti? | Ramon Mantovani

Di Pietro "congela" le sue dimissioni

Antonio Di Pietro » Blog Archive » Care amiche e cari amici

Lavoro&Politica n.08-2013



Lavoro&Politica n.08-2013

 Lavoro&Politica n. 08-2013

Sommario

  • LE INCOGNITE DEL DOPO VOTO,
    tra ingorgo istituzionale e sinistra da ricostruire
    , Paolo;
  • MOVIMENTO 5 STELLE:
    quale proposta economica?
    ;
  • LE OPPORTUNITÀ MANCATE
    del pontificato di Ratzinger
    ;
  • L’EFFETTO DOMINO DELL’AUSTERITÀ
    e lo scenario recessivo mondiale del 2013.


PAOLO FERRERO: ALLA THYSSEN COME ALL’ILVA PAGANO SOLO I LAVORATORI. IL PARLAMENTO INTERVENGA

PAOLO FERRERO: ALLA THYSSEN COME ALL’ILVA PAGANO SOLO I LAVORATORI. IL PARLAMENTO INTERVENGA

Vergogna per la sentenza che ha ridotto la pena per l’ad della Thyssenkrupp di Torino, nel processo per il rogo in cui il 6 dicembre 2007 morirono 7 operai. A pagare sono sempre e solo i lavoratori, come è accaduto anche oggi, all’Ilva di Taranto. Nell’esprimere le nostre condoglianze alla famiglia dell’operaio morto, diciamo che questo è il primo punto che deve affrontare il nuovo parlamento: Occorre togliere l’ILVA dalle mani di Riva e renderla pubblica, e occorre obbligare la famiglia Riva a pagare al fine di praticare una radicale riconversione ambientale della fabbrica.

Morti sul lavoro: è polemica sui dati al ribasso dell’Inail

Morti sul lavoro: è polemica sui dati al ribasso dell’Inail

Thyssen, pene ridotte a 10 anni. La rabbia dei familiari delle vittime. Ferrero: "Vergogna! Pagano sempre i lavoratori" - ControLaCrisi.org

Thyssen, pene ridotte a 10 anni. La rabbia dei familiari delle vittime. Ferrero: "Vergogna! Pagano sempre i lavoratori" - ControLaCrisi.org

Rodotà al Quirinale? - ControLaCrisi.org

Rodotà al Quirinale? - ControLaCrisi.org

La protesta delle famiglie dilaniate dagli assassini ThyssenKrupp

[ Viareggio ] La candidata sindaca di una lista civica denuncia: il M5S locale contro le femministe

[ Viareggio ] La candidata sindaca di una lista civica denuncia: il M5S locale contro le femministe

Thyssen: proteste in aula dopo la sentenza, «maledetti» - Video - Corriere TV

Thyssen: proteste in aula dopo la sentenza, «maledetti» - Video - Corriere TV

Incidente mortale all'Ilva di Taranto. Sciopero di 24 ore.

Incidente mortale all'Ilva di Taranto. Sciopero di 24 ore.

[ Empoli ] Lavori ancora in corso alla biblioteca 'Fucini', i Cobas chiedono spiegazioni

[ Empoli ] Lavori ancora in corso alla biblioteca 'Fucini', i Cobas chiedono spiegazioni 

UNA FRITTATA DI UOVA. MARCE.


GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2013

 di Fulvio Grimaldi

Il paniere conteneva un bel mucchio di uova, belle lucide, grosse, di gallina, tacchino, oca, perfino alcune di struzzo color rosso cardinalizio. Uova che da tempi immemorabili occupano e colmano il cestino tutte insieme, in perfetta intesa, senza lasciare neanche un angolino ad altri, pronti a evolversi in pulcini che perpetuino le stesse specie. C’è piombato sopra il destino e ha fatto la frittata. Quando qualcuno è andato a rovistare tra i gusci, ha dovuto mettersi la maschera antigas per il gran fetore: erano tutte marce. Il destino, nel caso delle uova colorate di importazione, si chiamava scandali e sfracelli della più corrotta e assolutista istituzione del mondo, con il suo capo costretto alla fuga da rivali e da minacce di morte. Sconvolgente vedere come tante persone comuni, bipedi umani autentici, cercassero, piangendo e rimpiangendo, di incollare i cocci di quei gusci rosso cardinalizio. Che, per quanto striati di muffa tossica, dal colto e dall’inclita venivano elogiati come il migliore papa che ci si sarebbe potuti augurare, il grande teologo che prosegue la lunga linea di dottori della Chiesa, virtuosi della decorazione del nulla. Bravi preti come l’ottimo Don Gallo, il quale ancora non ha capito di essere agnello nella tana delle volpi, invocano il ritorno alla “Chiesa delle origini”. Come se, passando da una setta esoterica in rivolta contro Roma, al sanguinario e famelico saccheggio dell’impero da parte dei vescovi a partire da Costantino, una “Chiesa delle origini” diversa dall’orrido carcinoma presente ci fosse mai stata.

Marco Rizzo: Grande è la confusione sotto al cielo della politica. Unica risposta è la costruzione del Partito comunista

Marco Rizzo: Grande è la confusione sotto al cielo della politica. Unica risposta è la costruzione del Partito comunista

Necessaria tanto più oggi una sinistra di classe anticapitalista.




Avanza la reazione, vecchia e nuova.
Crollano, a sinistra, le operazioni trasformiste.
Necessaria tanto più oggi una sinistra di classe anticapitalista.



Il dato elettorale registra il recupero del blocco reazionario guidato da Berlusconi e l'impressionante successo di un guru milionario che rivendica l'abolizione del sindacato in quanto tale. 
Dentro la crisi più drammatica del dopoguerra, la rimozione dell'opposizione sociale ai governi del capitale finanziario ha finito col consegnare alla reazione, vecchia e nuova, ampi settori della popolazione povera e dello stesso mondo del lavoro. 

Sulle direzione della CGIL ricadono responsabilità enormi. Prima la condivisione delle politiche antioperaie dei governi di centrosinistra; poi l'avallo al governo Monti per coprire Bersani, hanno privato milioni di lavoratori, precari, disoccupati di ogni difesa sociale, abbandonandoli alla disperazione e alla disgregazione, facile terreno di pascolo per tutti i populismi e i qualunquismi. 
Le sinistre cosiddette “radicali” hanno contribuito negli anni a rimuovere ogni diga. Prima compromettendosi unitariamente nelle politiche antioperaie del governo Prodi; poi dividendosi tra la subordinazione al PD liberale, sostenitore di Monti, e la subordinazione ai pubblici ministeri e al liberalquesturino Di Pietro, sino a cancellare la stessa presenza di una sinistra autonoma e riconoscibile nello scenario elettorale. 
In particolare, la disfatta dell'operazione Ingroia è la disfatta definitiva dei gruppi dirigenti di PRC e PdCI. Chi ha cercato di tornare in Parlamento cancellando nell'arancione la riconoscibilità della sinistra e delle ragioni del lavoro è finito travolto dal proprio trasformismo. 

