Alla luce di una serie di dichiarazioni pronunciate più volte nelle scorse settimane e anche di recente, da alcuni esponenti del centro sinistra, unite anche ad altre provenienti dalla stessa segretaria della Cgil, Susanna Camusso, considerando che dette dichiarazioni tenderebbero in qualche modo a ritenere corretta l’applicazione dell’IMU sulla prima casa e/o quantomeno a liquidare questo argomento come se non fosse una delle priorità di questo paese, in qualità di rappresentante sindacale della Cgil, ed anche, se vogliamo, in qualità di addetto ai lavori che da oltre 20 anni si occupa della gestione delle tasse locali, mi vedo mio malgrado costretto a fare un po’ di chiarezza sul tema accompagnando a ciò tutta una sorta di ricostruzione storica della situazione che si è progressivamente determinata negli ultimi tempi e che hanno determinato evidenti ricadute negative sul settore dell’edilizia contribuendo ad accrescere ulteriormente la crisi e la recessione nel nostro paese.
Bene: vorrei ricordare che l'IMU è stata istituita con legge delega dal Governo Berlusconi nel marzo 2011 e avrebbe dovuto entrare in vigore a partire dal 2014 in poi, ma, in origine, sottolineo che non avrebbe dovuto essere applicata sulla prima abitazione, in quanto la nuova tassazione avrebbe dovuto essere, in pratica, molto più pesante per effetto dei moltiplicatori previsti nella nuova normativa ed il corrispondente peso della tassa avrebbe dovuto essere, nei fatti, trasferito verso tutte le altre voci impositive domestiche e non domestiche. L’idea originaria di introdurre una nuova imposta era legata sia all’accorpamento di altre imposte locali, sia poi alla correzione di alcune storture che si erano determinate dopo la frettolosa eliminazione dell’ex-Imu sulla prima casa (che allora si chiamava Ici), eliminazione di cui fu artefice il Governo Berlusconi a partire dall’anno 2008, ma rispetto alla quale (fino al 2011) si era effettivamente determinato una sorta di aggiramento diffuso del tributo e spesso si erano in particolare riscontrate delle situazioni in cui, ad esempio, moglie e marito risiedevano rispettivamente uno in città e uno al mare in modo da poter beneficiare dell’esenzione dall’imposta per poterne eludere il pagamento su tutte e due le abitazioni: in ogni caso, fermo restando una serie di accorpamenti e di concentrazioni di una serie di tributi, uniti alle dovute e necessarie correzioni di rotta legate, per esempio, al riconoscimento dell’esenzione soltanto laddove risiedeva l’intero gruppo familiare, l’IMU, come predetto, avrebbe dovuto essere applicata a partire dalla seconda abitazione di proprietà in poi, fermo restando che, con l’Ici vigente fino al 2011, le abitazioni di categoria signorile, tipo A1, oppure le ville (A8), o i castelli (A9) ecc., pur rappresentando a livello catastale una percentuale minima dell’intero panorama abitativo italiano (si tratta in totale di circa 75.000 immobili), hanno sempre e comunque continuato ad essere assoggettate all’Ici anche nei casi di prima abitazione: con le dovute correzioni ritengo pertanto che anche un Ici riveduta e corretta avrebbe potuto rappresentare l’occasione affinchè una forma di tassazione potesse essere rielaborata in una dimensione molto più equa e meno diffusa senza per questo dover ricorrere ad un nuovo disegno integrale, generalizzato e irrobustito dell’imposta.
L’IMU tuttavia, qualora applicata anche nella stesura originaria, non sarebbe comunque da ritenersi nata come una tassa per tutelare la cosiddetta classe media ovvero quello strato pure consistente di popolazione che Berlusconi e soci dicevano e dicono a parole di voler difendere. Nel disegno berlusconiano L’IMU è stata pensata da una parte per poter creare un tributo molto più pesante dell’Ici e che avrebbe realizzato un gettito maggiorato a spese soprattutto della classe media, e dall’altra, questa sorta di ‘super.ICI’, avrebbe dovuto esistere allo scopo di evitare che venisse finalmente introdotta nel nostro paese un’imposta patrimoniale: imposta quest’ultima che sarebbe invece finita a carico soprattutto di tutti quei potentati economici esistenti nel nostro paese….(banche, assicurazioni, chiesa, ecc.)…
Questo è il punto, un punto che, purtroppo, perlomeno in gran parte, dalla sinistra politica, mi sembra che sia stato del tutto ignorato o comunque fatto passare sotto silenzio.
