domenica 17 luglio 2011

CAAT Aretino contro ex sindaco arezzo che riabilita stragisti fascisti

Il 24 giugno 2011 il Corriere di Arezzo dedica ben due pagine all’ex sindaco di Cortona, Ferruccio Fabilli, in carica dall''80 all''85, riguardo la stesura di un libro nel quale verranno riabilitati gli stragisti Cauchi e Franci, poiché dice Fabilli : "Conosco Cauchi da una vita e ho avuto modo di incontrare Franci in tempi recenti. Mi sono documentato. Ho studiato i loro dossier, i documenti giudiziari. Ho approfondito. E mi sono fatto una convinzione: l’immagine fortemente negativa che di loro viene divulgata non corrisponde alla verità”.
Notiamo allibiti che nonostante la denuncia a fronte dell’intervista rilasciata dallo stesso Cauchi apparsa il 15 maggio 2010 sul Corriere di Arezzo, si tenta tutt’ora di mistificare tali personaggi.
Proviamo nuovamente a rinfrescarvi la memoria :
Augusto Cauchi, secondo il giudice per le indagini preliminari Salvini, è una figura chiave della strategia della tensione che sintetizza e testimonia tutte le complicità e le collusioni di cui gruppi eversivi dell'estrema destra hanno goduto da parte dei servizi segreti e di un settore della massoneria. Augusto Cauchi, aderente alla cellula toscana di Ordine Nuovo, è stato condannato ad una lunga pena detentiva, con sentenza definitiva, per numerosi attentati commessi in Toscana negli anni '70 ed è raggiunto da gravi elementi indiziari in relazione alla sua partecipazione alla strage sul treno Italicus, elementi tuttavia ancora non sufficienti per sostenere validamente un'accusa in giudizio.
All'inizio degli anni ‘70, riceveva finanziamenti per il suo gruppo direttamente da Licio Gelli e quest'ultimo non è stato condannato per il reato di sovvenzione di banda armata solo perché, in modo certamente improprio, la Corte di Cassazione ha degradato il gruppo di cui faceva parte Cauchi da banda armata ad associazione sovversiva, reato per cui non è prevista l'autonoma figura criminosa del "sovvenzionatore" (cfr., requisitoria cit. pagg. 6 - 7).
Nel 1975 Augusto Cauchi, inseguito da numerosi mandati di cattura emessi dall'A.G. di Firenze, è riuscito a fuggire all'estero, in un primo momento grazie alla complicità di un sottufficiale dei Carabinieri di Arezzo e poi, nella seconda fase della fuga, grazie alle omissioni del Capo del Centro C.S. di Firenze, colonnello Federigo Mannucci Benincasa, il quale, benché a conoscenza del luogo ove Cauchi poteva essere tratto in arresto a Milano, non si era curato di avvertire la polizia giudiziaria.
Augusto Cauchi, giunto a Madrid, nonostante il suo passato ordinovista, si era aggregato al gruppo di Stefano Delle Chiaie partecipando probabilmente a numerose azioni contro militanti dell'E.T.A.
Anche dalla Spagna Augusto Cauchi aveva mantenuto i suoi rapporti con Gelli, ricevendo da quest’ultimo somme di denaro. Secondo i fuoriusciti italiani non era questa la prima volta in cui anche dalla Spagna erano avvenuti simili rifornimenti di denaro per i latitanti (dep. ORLANDO al G.I. di Bologna, 2.8.1993, f.2, vol.20, fasc.1).
Nel 1977 Cauchi, ormai venute meno le protezioni offerte dal regime franchista, aveva raggiunto il Cile, così come altri italiani, e si era messo al servizio della DINA, la polizia speciale del generale PINOCHET (int. VINCIGUERRA, 27.4.1993, f.1).
La latitanza di Augusto Cauchi è durata ben diciassette anni: nella primavera del 1993 è stato localizzato ed arrestato in Argentina.
Tuttavia la procedura di estradizione non ha avuto alcun esito e Cauchi, forse grazie a protezioni di cui ancora gode, non è stato consegnato alle Autorità italiane:è stato invece liberato nella primavera del 1995.
Dallo scorso anno è tornato LIBERO in Italia: la sua pena si è estinta poiché gli anni della sua latitanza hanno superato quelli della condanna!! Gli anni di condanna, circa 13, comprendono 5 anni per ricostruzione del partito fascista e sette e mezzo per associazione sovversiva e detenzione di armi.

Il libro di Fabilli e l’articolo del Corriere di Arezzo si collocano in un momento in cui nella nostra città si suona “Il Piave mormorava” il 25 aprile al posto di Bella Ciao, si dà agibilità ai gruppi neofascisti -considerati alla stregua di associazioni culturali-, la memoria non a caso è sempre più assente.

Dove vogliamo arrivare?

COORTINAMENTO ANTIFASCISTA ANTIRAZZISTA ARETINO

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