Dentro la sconfitta del movimento operaio, e il maremoto politico che si è determinato, il piccolo Partito Comunista dei Lavoratori ha registrato un risultato certo molto modesto. Ma è l'unico a sinistra, negli anni, che non ha perso la bussola. L'unico che si è opposto, controcorrente, al centrosinistra e al grillismo, dal versante delle ragioni dei lavoratori. L'unico che ha messo la faccia, senza nascondersi, su una proposta anticapitalista e di classe. L'unico attorno a cui può ricomporsi, tanto più oggi, un progetto rivoluzionario a sinistra. 

Solo il rilancio di una mobilitazione di massa del movimento operaio, attorno a un proprio programma indipendente, può sbarrare la strada all'offensiva dominante, disgregare il blocco sociale reazionario, preparare dal basso l'unica vera alternativa: un governo dei lavoratori su un programma anticapitalista. 
Il PCL lavorerà, come e più di prima, per unire attorno a questa prospettiva i militanti d'avanguardia del movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta.


Partito Comunista dei Lavoratori


Thyssen, pena ridotta in appello a 10 anni - Corriere.it

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ThyssenKrupp. Ridotta in appello pena per il rogo di Torino

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Disoccupazione, Draghi lancia l'allarme Europa e ricatta i governi sulle riforme - ControLaCrisi.org

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Il voto, Grillo, e la Sinistra

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[ Firenze ] Una trentina di disabili occupa la sede della Regione

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I servizi temono la crisi: il disagio può esplodere - Rassegna.it

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Il 32% dei ragazzi italiani a rischio povertà - Rassegna.it

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"Solo unificandoci possiamo superare la crisi di credibilità". Intervento di Domenico Moro - ControLaCrisi.org

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La Grecia di fronte al fascismo

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Beppe Grillo contro dipendenti pubblici e pensionati

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Berlusconi indagato a Napoli per compravendita di senatori - Napoli - Repubblica.it

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Egitto, tortura senza tempo

Egitto, tortura senza tempo

Democratici: ansia per le comunali. E parte l’autocritica


Democratici: ansia per le comunali. E parte l’autocritica
Riccardo Chiari, il manifesto 27/02/2013
Anche se resta la prima regione per consensi al Pd, nei democrat toscani è scattato l'allarme rosso. Effetto diretto di un calo, molto pesante, che va dall’8 al 9%. Sono 350mila voti persi. Per giunta in quelle che dovevano essere elezioni da stravincere, per dare il tradizionale contributo al partito nazionale.
Poco consola che il Pdl abbia ceduto addirittura il 14% (perdendo anche lui 350mila voti) e la Lega sia stata azzerata.
«È chiaro che ci aspettavamo di più - ammette il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli - e faremo autocritica, il risultato atteso non era questo». Parole inconsuete. Ancora più diretto Enrico Rossi: «Non ho mai visto la sinistra vincere se non intercetta la rivolta morale e la protesta sociale».
Quella del presidente toscano, ieri soddisfatto solo dalla concessione della cittadinanza italiana ai tre ambulanti senegalesi gravemente feriti dal neofascista Gianluca Casseri, è una osservazione legata al panorama nazionale. Ma in una regione che vede il Pd egemone, e di consolidato governo, Rossi tocca anche le più profonde ragioni del successo del M5S, diventato seconda forza della Toscana con un trionfale 24%.
Il «principe dei numeri» Antonio Floridia conferma: «M5S ha preso 530 mila voti: prima di analisi più approfondite è possibile ipotizzare che siano arrivati in prevalenza dalla sinistra e dal centrosinistra». Certo da Rivoluzione Civile (ridotta al 2,5%) ma non da Sel, salita di 30mila voti anche se con con una percentuale del 3,8% non soddisfacente. Il responsabile
dell’Osservatorio elettorale regionale offre anche la più probabile chiave di lettura del fenomeno: «Andrà analizzato caso per caso - puntualizza Floridia - come abbiano inciso conflitti locali su impianti energetici o opere infrastrutturali. Ma da una prima valutazione, sembra proprio che ci siano elementi in questo senso».
Di qui le ragioni del campanello d'allarme per i democratici, che proprio sulle grandi opere e gli impianti di incenerimento stanno andando avanti senza esitazioni. Mentre Matteo Renzi continua a non commentare i risultati - di ieri un laconico «non è giornata» - proprio da Sel sono arrivate alcune parole chiare. «Abbiamo preso impegni con chi ci ha dato il voto - avverte Renzo Ulivieri, non eletto ma infaticabile in campagna elettorale - non ci perdonerebbero accordi di governo con Monti o addirittura con Berlusconi».
Niente inciuci, confermano le neo deputate Martina Nardi e Marisa Nicchi e la neo senatrice Alessia Petraglia. L’unica strada è quella di andare avanti provvedimento per provvedimento, con proposte autonome: «Per dare risposte al malessere, alla fatica di vivere e alla rabbia, tutte figlie di una crisi fortissima che abbiamo trovato girando nei mercati e nelle fabbriche».
E con una preferenza: «Gli eletti del M5S sono di cultura di centrosinistra - osserva Nardi - con loro potrebbero esserci delle convergenze». Mentre il coordinatore  regionale Giuseppe Brogi guarda alle elezioni di primavera a Siena, Pisa, Viareggio e Massa: «Servirà molta umiltà, in particolare a Siena, altrimenti si faràmolta fatica». Avviso diretto naturalmente al Pd.

