Il pioniere della cura è candidato con ingroia
Staminali e candidature ‘al veleno’, Andolina: “Io accusato dagli sciacalli”
Salute e Sanità07 febbraio 2013
È deciso più che mai ad intraprendere “una battaglia per la legalità che potrebbe salvare la vita a migliaia di persone”. Intervenire sulle leggi, renderle applicabili, garantire il diritto alle cure a chi vuole solo condurre un’esistenza dignitosa. Non usa mezzi termini Marino Andolina, il pediatra-immunologo triestino, tra i primi ad eseguire i trapianti di midollo osseo nei bambini sin dai primi anni Ottanta nonché il pioniere del trapianto di cellule staminali in Italia, la cui candidatura al Senato con Rivoluzione Civile per il friuli Venezia Giulia ha suscitato un vespaio di polemiche.
“Non mi aspettavo un simile polverone ma so che in politica si fanno queste cose, sono rimasto sorpreso e addolorato”. Sono molti a puntare il dito contro Andolina – già consigliere comunale di Rifondazione Comunista a Trieste – e a definirlo ‘impresentabile’. Sì, perché Andolina è indagato dal dicembre 2009 dalla Procura di Torino “per associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica e la truffa”.
L’indagine, avviata dal pm Raffale Guariniello, è relativa al metodo Stamina, applicato dal medico per la coltivazione e infusione di staminali mesenchimali in pazienti affetti da gravi danni cerebrali e malattie neurodegenerative. Un’inchiesta che secondo Andolina, sarebbe motivata dall’intenzione di bloccare una terapia vincente e la cui applicazione potrebbe determinare il crollo dei profitti delle case farmaceutiche specializzate nella produzione dei farmaci somministrati, secondo i tradizionali protocolli medici, a pazienti ai quali “le staminali permetterebbero di vivere meglio e più a lungo”. “Sono stato morso ai polpacci dagli sciacalli – tuona il candidato – per la mia lotta per le staminali. Chi vuole fermarmi è un criminale”.
Tra i detrattori del medico anche il comico Maurizio Crozza, che la scorsa settimana in occasione del suo show televisivo del venerdì sera ha portato davanti alle telecamere l’imitazione di un Ingroia volutamente sprovveduto che mostra la foto del medico con fare grottesco, facendosi quasi vanto dell’inchiesta che lo vede coinvolto. Tra le migliaia di disabili gravi in attesa di trapianto di staminali e le loro famiglie è esplosa l’indignazione: per loro Andolina è l’unico uomo di scienza capace di offrirgli una opportunità terapeutica.
Le associazioni a sostegno dei malati – come la onlus catanese Sicilia Risvegli – e gli utenti del web si sono mobilitati contro il comico genovese invitandolo alla “vergogna” per quanto fatto. Tanto che Crozza, meno di 48 ore dopo l’accaduto, ha contattato Andolina per porgere le sue scuse. Ce lo racconta il medico: “Mi ha telefonato e mi ha detto che non ce l’aveva con me ma con Ingroia, lasciandomi intendere che sono stato usato come strumento per attaccare il leader di Rivoluzione Civile. Tutto questo è umiliante. Mi ha detto anche – riferisce ancora il medico – di non prendermela, perché un comico è un ‘cazzone’, ovvero uno che dice anche stupidaggini e che non sempre va preso sul serio. Mi fanno piacere le scuse di Crozzama lui ha comunque arrecato un danno a tutti quelli che attendono le staminali. Spero che voglia adesso manifestare pubblicamente e in tv quello che mi ha detto privatamente”.
Contro Andolina anche un altro grande accusatore: si tratta del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, candidato con il Pd al Senato per la regione Lazio che ancora la scorsa settimana ha parlato del medico triestino come “di uno che faceva sperimentazioni in un sottoscala con due ucraini”.
Osservazioni non proprio lusinghiere che al destinatario non sono andate giù: “Io accetto che si indaghi, è giusto, ma un’altra cosa è diffondere notizie false. Il sottoscala di cui parla Grasso è il laboratorio che io e Vannoni (il presidente della Stamina Foundation Onlus che segue la metodica di coltivazione e infusione di Andolina, ndr) avevamo fatto costruire a San Marino, dove molti piani terra sono seminterrati. Grasso ha fatto nei miei confronti una plateale diffamazione a mezzo stampa che non può avere conseguenze penali per lui”.
E poi, ‘l’affondo’: “Adesso che è sceso dal piedistallo della magistratura – dice Andolina – anche Grasso deve imparare a rispettare le leggi. Mi preoccupa pensare che quest’uomo giudicava le persone con questo metro di giudizio, può anche essere che qualcuno si sia fatto male senza avere colpa”.
