PER DIFENDERE IL NOSTRO POSTO DI LAVORO
La situazione che si è determinata tra la Lucchini e le banche creditrici è estremamente grave e preoccupante.
A fronte di questo caso, la condizione dello stabilimento è drammatica.
La risposta che il sindacato ha messo in campo è insufficiente rispetto alla gravità dei problemi.
Mentre le banche si accapigliano e non firmano l’accordo e l’intervento del Governo latita, solo i lavoratori possono dare la spinta non solo per la difesa del loro posto di lavoro, ma per una realtà industriale che è un bene di tutti.
E’ per questo che le azioni non possono essere limitate al pur meritorio sciopero della fame di un dirigente sindacale o con le solite 2 ore di mobilitazione (senza la partecipazione dell’intero ciclo integrale in tutti i suoi reparti).
Arrivati ad oggi vogliamo iniziare a scioperare veramente, nella legalità. Non ci possono essere lavoratori di serie A e di serie B, dobbiamo invece lottare all’unisono fermando anche la produzione, non per 2 ore soltanto, ma per uno sciopero generale di 8 ore a cui partecipi ogni singola parte dello stabilimento.
Per troppo tempo siamo stati in silenzio vivendo di promesse, ma adesso siamo alla stretta finale.
Tutto questo si può recuperare solo lottando con decisione e con una forte spinta da parte di noi lavoratori. In questo contesto è necessario (e non certo inutile) far sentire nelle sedi degli incontri tra proprietà – banche – governo – sindacati la pressione anche fisica dei lavoratori.
Andrebbero portati 7 o 8 pullman di operai arrabbiati davanti al Ministero a Roma.
Noi vogliamo difendere il nostro posto di lavoro e la nostra industria, quindi chiediamo ai sindacati di essere più incisivi nella lotta per raggiungere questo risultato.
Beppe Lupi, Massimo Lami ed altri 98 lavoratori della Lucchini di Piombino
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