Radici «anarchiche» per il boom grillino a Carrara e Livorno



Radici «anarchiche» per il boom grillino a Carrara e Livorno
Riccardo Chiari, il manifesto 28/02/2013
Per capire la portata del fenomeno 5 Stelle in Toscana non ci sono soltanto i cinque deputati e i quattro senatori eletti, grazie a una base elettorale del 24%che lo ha portato ad essere la seconda realtà politica della regione. C’è soprattutto il boom di un movimento che nelle istituzioni è rappresentato in appena nove municipi su 287, con 16 consiglieri comunali, ma che da lunedì sera è diventato il primo partito in città importanti come Carrara, Massa, Pietrasanta, Viareggio, Capannori e Grosseto, e in altri 22 comuni più piccoli fra cui Massarosa, Orbetello, Camaiore e Altopascio, oltre che nella simbolicamente importantissima Stazzema.
È lungo la costa tirrenica che gli attivisti di Beppe Grillo hanno raccolto imaggiori successi. A Carrara, nella città del marmo e dei suoi cavatori, di fortissima tradizione anarchica, il Movimento 5 Stelle con il suo 31,5% supera di un punto un Pd in accentuata flessione, elegge due senatrici e fa un balzo in avanti del 18% rispetto alle elezioni comunali di un anno fa, dove pure aveva eletto un suo rappresentante.
Nella vicina Massa il voto per le comunali sarà a maggio, fra soli tre mesi, e qui non solo il movimento di Grillo è la prima forza con il 29,5%, è anche a soli cinque punti dalla coalizione con cui il Pd si è presentato alle politiche, con la destra berlusconiana che pur fortemente ridotta rischia di diventare ago della bilancia nel caso di un assai probabile ballottaggio.
Situazione analoga a Viareggio, altro comune dove ci si appresta al voto amministrativo: qui il 5 Stelle è il primo partito con il 29% ed è ad appena due punti percentuali dalla coalizione di centrosinistra, mentre la destra che aveva vinto le scorse comunali mantiene un suo radicamento e potrebbe risultare decisiva al secondo turno.
Perfino a Pisa la comunque forte coalizione di centrosinistra non raggiunge il 50%, e il 5 Stelle che pure non è andato oltre il 22% è diventata la seconda forza cittadina, superando il Pdl. Anche sotto la torre pendente si voterà alla fine di maggio, e seppur molto ridotte ci sono le possibilità di un ballottaggio fra il sindaco uscente Filippeschi e una rappresentante del movimento grillino.
Livorno invece si voterà l’anno prossimo, ma hanno già fatto scalpore i risultati delle politiche che hanno visto il Pd in calo di ben 14 punti percentuali rispetto al 2008. Mentre il M5S raccoglie il 27% e, con la destra labronica in caduta libera, si accredita come un concorrente assai temibile per la guida di una città che sta soffrendo oltremodo la crisi economica.
Proprio i sempre più drammatici effetti della crisi, che è particolarmente sentita lungo la costa toscana, hanno fatto da moltiplicatore
per i 5 Stelle, considerati come l’ideale contenitore di una protesta sociale sempre più diffusa.
Di scuola il caso di Orbetello, dove il Movimento diventa il primo partito grazie al 30% raccolto nelle zone alluvionate dello scorso autunno, dove forte è la disaffezione verso le amministrazioni ritenute, a torto o a ragione, incapaci di rispondere alle esigenze della popolazione.
Ma anche a Grosseto, considerata per anni come una delle città più dinamiche della Toscana, almeno alla Camera il Movimento di Grillo supera il Pd e conquista una leadership che appena dodici mesi fa era semplicemente inimmaginabile.


Notizie Resistenti n. 442

Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Reggio 14 - 10153 Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:

Movimento Comunista Internazionale

- Il socialismo per cui lottiamo

Storia

- Come Ratzinger ha annientato la chiesa del popolo in America Latina

Della guerra

- Affari Finmeccanica con i droni di Sigonella

Mondo - politica e società

- L'Africa sotto lo stretto controllo della dipendenza economica

Europa - politica e società

- L'Europa vola sul nEUROn

Belgio

- I manifestanti respingono il modello tedesco

Cipro

- AKEL: Sui risultati elettorali del secondo turno delle presidenziali

Colombia

- Bollettino di informazione al 24/02/2013

Grecia

- Imponente dimostrazione del PAME ad Atene e in altre 70 città

Messico

- Lo Stato rappresenta l'interesse generale della classe dominante

Palestina

- Arafat Jaradat assassinato dagli aguzzini sionisti dopo otto giorni di tortura

Romania

- Nuovo disegno di legge per proibire organizzazioni e simboli comunisti

Saharawi

- La WFDY condanna le sentenze contro i Sahrawi detenuti

Siria

- Appello del PC (Unificato) sulle conseguenze dell'ingerenza imperialista

Spagna

- Non ci sarà pace sociale fino alla conquista del socialismo-comunismo

Italia - politica e società

- Grande è il disordine sotto il cielo ma la situazione non è eccellente
- FGC: spetta alla gioventù ricostruire
- Unica risposta è la costruzione del Partito Comunista
- Tempesta perfetta
- Cosa insegnano le elezioni e i perchè della sconfitta

Lavoro

- Il pacco continua… Analisi della circolare 5/2013 sull'apprendistato

Appuntamenti

- Napoli 02/03/13 - 1953-2013 Con Stalin per il socialismo

Ccdp

- Nasce Mels la biblioteca digitale

www.resistenze.org
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I "servizi" minacciano i movimenti con la scusa degli "anarchici"

I "servizi" minacciano i movimenti con la scusa degli "anarchici"

I grillini sono i nani di De André

I grillini sono i nani di De André | LIBERNAZIONE

Voci dalla Germania: Münchau: Merkel ha perso le elezioni italiane e Steinbrück ancora una volta non ha capito nulla

Voci dalla Germania: Münchau: Merkel ha perso le elezioni italiane e Steinbrück ancora una volta non ha capito nulla

[ Castelfranco di Sotto ] Pirogassificatore, dal Consiglio di Stato via libera al collaudo

[ Castelfranco di Sotto ] Pirogassificatore, dal Consiglio di Stato via libera al collaudo. Accolto il ricorso della Waste Recycling contro il Tar: test per tre mesi

Incidente all'Ilva di Taranto. Un operaio morto e un ferito - Bari - Repubblica.it

Incidente all'Ilva di Taranto. Un operaio morto e un ferito - Bari - Repubblica.it

mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni 2013, Sansonetti su Libero: “Pace tra Pd e Pdl e Berlusconi al Quirinale” - Il Fatto Quotidiano

Elezioni 2013, Sansonetti su Libero: “Pace tra Pd e Pdl e Berlusconi al Quirinale” - Il Fatto Quotidiano

Firenze e Pisa: incontro/dibattito con i lavoratori Irisbus (Av) e R. Ginori (Fi)

Firenze e Pisa: incontro/dibattito con i lavoratori Irisbus (Av) e R. Ginori (Fi)

Elezioni 2013, la neo-senatrice M5S incerta sul numero dei deputati...