Il medico ricostruisce la sua vicenda giudiziaria spiegando le difficoltà di una terapia sperimentale non finanziata da risorse pubbliche: “Le spese relative alla costruzione del laboratorio per la coltivazione delle staminali, costato un milione di euro, sono state affrontate da Vannoni, che è un uomo ricco. Quando però le sue risorse sono finite, per far sì che il progetto non si arenasse, Vannoni ha invitato alcuni privati che purtroppo erano malati a finanziare la struttura. Questo può essere considerabile il peccato originario del progetto, ma se così non fosse stato, oggi non avremmo potuto ottenere questi risultati. Di sicuro nessuno si è messo i soldi dei malati in tasca”.
Quali sono i motivi della candidatura? E perché non ha riferito dell’indagine torinese prima della presentazione delle liste ? La risposta arriva senza esitazione: “Sono sceso in campo per Rivoluzione Civile perché penso veramente che sia una coalizione capace di agevolare la vita delle persone e fare la rivoluzione che serve. Io lotto per la rivoluzione staminale. C’è una legge che viene disattesa e boicottata. Nel movimento di Ingroia ho incontrato molte persone che hanno intenzione di sostenere questa terapia”.
E ancora: “Non mi ritengo un impresentabile. E’ vero che Rivoluzione Civile prevede che non ci si possa candidare da indagati ma io non lo sapevo. Essere indagato non vuol dire aver perso i diritti civili. Mi spiace di aver creato alla coalizione di Ingroia qualche problema, ma da lui, il leader Idv Antonio Di Pietro e il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ho ricevuto pieno sostegno”.
L’infusione di staminali in Italia è al momento bloccata. Sino al 15 maggio scorso, era possibile sottoporsi al trattamento agli Spedali Civili di Brescia, unica struttura autorizzata a praticare la terapia in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Lo stop alle cure è stato imposto dall’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) “per inadeguatezza dei locali, dubbi di metodo e nessuna certezza terapeutica”, a seguito di un’ispezione a Brescia, su iniziativa ancora una volta di Guariniello.
Quindi, alle cure con staminali oggi è possibile accedere solo su provvedimento di un giudice che imponga all’ospedale, con apposita sentenza, di procedere al trapianto. Attualmente sono 17 i malati in cura a Brescia. Un risultato che alimenta ulteriormente le aspettative di chi pur sapendo di non poter guarire completamente, spera di migliorare le proprie condizioni di vita.
“Le staminali funzionano – conclude Andolina – io sono scettico, ho bisogno di prove e controprove, e ho visto i paralitici muoversi. C’è il decreto ministeriale Turco del 2006 (reiterato da Fazio nel 2008, ndr) che disciplina le cure compassionevoli e che dice che le staminali si possono trapiantare. Una legge scritta frettolosamente, con alcuni errori che ne rendono difficile l’applicazione e che condannano a morte molte persone. Il nuovo governo dovrebbe modificarla”.
Marino Andolina guarda ora verso Palazzo Madama, ma senza dimenticare i suoi malati ed il suo grande sogno. “Essere il primo Paese civile al mondo ad infondere gratuitamente le staminali negli ospedali pubblici”.
“Non mi aspettavo un simile polverone ma so che in politica si fanno queste cose, sono rimasto sorpreso e addolorato”. Sono molti a puntare il dito contro Andolina – già consigliere comunale di Rifondazione Comunista a Trieste – e a definirlo ‘impresentabile’. Sì, perché Andolina è indagato dal dicembre 2009 dalla Procura di Torino “per associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica e la truffa”.
L’indagine, avviata dal pm Raffale Guariniello, è relativa al metodo Stamina, applicato dal medico per la coltivazione e infusione di staminali mesenchimali in pazienti affetti da gravi danni cerebrali e malattie neurodegenerative. Un’inchiesta che secondo Andolina, sarebbe motivata dall’intenzione di bloccare una terapia vincente e la cui applicazione potrebbe determinare il crollo dei profitti delle case farmaceutiche specializzate nella produzione dei farmaci somministrati, secondo i tradizionali protocolli medici, a pazienti ai quali “le staminali permetterebbero di vivere meglio e più a lungo”. “Sono stato morso ai polpacci dagli sciacalli – tuona il candidato – per la mia lotta per le staminali. Chi vuole fermarmi è un criminale”.
Tra i detrattori del medico anche il comico Maurizio Crozza, che la scorsa settimana in occasione del suo show televisivo del venerdì sera ha portato davanti alle telecamere l’imitazione di un Ingroia volutamente sprovveduto che mostra la foto del medico con fare grottesco, facendosi quasi vanto dell’inchiesta che lo vede coinvolto. Tra le migliaia di disabili gravi in attesa di trapianto di staminali e le loro famiglie è esplosa l’indignazione: per loro Andolina è l’unico uomo di scienza capace di offrirgli una opportunità terapeutica.