Ma andiamo avanti.
Con l’Ici vigente avrebbe potuto essere molto più facilmente introdotta un’imposta sulle grandi ricchezze sull’esempio di quanto è stato fatto in Francia da Sarkozy (una patrimoniale da applicare oltre il milione e trecentomila euro di valore del patrimonio): un’imposta che pure era tanto cara a noi della Cgil e una volta forse lo era anche alla stessa sinistra politica: così facendo, si sarebbe potuto realizzare un sogno ‘storico’ che a pagare un’imposta sulle grandi ricchezze sarebbero stati un numero circoscritto di ceti abbienti e si sarebbe potuto, nel contempo, realizzare una vera e propria operazione di equità fiscale senza per questo rischiare di aggravare o di compromettere in via definitiva lo stato generale di salute del settore dell’edilizia e del paese. Del resto quante volte, all’interno dei direttivi della Cgil e non solo, è stato ricordato che in Italia il 10% della popolazione detiene almeno il 50% della ricchezza? Bene: se è così, non credo che vi fosse una strada migliore se non quella di far pagare la tassa a chi poteva davvero permettersela, senza per questo rischiare di dover creare altra recessione oltre al già menzionato e conseguente aggravamento della crisi del settore edilizio, sintomo che oggi puntualmente si sta manifestando in maniera sempre più dirompente se è vero che nell’anno 2012 le transazioni immobiliari sarebbero diminuite di quasi il 30% rispetto all’anno precedente con conseguenze ben immaginabili dal punto di vista del mancato incasso per l’erario e di licenziamenti nel settore….
Vale la pena di ricordare che nel 2011 la tassazione patrimoniale sugli immobili era già pressoché in linea con la media dei paesi OCSE (lo 0,70% del PIL): dopo l’introduzione dell’IMU, operata dal Governo Monti nel 2012 ed applicata anche sulla prima abitazione, considerando l’inasprimento fiscale generalizzato a cui ho fatto riferimento prima e considerando inoltre che in Italia, almeno il 75% della popolazione, possiede un’abitazione di proprietà, si è arrivati addirittura a raggiungere una tassazione corrispondente all’1,35% del PIL!! Tradotto in soldoni, si è passati da un gettito complessivo di 11 miliardi nel 2011, ad uno di 24 miliardi euro nel 2012! Sulla base di tali dati, ogni commento appare superfluo perché va da sé che tutto ciò ha finito per rappresentare il classico cane che si morde la coda!
Vale inoltre la pena di ricordare che circa un anno fa, ovvero prima che l’IMU entrasse in vigore, la stessa segreteria nazionale della Cgil, a partire dalla compagna Susanna Camusso, si era più volte pronunciata in maniera contraria alla reintroduzione di una tassa sulla prima casa e invece al contempo favorevole all’introduzione di un’imposta patrimoniale.
Anch’io ero e sarei tuttora d’accordo su questa posizione, ma è altrettanto vero che, per far questo, ci sarebbe voluta l’ICI e non l’IMU in quanto adesso l’introduzione di un’imposta patrimoniale andrebbe ad impattare su un livello di tassazione oltremodo pesante e che quindi non si presta più a realizzare un risultato in una prospettiva di crescita e di ripartenza del paese….per meglio capirsi: avrebbe potuto essere intrapresa la strada preferibile di far pagare molto di più a pochi privilegiati e fortunati (il 10% della popolazione, ovvero i ricconi del paese), ma è stato invece deciso di far pagare di più e/o tanto a tutti. Con l’Ici come predetto, nel 2011, il gettito complessivo era di 11 miliardi di Euro complessivi; con l’IMU nel 2012 il gettito ha addirittura superato i 24 miliardi di Euro!!
Per questo ci sarebbe voluta la patrimoniale e non l’IMU: ancor meno che mai ci sarebbe voluta un IMU applicata anche sulla prima abitazione.
Per questo il 'famigerato' Governo capitanato da Mario Monti è quindi divenuto il primo responsabile dello sfacelo e della devastante crisi di sistema che si è abbattuta nel nostro paese perché, oltretutto, contemporaneamente all’introduzione dell’IMU sulla prima abitazione, ha, in pratica, quasi dimezzato in maniera repentina i trasferimenti agli enti locali, realizzando un’operazione di tagli che non si era mai vista prima nella storia della repubblica italiana: i comuni, dal canto loro, si sono in pratica trovati con le spalle al muro e si sono visti costretti, a dover riversare sui cittadini utenti, ed in modo altrettanto indiscriminato, il recupero delle risorse che erano state pesantemente tagliate dal Governo.