Elezioni 2013, la neo-senatrice M5S incerta sul numero dei deputati: ''Tra cinque e seicento?'' - Repubblica Tv - la Repubblica.it

n+1, n. 196

n+1Rivista sul "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
Newsletter numero 196, 27  febbraio 2013
Supplemento alla rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000

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Riunioni pubbliche:
Venerdì 1° marzo 2013 ore 21, nella nostra sede di Roma, Via Galileo Galilei, 57.
La Sinistra Comunista e la teoria della conoscenza, ricerca degli invarianti per comprendere le trasformazioni.
Venerdì 1° marzo 2013 ore 21, nella nostra sede di Torino, Via Massena 50/a.
La smaterializzazione delle merci, il "proletariato diffuso" e le lotte immediate.


Un'altra "tempesta perfetta"
Così la chiama Il Sole 24 Ore. È vero, le elezioni non hanno risolto nulla, anzi, hanno assai ingarbugliato ogni prospettiva. Un governo di salute pubblica è appena fallito miseramente, difficile riproporlo negli stessi termini. Il PD non è compatto sull’eventuale collaborazione con M5S ventilata da Bersani; ad ogni modo avrebbe una maggioranza risicata in Senato e dovrebbe basarsi almeno sulle principali ipotesi del nuovo partito grillino. Il quale potrebbe in alternativa allearsi con il PDL, ma anche qui con gli stessi problemi. La lista Monti è numericamente insignificante e potrebbe al massimo consolidare maggioranze guidate da altri. Un precedente potrebbe essere ravvisato in Sicilia, dove i grillini appoggiano singoli provvedimenti, cosa che a livello nazionale vorrebbe dire fare un paio di riforme e tornare a votare. D’accordo, fin qui la numerologia elettorale, ma che cosa ha fatto veramente esplodere gli equilibri parlamentari? La crisi può essere una condizione necessaria ma non è sufficiente per spiegare quel che è successo nella testa di quasi nove milioni di persone. Che non sono state "inventate" da Grillo: sono loro che hanno inventato Grillo. Insomma: non è una "questione" parlamentare.
1992: Il 18 Brumaio del partito che non c’è

Energia potenziale e cinetica
La Lega padana è stato l’ultimo partito demo-fascio-stalinista di massa con capo carismatico e gerarchia interna, meccanismo democratico congressuale, presenza sul territorio, demagogia legittimata da una realtà produttiva (i distretti) e programma riformista che non era semplice amministrazione della routine parlamentare (federalismo para-secessionista). Venuti meno questi caratteri, per manifesta inutilità storica, la società italiana ha prodotto il Movimento 5 Stelle. Che non è un’altra Lega, come qualcuno superficialmente va dicendo. Il programma del nuovo movimento è evanescente quanto quello dei partiti tradizionali, ma il suo contenuto, invece di rispecchiare la triviale routine, fa propria la metafisica spontanea della lotta al signoraggio, del reddito di cittadinanza, del dimezzamento della giornata lavorativa, dell’automobile ad aria, della natura eco-idealizzata, dell’antipolitica in generale, ecc. ecc. Un minestrone mistico che il leader e i suoi guru si premurano di rendere "pagante" in termini parlamentari, di smorzare e rendere innocuo. Una delle forme secondarie di energia potenziale che potrebbe esplodere in energia cinetica facendo da innesco a quella primaria (il proletariato).
1998: Padania e dintorni

Indice della paura
Come dice l’economista Nouriel Roubini parlando dell’Italia, l’instabilità economica è il terrore dei mercati. Questo è vero solo per l’economia cosiddetta reale, che si nutre del ciclo Capitale – Produzione – Merce – Capitale maggiorato. Ma per il capitale finanziario (cioè fittizio) è vero il contrario: esso si nutre di oscillazioni, differenze, ascese, crolli. In ogni caso ormai da un secolo non governano i governi ma il Capitale. C’è un indice internazionale, il Vix, che misura la "volatilità" dei mercati, cioè la loro instabilità, turbolenza, imprevedibilità. Subito dopo i risultati delle elezioni italiane, questo indice è aumentato del 34%, un’enormità in un lasso così breve di tempo. È successo che, mentre il mondo finanziario è già in fibrillazione per il sospetto di un’altra bolla bancaria e per ciò che potrebbe succedere negli Stati Uniti il 1° marzo (data della scadenza per drastici tagli alla spesa pubblica per 85 miliardi di dollari), l’instabilità italiana è in grado di aggravare la situazione. O la situazione è in grado di aggravare l’instabilità italiana.
2008: Non è una crisi congiunturale

Ratzinger in pensione?
Un papa non dà le dimissioni come un qualsiasi manager o ministro, non matura la pensione. È vicario di Dio, Re, quindi abdica, o al massimo rinuncia, rifiuta. E comunque anche Celestino V, dopo il "gran rifiuto" non poté ritornare al suo eremo ma rimase prigioniero del nuovo papa Bonifacio VIII. "Dimettendosi", Benedetto XVI ha sollevato una ridda di illazioni, dietrologie, teoremi. Normale. Di fatto, anche se la Chiesa non è troppo in salute e rispecchia la crisi generale della società globalizzata, ha visto ben altre tempeste, fra le quali una decina di abdicazioni di papi e antipapi. Come da tradizione, dopo un papa se ne farà un altro e l’indirizzo fondamentale della Chiesa rimarrà quello di trarre il massimo vantaggio da qualunque situazione storica si presenti.
1950: Ossature giubilari teoretiche

Microsoft-Dell
Il grande produttore americano di hardware Dell esce dalla borsa. Sul sito dell’Economist un articolo sull’evento è illustrato con una vignetta assai significativa: esseri barbarici e vampireschi minacciano l’amministratore delegato dell’azienda in questione ed egli fugge con il malloppo seminando dollari per strada. Di solito un’azienda si quota in borsa per accedere a capitali altrui a scopo di investimento ecc. In questo caso la Dell lancia invece un’operazione da 24 miliardi di dollari per riacquistare le proprie azioni dal mercato, aiutata con 2 miliardi dal colosso del software Microsoft. Lo scopo dichiarato è quello di sottrarre l’azienda ai famelici azionisti che, abituati ai ritmi della speculazione, vogliono troppi soldi e subito. Dell vuole invece avere i tempi necessari per varare un piano industriale a medio termine. Nonostante la stazza dei protagonisti, l’operazione è una goccia nel mare che turbina in senso contrario, ma assai istruttiva: una mossa disperata del Capitale che trova in sé stesso il proprio peggiore nemico.
2000: Massimo di centralizzazione

