lunedì 9 novembre 2015

SCANDALI IN VATICANO E PAPA “RIFORMATORE”

            
               SCANDALI IN VATICANO E PAPA “RIFORMATORE”.


Si è sempre saputo che le gerarchie ecclesiastiche per tenore di vita e potere economico si guardano bene dal seguire la povertà evangelica e gli insegnamenti di S. Francesco. La bibliografia ed i documenti che provano questa verità sono innumerevoli. Per questo motivo non mi ha certamente meravigliato il recente scandalo suscitato dalla fuga di documenti sulla gestione dell’ingente patrimonio edilizio del Vaticano, sulla sfarzosità delle abitazioni cardinalizie e sull’esigua percentuale dei denari ricevuti in elemosine, impiegati in effettiva beneficenza.
Il Cristianesimo ha certamente esercitato una azione di progresso nei primi anni dopo la morte di Cristo. Predicare l’uguaglianza degli uomini in una società basata sulla schiavitù, era rivoluzionario; come rivoluzionario era rivendicare il diritto a seguire la propria fede.
Questa carica progressista del Cristianesimo venne gradatamente svirilizzata, sminuita, resa puramente formale dal potere politico dell’impero romano. Si capì che l’aspetto mite di “porgere l’altra guancia” che l’affermazione che “gli ultimi saranno primi nel Regno dei Cieli”, poteva essere usata ( per dirla con Marx) come oppio del popolo. E così fu, a partire dall’Editto dell’imperatore Costantino del 313 con il quale si assunse il Cristianesimo come religione di Stato.
Da quella data le gerarchie ecclesiastiche divennero la punta di lancia delle classi dominanti, appoggiarono sempre e sistematicamente il potere economico-politico. Ogni movimento rivoluzionato fu condannato ed ostacolato dalla Chiesa: basta pensare agli esempi più rilevanti storicamente come la Rivoluzione Francese, il Risorgimento italiano, la Comune di Parigi e la Rivoluzione d’Ottobre.
Questo giudizio complessivo delle Gerarchie Ecclesiastiche non vuole oscurare figure isolate come S. Francesco d’Assisi, o per stare più vicini ai nostri tempi, i sostenitori della Teologia della Liberazione, oppure tanti preti vicini e solidali con il popolo come Don Gallo o il Vescovo di Molfetta Tonino Bello. Se vissuta in modo autenticamente fedele al Vangelo, la religione Cristiana può divenire parte del fronte progressista.Resta la necessità per un marxista di combattere (ideologicamente e lasciando la libertà individuale della fede) ogni religione come portatrice di irrazionalità ed atteggiamenti antiscientifici.
Una considerazione mi sento di fare, anche se la mia posizione di marxista e di ateo può non avere sufficiente autorevolezza: tutti coloro che si richiamano ed operano in nome del Vangelo dovrebbero per coerenza e credibilità dissociarsi dalla Religione Cattolica ufficiale e dalla sua Gerarchia. In caso contrario possono, anche involontariamente, divenire la foglia di fico che nasconde la natura retrograda e reazionaria del Cattolicesimo.

E proprio partendo da questa ultima considerazione, la figura dell’attuale Papa mi sembra avere solo la funzione di ridare credibilità ad una struttura marcia, reazionaria ed antipopolare.

I casi possono essere due ed in entrambe avrebbero l’effetto di perpetuare l’operato nefasto della Chiesa Cattolica:
-il Papa vuole davvero riformare la Chiesa ed allora verrà ostacolato in ogni modo dalla Gerarchia anche con l’uccisione ( ricordiamoci che il Diritto Canonico vieta l’autopsia dei pontefici per evitare ogni prova dell’eventuale eliminazione fisica);
-il Papa vuole solo dare l’impressione di fare alcune “riforme”.
La seconda ipotesi mi sembra più probabile. Due fatti rendono ambigua la figura di Bergoglio: è stato vescovo in Argentina ed ha sempre combattuto contro la Teologia della Liberazione; è stato gesuita, cioè quanto di più lontano da S. Francesco e poi ne prende il nome….  


Orlando Simoncini.

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