Tanto per fornire un altro dato significativo, nel comune di Milano, è accaduto che uno stabilimento industriale che nel 2011 (l’ultimo anno dell’applicazione dell’ICI) aveva pagato 50.000 euro di imposta, nel 2012 (anno in cui è entrato in vigore l’IMU) ha pagato invece quasi 150.000 euro: oltre il 300% in più di imposta!! Nel 2013, anche soltanto per effetto del moltiplicatore maggiorato, è già previsto un ulteriore aumento. Io credo che anche una circostanza del genere ci debba riguardare da vicino perché gli stabilimenti industriali (o dei centri commerciali, ecc.) sono anche e soprattutto dei luoghi in cui lavorano delle persone. Io mi domando: ma è corretto colpire le aziende in questo modo?
In presenza della situazione che si è così impietosamente determinata, non è poi certo casuale che in Cgil nessuno oggi stia rimpiangendo Mario Monti e credo che nessuno, a partire dalla nostra segretaria Camusso, abbia intenzione di rivederlo mai più, considerando, in particolare, tutte le controriforme che ha realizzato e confezionato a colpi di voti fiducia durante il suo Governo, a partire dalla contro riforma delle pensioni che ha gettato sul lastrico milioni di lavoratori presenti e futuri (vorrei ricordare, ad esempio, la ministra Fornero che voleva licenziare i vertici Inps, ‘rei’, a suo dire, di aver rivelato la notizia degli esodati in conseguenza del disastro di riforma di cui la predetta è stata principale artefice….), per non voler poi parlare di quella del mercato del lavoro che ha di fatto cancellato anche l’art. 18....per trovare un Governo così ostile e disastroso verso le parti sociali si potrebbe forse risalire addirittura a quello in cui era ministro l'onorevole Scelba il quale ricorreva senza mezzi termini a far sparare pallottole contro i cortei di lavoratori che scioperavano....quello di Monti, pur non sparando pallottole, ha semplicemente agito deliberatamente per distruggere la vita di milioni di persone....presenti e future…..e purtroppo c'è riuscito: scusate se è poco.....
Ma torniamo all'IMU ed in particolare alla tassa sulla prima casa.
Sento spesso dichiarare da taluni e svariati politici di centro-sinistra o di sinistra che anche negli altri paesi d’Europa esiste una tassa sulla casa.
Bene, premesso che, come ho sopra riportato, i livelli di tassazione sugli immobili nei paesi OCSE sono ormai molto più bassi di quelli vigenti nel nostro paese, andiamo pure a vedere cosa succede in Germania e in Francia (vedi anche il prospetto allegato):
1) In Germania: esiste una tassa sulla proprietà degli immobili, che varia da città a città, e che si basa su un catasto che non ha nulla a che vedere con il nostro in quanto si aggiorna automaticamente…..e quindi non è certo pensabile di importare il sistema tedesco, perlomeno di poterlo fare nel breve tempo in cui sarebbe prevista una riforma del sistema di tassazione degli immobili (entro il 31/8/2013);
2) In Francia: esiste una tassa sulla casa, ma chi è tenuto a versare l’imposta maggiore è soprattutto chi occupa l’immobile e non il proprietario (se lo ha concesso in locazione), mentre, a monte del sistema di tassazione, esiste un’imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze oltre 1,3 milioni di Euro per i proprietari di immobili.
Sperando di avere soprattutto contribuito a fare chiarezza sull’argomento, sono e rimango assolutamente convinto che, alla luce della ricostruzione dei fatti sopra evidenziati e a maggior ragione prendendo atto di quanto succede oltre confine, far pagare a tutti una tassa sulla prima casa, altro non è che un’autentica e inaudita forzatura, oltreché un’ingiustizia, a maggior ragione se ciò avviene a danno di tanti ‘becchi e bastonati’ che magari hanno anche la sfortuna di dover pagare periodicamente un mutuo…...
Nel 2008, mi è stato raccontato che dal caf Cgil di Empoli, ci sono state tante persone (lavoratori, pensionati, ecc.) che quasi facevano salti di gioia non appena veniva loro comunicato che non dovevano pagare l'Ici: ebbene, lo scorso anno (grazie a Monti), mi è stato invece segnalato che, d'altro canto, erano diventati tanti quelli che tornavano a casa versando lacrime perchè non avevano i soldi per pagare l'IMU.......ma, io mi domando, e lo dice uno che ha votato (2 volte) per Bersani alle ultime primarie del PD: perchè certi tipi di situazioni non vengono comprese anche da un partito che si richiama ai valori della sinistra come il PD? Perchè il PD mostra, a quanto pare, di voler tutelare piuttosto i sindaci (che vogliono sempre e comunque riscuotere a nome del comune) e non i lavoratori e i pensionati (che invece devono sempre e comunque continuare a mettersi le mani in tasche sempre più vuote)?