Cyberguerra
Si assottiglia sempre più la differenza tra la sfera civile e quella militare. All’inizio di febbraio il governo americano ha dichiarato una cyber-offensiva militare nei confronti del mondo. Anche la Commissione Europea ha lanciato l’allarme per il continuo interferire degli hacker, soprattutto cinesi. Adesso sta per uscire il libro di un dirigente di Google il quale spiega come questi ultimi non siano solo preparati alla difesa informatico-militare ma siano soprattutto agguerritissimi da anni nelle scorribande volte a carpire brevetti, progetti e procedure industriali e scientifiche. Un’azienda americana specializzata in protezione informatica ha scoperto che nonostante i continui dinieghi del governo cinese, i gruppi più agguerriti di hacker sono coordinati da una divisione di élite dell’Esercito, l’Unità 61398, che ha base in un grattacielo "civile" situato nel distretto commerciale di Shanghai.
2001: Von Clausewitz contro Sun Tzu

Provadia
In Bulgaria è stata trovata una città sepolta databile a un’epoca preistorica. Per quanto si sapeva finora, a quel tempo in Europa non erano ancora conosciute forme di urbanesimo, ma questa è una città vera e propria con case, mura difensive, forni. Le inumazioni rituali, affermano gli archeologi, dimostrano che quegli uomini conoscevano religione e ideologia. La scoperta più succulenta è che essi dovevano avere produzione, mercato e... moneta, dato che a poca distanza vi sono depositi di salgemma, materiale allora preziosissimo, che veniva tagliato in mattoncini e usato per gli scambi. Potenza dell’ideologia dominante: per l’archeologo non ci sono dubbi, nel neolitico europeo, 4.000 anni prima del mitico Creso di Lidia e della sua prima moneta, vi era mercantilismo. Allo stesso titolo, selci e ossidiane di cui sono tracciati i percorsi dalle cave ai villaggi, dovevano essere la moneta del paleolitico, 25.000 anni prima del sale bulgaro!
2010: La prima grande rivoluzione

L’alternativa del diavolo
La globalizzazione a volte gioca brutti scherzi. Secondo il New York Times l’Arabia Saudita rifornisce i ribelli siriani con armi croate, ucraine, svizzere, belghe e russe. Passano sul mercato anche i piccoli missili americani Stinger, micidiali contro elicotteri e aerei, protagonisti della sconfitta dell’URSS in Afghanistan. Tutte queste armi, abbondanti sul mercato globale, arrivano per lo più in Giordania in aereo per poi raggiungere via terra le basi ribelli. La Siria, che è totalmente equipaggiata con armamento russo, riceve un aiuto consistente dall’Iran, che utilizza per il trasporto aerei militari con insegne civili. Washington non può permettere che la potenza di riferimento in quell’area diventi la fondamentalista Arabia Saudita coadiuvata dal Qatar e dagli Emirati, ma non può nemmeno permettere che l’attuale governo siriano soffochi la rivolta con l’aiuto di Teheran. In entrambi i casi l’intervento armato diventa sempre più necessario.
2011: Marasma sociale e guerra (Egitto, Libia, Siria)
NEWS DAL WEB
Usa: "Ora basta con le paghe da fame"
Jp Morgan travolta dalla crisi
Ora la Fed comincia a temere un'altra bolla
Egitto: rivoluzione e lotte sociali
L'Egitto acquista 140mila lacrimogeni
L'autogestione di Port Said e le lotte operaie
Tunisia, via libera al governo tecnico
Bahrain, al bando maschere "V per Vendetta"
Il 32% dei ragazzi italiani a rischio povertà
In nove mesi 640mila licenziati
25 febbraio la tempesta perfetta
Intanto vince il Discount Party
Draghi: la disoccupazione è una tragedia
L'anno nero del lavoro: 9 mln in difficoltà
Sull'assemblea del 16 febbraio a Cornigliano
Rinnovo del contratto nazionale logistica
Assemblea generale dei migranti...
Global Square online meeting, 3 March 2013
La prossima Grecia è la Slovenia
Scene da una crisi in Portogallo
Dispatch from Lisbon: Fill the Streets #2M
I subprime sul gas di scisti
Schiavi del fotovoltaico in Salento
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Perché tifiamo rivolta nel Movimento 5 Stelle | Giap

Ancora un interessante intervento del collettivo Wu Ming

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Mettetevi comodi, vi raccontiamo una storia.
Due giorni fa, durante il pomeriggio dello spoglio elettorale, la rivista Internazionale ci ha chiesto uno o più brevi testi da inserire nel «flusso» della sua diretta web dedicata al voto.
- Volentieri!
- Grazie!
Abbiamo scritto un rapido, sintetico intervento intitolato «Il Movimento 5 Stelle ha difeso il sistema», dove ricapitolavamo e ribadivamo posizioni che i lettori di questo blog conoscono bene. Posizioni che si sono sempre più definite nell’ultimo anno e mezzo, discutendo animatamente con molte persone – compresi gli attivisti del M5S capitati qui sopra – e/o commentando il libro diGiuliano Santoro Un Grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani (Castelvecchi, 2012).
- Alt, mozione d’ordine!
- «Mozione d’ordine»?!
Sì, perché prima di proseguire, è meglio ricordare i post dove si è discusso (non solo, ma prevalentemente) del fenomeno Grillo/«grillismo»/M5S.
Intendiamoci, è sempre poca roba rispetto alla mole dei commenti in cui, nel corso degli anni, abbiamo eviscerato la pochezza e l’abiezione del «centrosinistra» (qualcuno ancora ricorda quando definimmo il PD «fossa di scolo di ogni vergogna»), comunque sono quattro post belli densi, che hanno scatenato dibattiti pieni di esempi, link, precedenti storici, casi di studio, testimonianze etc.

Grillo chiude Bersani base insorge sul blog

https://www.ansa.it/web/notizie/elezioni2013/news/2013/02/27/Grillo-chiude-Bersani-base-insorge-blog-_8321436.html

La meravigliosa dichiarazione di Casapound sulle elezioni - Giornalettismo

La meravigliosa dichiarazione di Casapound sulle elezioni - Giornalettismo

Libia: ex premier torturato e ridotto in fin di vita

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A Siena il primo impianto di cuore artificiale in Toscana - Toscana - il Tirreno

A Siena il primo impianto di cuore artificiale in Toscana - Toscana - il Tirreno

SIGNORAGGIO FAQ, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi del Complotto e a odiare il Capitale

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Dopo Idv, anche i vertici di Pdci e Rifondazione si dimettono - ControLaCrisi.org

Dopo Idv, anche i vertici di Pdci e Rifondazione si dimettono - ControLaCrisi.org

PRC Firenze » Dopo la sconfitta

PRC Firenze » Dopo la sconfitta

Riflessioni sui risultati delle elezioni politiche 2013


Riflessioni sui risultati delle elezioni politiche 2013

Come volevasi dimostrare: hanno funzionato a meraviglia i “trucchi” e i “prodigi” delle false promesse elettorali sbandierate da Berlusconi e soci, per cui ora sarebbe lecito pretendere quantomeno la restituzione dell’IMU. Parimenti hanno sortito il loro effetto le altre menzogne proferite in questa curiosa campagna elettorale, le fandonie elargite a piene mani a destra e a manca, come pure le visioni misticheggianti e mistificanti di Grillo e dei suoi discepoli, o le favole raccontate al popolo sul cosiddetto “voto utile”.