Le associazioni a sostegno dei malati – come la onlus catanese Sicilia Risvegli – e gli utenti del web si sono mobilitati contro il comico genovese invitandolo alla “vergogna” per quanto fatto. Tanto che Crozza, meno di 48 ore dopo l’accaduto, ha contattato Andolina per porgere le sue scuse. Ce lo racconta il medico: “Mi ha telefonato e mi ha detto che non ce l’aveva con me ma con Ingroia, lasciandomi intendere che sono stato usato come strumento per attaccare il leader di Rivoluzione Civile. Tutto questo è umiliante. Mi ha detto anche – riferisce ancora il medico – di non prendermela, perché un comico è un ‘cazzone’, ovvero uno che dice anche stupidaggini e che non sempre va preso sul serio. Mi fanno piacere le scuse di Crozzama lui ha comunque arrecato un danno a tutti quelli che attendono le staminali. Spero che voglia adesso manifestare pubblicamente e in tv quello che mi ha detto privatamente”.
Contro Andolina anche un altro grande accusatore: si tratta del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, candidato con il Pd al Senato per la regione Lazio che ancora la scorsa settimana ha parlato del medico triestino come “di uno che faceva sperimentazioni in un sottoscala con due ucraini”.
Osservazioni non proprio lusinghiere che al destinatario non sono andate giù: “Io accetto che si indaghi, è giusto, ma un’altra cosa è diffondere notizie false. Il sottoscala di cui parla Grasso è il laboratorio che io e Vannoni (il presidente della Stamina Foundation Onlus che segue la metodica di coltivazione e infusione di Andolina, ndr) avevamo fatto costruire a San Marino, dove molti piani terra sono seminterrati. Grasso ha fatto nei miei confronti una plateale diffamazione a mezzo stampa che non può avere conseguenze penali per lui”.
E poi, ‘l’affondo’: “Adesso che è sceso dal piedistallo della magistratura – dice Andolina – anche Grasso deve imparare a rispettare le leggi. Mi preoccupa pensare che quest’uomo giudicava le persone con questo metro di giudizio, può anche essere che qualcuno si sia fatto male senza avere colpa”.
Il medico ricostruisce la sua vicenda giudiziaria spiegando le difficoltà di una terapia sperimentale non finanziata da risorse pubbliche: “Le spese relative alla costruzione del laboratorio per la coltivazione delle staminali, costato un milione di euro, sono state affrontate da Vannoni, che è un uomo ricco. Quando però le sue risorse sono finite, per far sì che il progetto non si arenasse, Vannoni ha invitato alcuni privati che purtroppo erano malati a finanziare la struttura. Questo può essere considerabile il peccato originario del progetto, ma se così non fosse stato, oggi non avremmo potuto ottenere questi risultati. Di sicuro nessuno si è messo i soldi dei malati in tasca”.
Quali sono i motivi della candidatura? E perché non ha riferito dell’indagine torinese prima della presentazione delle liste ? La risposta arriva senza esitazione: “Sono sceso in campo per Rivoluzione Civile perché penso veramente che sia una coalizione capace di agevolare la vita delle persone e fare la rivoluzione che serve. Io lotto per la rivoluzione staminale. C’è una legge che viene disattesa e boicottata. Nel movimento di Ingroia ho incontrato molte persone che hanno intenzione di sostenere questa terapia”.
E ancora: “Non mi ritengo un impresentabile. E’ vero che Rivoluzione Civile prevede che non ci si possa candidare da indagati ma io non lo sapevo. Essere indagato non vuol dire aver perso i diritti civili. Mi spiace di aver creato alla coalizione di Ingroia qualche problema, ma da lui, il leader Idv Antonio Di Pietro e il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ho ricevuto pieno sostegno”.
L’infusione di staminali in Italia è al momento bloccata. Sino al 15 maggio scorso, era possibile sottoporsi al trattamento agli Spedali Civili di Brescia, unica struttura autorizzata a praticare la terapia in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Lo stop alle cure è stato imposto dall’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) “per inadeguatezza dei locali, dubbi di metodo e nessuna certezza terapeutica”, a seguito di un’ispezione a Brescia, su iniziativa ancora una volta di Guariniello.
Quindi, alle cure con staminali oggi è possibile accedere solo su provvedimento di un giudice che imponga all’ospedale, con apposita sentenza, di procedere al trapianto. Attualmente sono 17 i malati in cura a Brescia. Un risultato che alimenta ulteriormente le aspettative di chi pur sapendo di non poter guarire completamente, spera di migliorare le proprie condizioni di vita.
“Le staminali funzionano – conclude Andolina – io sono scettico, ho bisogno di prove e controprove, e ho visto i paralitici muoversi. C’è il decreto ministeriale Turco del 2006 (reiterato da Fazio nel 2008, ndr) che disciplina le cure compassionevoli e che dice che le staminali si possono trapiantare. Una legge scritta frettolosamente, con alcuni errori che ne rendono difficile l’applicazione e che condannano a morte molte persone. Il nuovo governo dovrebbe modificarla”.
Marino Andolina guarda ora verso Palazzo Madama, ma senza dimenticare i suoi malati ed il suo grande sogno. “Essere il primo Paese civile al mondo ad infondere gratuitamente le staminali negli ospedali pubblici”.

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