Credo, a tale riguardo, che una riflessione debba essere fatta in tal senso anche da chi, all’interno della Cgil, si occupa della contrattazione sociale con i comuni: la Cgil rappresenta prima di tutto gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e ei disoccupati; poi vengono gli interessi generali. E’ giusto collaborare con i comuni all’insegna della correttezza reciproca e del rispetto dei propri ruoli, ma non mi pare giusto che si possa correre il rischio di determinare forme di collateralismo e di sudditanza nei confronti di alcuni primi cittadini.
Infatti, nell’ambito della contrattazione sociale sarebbe giusto, per esempio, pretendere che il comune possa provvedere a controllare le classificazioni delle posizioni catastali: ad esempio il comune di Roma ha attivato lo scorso anno un censimento generalizzato sugli immobili iscritti al catasto (200 mila il n.ro degli immobili controllati) e, alla fine ha potuto, per esempio, riqualificare in categoria A1 o A2 alcune abitazione di pregio che erano state sottostimate. Perchè, invece di lasciarsi andare a parole in libertà (mi riferisco pure alle dichiarazioni rilasciate da Del Rio, neo ministro, dieci giorni fa), questa ricerca accurata non viene fatta anche in altri comuni? Lo sapete in quanti comuni d’Italia sono stati fatti dei controlli in tal senso negli ultimi due anni? In tutto 16: un numero che rappresenta poco o nulla e sul punto ciò la dice lunga sul livello di assunzioni di responsabilità di cui dovrebbe, a mio parere farsi maggior carico un ente locale.
Questi sono i fatti principali su cui riflettere: spesso tante dichiarazioni altro non rappresentano se non delle chiacchiere poco circostanziate e sarebbe bene che sia gli esponenti della Cgil, sia tutti i politici di sinistra, o di centro sinistra, o che si richiamano ai valori della sinistra storica la smettano di esprimere posizioni non suffragate da ricostruzioni o da dati precisi e non è certo corretto commentare ogni fase politica senza mantenere una coerenza collegata ai fatti che sono veramente accaduti nel nostro paese (anche nell’ultimo anno e mezzo) e addirittura, in qualche caso, omettendo di ricordare determinate posizioni espresse in precedenza….
Vorrei sottolineare, in pratica, che, allo stato attuale, eliminare l’IMU sulla prima casa è oggi diventata una buona occasione per riportare una forma di equità e di giustizia nel regime fiscale delle abitazioni e quindi è anche al contempo, l’unica opportunità per riprovare a cercare contestualmente di sostenere i consumi e l’economia in generale.
Non sarebbe gestibile o applicabile compiutamente una sorta di confusione applicativa legata a redditi minimi o massimi, altrimenti si potrebbe addirittura arrivare al paradosso che l’esenzione finisca per essere goduta anche da coloro che spesso vengono identificati quali potenziali evasori fiscali (quanto dichiarano, ad esempio, alcuni gioiellieri?): bisogna che anche questo rischio venga assolutamente scongiurato.
Né può essere adottato un sistema di esenzione dalla tassa (dichiarazioni di Fassina di ieri) in base alla concessione di una franchigia di 450 euro, in quanto l’ipotetica proposta rischierebbe di dividere l’Italia fra Guelfi e Ghibellini a seconda di chi ha la fortuna di risiedere in un piccolo comune rispetto a chi invece risiede in una grande città: peraltro questa era anche la proposta di Bersani fatta ‘a denti stretti’ poco prima delle elezioni del 24 febbraio, proposta che poi, forse non a caso, era stata fatta subito sparire da quei famosi 8 punti sottoposti al movimento 5 stelle non appena le elezioni avevano dato il responso che tutti conosciamo….
La verità è che proprio non riesco a capire per quale assurdo motivo, a sinistra, ed in particolare nel centro sinistra, si voglia continuare a regalare a Berlusconi questa battaglia di equità e di giustizia fiscale: proprio a lui che, con la scelta dell’IMU, aveva dimostrato di non volerne proprio sapere di tutelare la classe media.
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