L'aspirante Cancelliere tedesco: «Eletti due clown». Napolitano annulla l'incontro - Corriere.it

L'aspirante Cancelliere tedesco: «Eletti due clown». Napolitano annulla l'incontro - Corriere.it

Elezioni ma sono andate davvero cosi male?

Dada Viruz Project » Blog Archive » Elezioni ma sono andate davvero cosi male?

Dimissionaria la Segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista

Dimissionaria la Segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista | umbrialeft.it



La segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, riunita per valutare i risultati delle elezioni politiche, desidera innanzitutto ringraziare le compagne e i compagni per la generosità del loro impegno personale, sia sul piano politico che organizzativo. Le compagne e i compagni di Rifondazione sono stati infatti la spina dorsale della campagna elettorale di Rivoluzione Civile sui territori.
Il risultato di Rivoluzione Civile è stato negativo. Non siamo riusciti in campagna elettorale a far emergere il profilo antiliberista, di sinistra  e popolare della lista, che è rimasta schiacciata tra le spinte al voto utile e quelle al voto di protesta. Al di la di ogni altra considerazione, l’insuccesso della lista ha quindi una precisa ragione politica nell’incapacità di interpretare ed intercettare il forte disagio sociale e il largo dissenso verso le politiche di austerità.
Le elezioni ci consegnano un quadro terremotato, un quadro di crisi organica del sistema in cui la crisi sociale si salda con una crisi istituzionale e con la completa delegittimazione del sistema politico.  Un quadro di crisi organica in cui il paese non si riconosce nelle politiche neoliberiste e nel sistema politico ma non ha maturato e non ha a disposizione alcuna alternativa. Non a caso  escono penalizzate le forze che più si sono identificate con le politiche di austerità e con la governabilità, a partire da Monti per arrivare fino al PD. Parallelamente Berlusconi è stato premiato per il suo smarcarsi dalle politiche del governo Monti e Grillo risulta il vero vincitore delle elezioni perché è stato individuato come il veicolo più efficace contro il sistema politico in quanto tale e le politiche economiche che lo hanno caratterizzato. Il risultato del voto non è quindi un rivoluzione ma l’approfondirsi della crisi del sistema, crisi plasticamente rappresentata dall’impossibilità di determinare in parlamento una maggioranza di governo.
L’ingovernabilità e la crisi verticale del sistema politico è anche il risultato perverso della forzatura antidemocratica attuata da Napolitano - sotto dettatura dei poteri forti - nel novembre 2011 . Il rischio è che adesso le classi dirigenti facciano una ulteriore forzatura per proseguire le politiche di rigore e austerità: Che di fronte all’assenza del consenso popolare, puntino ad uno scardinamento Costituzionale in senso presidenzialista per determinare in forma autoritaria quella governabilità che non sono stati in grado di costruire attraverso il consenso attivo.
Noi ci opponiamo radicalmente a questa prospettiva e proponiamo l’abbandono delle politiche neoliberiste e la ricostruzione democratica partecipata di un rinnovato sistema politico basato su un sistema elettorale proporzionale. Crisi sociale e crisi istituzionale hanno cioè una soluzione solo nella direzione di maggiore giustizia sociale e maggiore democrazia.
A tal fine è necessario rilanciare con forza la costruzione di un polo politico della sinistra antiliberista e proponiamo che Rivoluzione Civile dia vita ad questo vero e proprio processo costituente, democratico e partecipato.  Parallelamente è necessario rafforzare e qualificare l’azione di Rifondazione Comunista che di questo processo di unità della sinistra antiliberista deve essere motore e protagonista.
Per aprire la discussione sui risultati elettorali e sulla ridefinizione del nostro progetto strategico – che dovrà trovare nei tempi e nei modo opportuni una sistematizzazione congressuale - è convocata per il 29 p.v. la Direzione Nazionale e per il 9/10 marzo il CPN, a cui la segreteria nazionale rimetterà il suo mandato.

Un bilancio delle elezioni politiche del 24-25 febbraio - FalceMartello

Un bilancio delle elezioni politiche del 24-25 febbraio - FalceMartello

Rifondazione comunista dopo il voto - FalceMartello

Rifondazione comunista dopo il voto - FalceMartello


Fuori dalle macerie: i nostri compiti
La sconfitta di Rivoluzione civile e di Rifondazione comunista, che ne è stata parte fondante, ha dimensioni senza appello. Non basta quindi un sussulto d’orgoglio o uno sforzo volontaristico per mettersela alle spalle e tracciare una prospettiva credibile. È necessario invece andare alla sua radice originaria e rileggere, alla luce dei dati reali, una realtà che, con ogni evidenza, il gruppo dirigente del nostro partito da tempo non era più in grado di vedere.

Le dimissioni doverose e necessarie di un gruppo dirigente non sono per noi un semplice passaggio consolatorio, o l’occasione per rielencare la lunga, quasi interminabile lista di errori che hanno condotto a questo esito. Il punto è che da tempo ormai era venuta meno una pietra angolare essenziale alla vita di qualsiasi organizzazione, ossia il senso di responsabilità che dovrebbe legare un gruppo dirigente al corpo del suo partito. Questo senso di responsabilità è stato buttato a mare e sostituito con illusioni, improvvisazioni, fughe dalla realtà, desideri scambiati per analisi, piccoli e grandi opportunismi.

Un gruppo dirigente irresponsabile


La lista è interminabile e non la riproponiamo qui. Tuttavia è compito essenziale per tutti i compagni che non intendano abbandonarsi a un pessimismo corrosivo rileggere scrupolosamente il nostro dibattito interno perlomeno a partire dall’ultimo congresso (fine 2011). È stato infatti allora, in coincidenza con le dimissioni di Berlusconi e l’insediamento di Monti, che probabilmente è passato l’ultimo treno per Rifondazione comunista, l’occasione di liberarsi delle pastoie che legavano il partito al centrosinistra e di lavorare, sia pure con grande ritardo, alla costruzione di un credibile punto di riferimento a sinistra, fuori e contro l’unità nazionale, che provasse a connettere politicamente il conflitto sociale che carsicamente continuava a manifestarsi nel nostro paese e infiammava la Grecia, la Spagna, il Portogallo.
Quell’ultimo spazio è stato bruciato per esclusiva responsabilità del gruppo dirigente. Sei mesi sono stati consumati a fingere di tenere in vita il cadavere della Federazione della sinistra, i successivi sei mesi a improvvisare appelli, assemblee e costruzioni fittizie fino a “Cambiare si può”, nata e morta nel giro di un mese per approdare infine sotto l’ala di Ingroia.
La campagna elettorale del candidato premier è stata ai limiti dell’analfabetismo politico, dapprima alla rincorsa di Grillo quando pareva che il suo movimento vivesse una battuta d’arresto, poi, quando su quel fronte si è alzato un muro invalicabile, proponendo Rivoluzione civile come una brutta copia di Sel, rivendicando l’accordo col Pd, aprendo all’ipotesi di fare il ministro in un governo Bersani, fino all’ineguagliabile “se perdo potrei tornare in Guatemala”. Le dichiarazioni post elettorali nelle quali Ingroia ha dato la colpa del disastro al Pd chiedendo le dimissioni di Bersani (!) hanno messo la ciliegina sulla torta. Che Ferrero abbia tentato di spacciare un personaggio simile come la figura che poteva trarre la sinistra fuori dall’isolamento è una macchia incancellabile.
Oltre all’irresponsabilità politica, il gruppo dirigente del Prc ha anche la grave colpa di avere praticato una concezione del partito per la quale c’è la militanza che fa i volantinaggi, le campagne più o meno adeguate (ad esempio i referendum), gli interventi del “partito sociale”, ecc., mentre il gruppo dirigente studia le “tattiche” affinché tutto questo pregevole lavoro trovi adeguata espressione nelle istituzioni. La conseguenza è stata un processo di parziale spoliticizzazione che oggi lascia disorientati ampi settori dei militanti, ai quali non è stata fornita alcuna lettura politica capace di spiegare perché tanto sforzo pare non sortire mai alcun effetto.
Il codismo, l’eterna illusione che mettendosi “in scia” di qualcun altro si possa trovare la scorciatoia per apparire più forti o autorevoli di ciò che effettivamente si è, si è manifestato come vera e propria patologia di questo gruppo dirigente. La conseguenza ora sarà una spinta centrifuga di cui abbiamo già visto i segnali nei mesi scorsi, che può disgregare ciò che resta della struttura del Prc.
Già durante le primarie del Pd si erano visti diversi segnali dell’“attrazione fatale” che il centrosinistra esercitava su diversi dirigenti del partito a livello territoriale. Oggi queste sirene si moltiplicheranno, chi pensa al partito innanzitutto come a una macchina elettorale non resisterà al richiamo di un partito come Sel che, per quanto abbia raccolto numeri modesti elegge decine di parlamentari, se non dello stesso Pd. Intendiamoci: perdere questi “dirigenti” non sarà certo un rimpianto, ma il punto è che se non c’è una lettura capace di offrire una prospettiva diversa resta solo un processo di frammentazione che, di per sé, non genera alcun contraccolpo positivo.
Altri teorizzeranno che, poiché il Movimento 5 stelle in fondo dice anche cose di sinistra e per giunta prende milioni di voti, allora forse è lì che bisogna buttarsi.

Quale congresso è necessario


Tra il riconoscere i propri errori e attribuirne la colpa a qualcun altro, troppo spesso si sceglie la seconda strada. La prima reazione ufficiale del Prc è affidata a una nota del segretario Ferrero che, spandendo pessimismo a piene mani, ci informa che “siamo finiti in pieno” dentro a una situazione analoga a quella della Repubblica di Weimar. Insomma non siamo noi che sbagliamo, è il mondo che va dalla parte sbagliata. A Ferrero vorremmo fare una sola domanda: se l’Italia del 2013 è la Germania del 1932, chi sarebbe Hitler? Monti? Grillo? Bersani? Basta porsi la domanda per capire l’assurdità di certe “analisi”.
Il Prc deve fare un congresso. Non un dibattito improvvisato o frettoloso, ma un serio percorso di analisi, orientando i propri militanti in primo luogo verso le fabbriche, verso i giovani, per ascoltare e annodare un filo di dialogo che è stato interrotto da un gruppo dirigente che ha completamente abbandonato l’idea di poter radicare il partito nel conflitto di classe per dargli un riferimento e una espressione politica compiuta.
La situazione odierna non è quella di Weimar di cui straparla Ferrero, ma è una situazione caratterizzata innanzitutto dalla scomparsa dallo scenario politico di qualsiasi espressione indipendente della classe. La ricerca di soluzioni magiche, il gettarsi a destra e a sinistra nella speranza di un miracolo, l’alternarsi di speranza e disperazione, la ricerca di salvatori, sono le classiche manifestazioni delle classi medie, della piccola borghesia e di un “popolino minuto” stritolato dalla crisi e privato di punti di riferimento. Il riscatto potrà iniziare solo se invece di contemplare a bocca aperta questi fenomeni e di tentare di imitarli, sapremo innalzare la bandiera dell’indipendenza di classe, di una critica del sistema che sia fondata su una autentica visione rivoluzionaria (non “civile”…), di un conflitto che sappia esprimersi su tutti i terreni: sociale, sindacale, politico, ideologico. Se, o meglio quando, la classe lavoratrice di questo paese si doterà degli strumenti necessari per questa battaglia, potrà rapidamente aggregare anche quei milioni di persone che in queste elezioni hanno cercato la soluzione nel voto 5 stelle, e non solo.

Per il partito di classe

Può Rifondazione comunista essere parte di questo processo? La risposta la daranno gli avvenimenti stessi. Se nel gruppo dirigente prevale una volta di più la palude codista, la ricerca di qualche carro a cui aggrapparsi, il Prc è condannato definitivamente. Lottiamo fino all’ultimo contro questo sbocco, ma non ci assumiamo neppure un grammo di responsabilità per quanto ha fatto fin qui questo gruppo dirigente e tantomeno per le nuove avventure nelle quali dovesse eventualmente imbarcarsi.
Ciò che di questo partito rimane ancorato a una prospettiva di classe può e deve trovare posto nella battaglia per ricostruire non una organizzazione ormai al lumicino, ma quel partito di classe più che mai necessario, meglio ancora storicamente necessario, affinché la crisi del capitalismo non sbocchi nella barbarie ma nel rovesciamento di questo sistema marcio. Proporremo questa battaglia a tutti, ma non ci attarderemo neppure un minuto a tentare di convincere gli scettici, i pessimisti e i professionisti del piagnisteo che hanno avuto non poca parte nel condurre a questo esito.


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Spread a 344 punti

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Dopo la Tempesta….per ricostruire identità, lotte e prospettiva

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Fiat Melfi, a marzo stop produzione per 6 giorni


Fiat Melfi, a marzo stop produzione per 6 giorni

MELFI (POTENZA) – La produzione nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat si fermerà per sei giorni nel prossimo mese di marzo (l'1, il 4, il 5, l’11, il 15 e il 18). Lo si è appreso a Potenza dalla Fismic: la rappresentanza sindacale aziendale è stata convocata per le ore 12 di oggi. 

Nella fabbrica lucana della Fiat è scattato nei giorni scorsi un periodo di circa due anni di cassa integrazione che interesserà, a rotazione, tutti i circa cinquemila dipendenti: nello stabilimento, infatti, devono essere eseguiti lavori di ristrutturazione che porteranno poi alla produzione di due nuovi modelli. La sospensione della produzione della «Punto» nei sei giorni di marzo è da mettere in relazione sia con le esigenze del mercato sia con i programmi tecnici di ristrutturazione.

Cremaschi: "sinistra" in pezzi, ma noi ripartiamo

Elezioni: sistema politico in disfacimento...è un male?

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Elezioni politiche 2013: l’anagramma di un Paese ferito | Giorgio Bongiovanni

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…su la testa!

…su la testa! | Cobas Regione Toscana - Il Blog

[ Empoli ] Il Csa Intifada incassa la solidarietà del sindacato colombiano Sinaltrainal

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[ Calcinaia ] Scuolabus Falaschi, niente sciopero il 27 febbraio. Si farà il 15 marzo

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[ Castelfiorentino ] Oltre 1000 fiaccole per accendere la speranza Shelbox

[ Castelfiorentino ] Oltre 1000 fiaccole per accendere la speranza: sfilano i lavoratori delle aziende del territorio. La Cgil: "Subito provvedimenti o sarà un'emorragia" - VIDEO e FOTO

In piu di mille per la Shelbox e il lavoro

In piu di mille per la Shelbox e il lavoro - Foto e video - il Tirreno

martedì 26 febbraio 2013

Castelfiorentino, fiaccolata per il diritto al lavoro

Yoani Sanchez: agente CIA unn po' smemorata

Yoani Sanchez: agente CIA unn po' smemorata

Caso Posada Carriles

Un caos chiamato Italia. Napolitano domani parte per Berlino. Bersani aspetta l'imbeccata. - ControLaCrisi.org

Un caos chiamato Italia. Napolitano domani parte per Berlino. Bersani aspetta l'imbeccata. - ControLaCrisi.org

Cittadinanza a senegalesi aggrediti - Toscana - ANSA.it

Cittadinanza a senegalesi aggrediti - Toscana - ANSA.it

Di Pietro lascia. Attese altre dimissioni tra i politici di Rivoluzione Civile - ControLaCrisi.org

Di Pietro lascia. Attese altre dimissioni tra i politici di Rivoluzione Civile - ControLaCrisi.org


«Dimmissioni irrevocabili». Non c’è altro da aggiungere alla decisione di Antonio Di Pietro, che dopo la sconfitta alle urne, ha deciso di concludere la sua esperienza durata tre lustri alla guida dell’Italia dei Valori. Il partito che l’ex magistrato ha fondato nel 1998 per la prima volta non entrerà in Parlamento: Rivoluzione Civile, di cui fa parte l'Idv, non è riuscita a superare lo sbarramento del 4% alla Camera e dell’8% al Senato. Un risultato deludente, per molti inaspettato. Nelle prossime ore sono probabili altre dimissioni da parte dei leader degli altri partiti della coalizione di Ingroia. 

Tempesta perfetta

Tempesta perfetta

Viviamo in tempi rivoluzionari, ma non vogliamo prenderne atto. Usiamo questa espressione in senso “tecnico”, non politico-ideologico. Non ci sono masse intorno al Palazzo d'Inverno, ma la fine di un mondo. Il difficile è prenderne atto. 

Emergenza neve, super-lavoro per la protezione civile di Gambassi

Emergenza neve, super-lavoro per la protezione civile di Gambassi - Cronaca - il Tirreno

Dimissioni e proteste per il nuovo libro di Chagnon, ‘Noble Savages’


COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

26 febbraio 2013

Dimissioni e proteste per il nuovo libro di Chagnon, ‘Noble Savages’

Davi Kopenawa, portavoce e sciamano Yanomami si è espresso contro il nuovo libro di Napoleon Chagnon “Noble Savages”.
Davi Kopenawa, portavoce e sciamano Yanomami si è espresso contro il nuovo libro di Napoleon Chagnon “Noble Savages”.
© Fiona Watson/Survival
Il nuovo libro del controverso antropologo americano Napoleon Chagnon ha scatenato un’ondata di proteste tra gli esperti e gli Indiani Yanomami.

M5S: continuità rimosse e preoccupanti contiguità


- Democrazia Km Zero - http://www.democraziakmzero.org -
Grillo e i movimenti
[1]di LORENZO ZAMPONI
Dal sito ilcorsaro.info [2]un articolo sul Movimento 5 Stelle: “continuità rimosse e preoccupanti contiguità”.
Il consenso raccolto da Beppe Grillo e dal suo Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali della scorsa primavera e poi alle regionali in Sicilia, ora atteso alla prova delle politiche, ha generato una serie di interessanti analisi, concentrate su diversi aspetti della galassia grillina. Abbiamo già segnalato “Un Grillo qualunque [3]“, di Giuliano Santoro (di cui ospitammo un’anticipazione [4] nel primo numero dei Quaderni Corsari [5]), ed è ora appena uscito (chi scrive non l’ha ancora letto, quindi per ora lo consigliamo sulla fiducia) “L’armata di Grillo[6]“, di Matteo Pucciarelli.

Da Migranti a Liberi Cittadini del Mondo


A Firenze è in programma il convegno "Da Migranti  a  Liberi Cittadini del Mondo" promosso dal Comitato territoriale Primo Marzo, in collaborazione con la Provincia di Firenze. Tra i temi al centro del dibattito: Cie e il diritto di libera circolazione; diritto di asilo; razzismo istituzionale; partecipazione ed eguaglianza; diritti e lavoratori migranti. Nel corso dell’incontro è prevista la proiezione del video realizzato dalla Rete Primo Marzo: “La legge non è uguale per tutti.
Il convegno si terrà dalle ore 15.30 alle 19:00, presso la sala Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi, in Via Cavour 1, a Firenze.
Comitato Primo Marzo Firenze

Elezioni 2013: Grillo e il M5S irrompono nel degrado italiano e nell’austerità

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Lo scenario greco e la lezione incompresa di Atene - ControLaCrisi.org

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