giovedì 8 gennaio 2015

Quando l'attivismo sociale paga. Il caso dell'amianto nelle tubature dell'acqua.

Gli auguri de La Città Invisibile e una buona notizia

Quando l'attivismo sociale paga. Il caso dell'amianto nelle tubature dell'acqua.

Volete un esempio recentissimo del perché è utile attivarsi per contrastare situazioni che vanno contro l'interesse collettivo? Eccolo. E' il “caso” sollevato non più di due mesi fa proprio su La Città invisibile sulla base delle ricerche di soggetti indipendenti come Medicina democratica e dei Movimenti per l'acqua bene comune.
Sulla base dei dati forniti dallo stesso gestore Publiacqua grazie ad un “accesso agli atti” previsto dalla legge, abbiamo pubblicato il numero di km di tubature (225) costruite con il pericoloso amianto che possono rilasciare fibre cancerogene nell'acqua che beviamo e le mappe dove sono ben evidenziate. Abbiamo pubblicato anche articoli di tecnici indipendenti che hanno analizzato la situazione da vari punti di vista.
E' nata in brevissimo tempo una rete di soggetti che hanno promosso la Campagna “No Amianto Publiacqua”; è stata lanciata una petizione che in 2 settimane ha raccolto più di 2.000 firme; sono state incalzate con numerosi comunicati e presìdi informativi le amministrazioni interessate; sono state presentate mozioni e interrogazioni in vari consigli comunali; sono state diffuse sui social media le argomentazioni per la richiesta di sostituzione delle tubature incriminate. Tutto questo senza strutture, protagonismi o 'cappelli politici' di nessun genere.
Né la Regione Toscana né l'Azienda Idrica Toscana costituita dai Comuni, enti preposti alla difesa della nostra salute, hanno potuto tacere di fronte al movimento “No Amianto” che si sta diffondendo. Ecco dunque un primo risultato: l'impegno pubblico - che noi monitoreremo da vicino -, a istituire controlli su campioni d'acqua per verificare se e in che misura vi siano fibre in amianto. Era l'ora, diciamo noi. Infatti dal 1996 vige un DM (14 maggio 1996) che impone una rapida sostituzione delle condotte con amianto e il controllo della presenza di fibre nell'acqua potabile. Nel '97 la ricerca finalizzata 377/a su ricerca fibre amianto in acqua toscane ha rilevato una contaminazione nel 24% dei campioni. Da allora nessun altro serio controllo è stato fatto.
Secondo risultato dell'impegno di chi si è attivato per contrastare un sistema piegato alle logiche del profitto:​ ​L'Autorità Idrica Toscana informa proprio oggi (23 dicembre) che "non ci saranno aumenti in bolletta per affrontare lavori di sostituzione delle reti in cemento-amianto [...] ogni intervento futuro in questo ambito rientrerà nel piano degli investimenti già previsti e concordati con i gestori del servizio idrico integrato." Con un risparmio netto a utenza di 182 euro circa.
Non possiamo che mettere in relazione questa posizione al fatto di aver messo in bella evidenza dati finora poco noti del bilancio Publiacqua: dal 2002 al 2010 Publiacqua ha ricavato dalle tariffe il 92% in più, cioè le ha quasi raddoppiate, ma ha diminuito gli investimenti del 16% (si noti che nel solo 2014 non ha realizzato 69 ml di euro di investimenti già caricati in bolletta), e ha aumentato a dismisura i profitti per i soci privati con il margine operativo lordo cresciuto del + 521%. E meno male che l'ingresso di soci privati nell'ente gestore avrebbe dovuto portare nuove risorse al territorio... tutto il contrario: sono aumentati solo i loro profitti. Ma adesso, dati alla mano, l'Ait ha dovuto smentire quanto minacciato in precedenza da Publiacqua e accettare la nostra richiesta che la sostituzione dei tubi non sia caricata in bolletta.
Terzo punto che abbiamo fatto risaltare riguarda la pericolosità delle fibre di amianto ingerite. Finalmente è stato dato rilievo alla Risoluzione del Parlamento Europeo del marzo 2013 che riconosce “fra i tumori causati dall'amianto anche quelli all'apparato digerente dovuti all'ingestione di fibre presenti in acqua contaminata”. Come anche agli studi di epidemiologi e medici indipendenti che dichiarano specifiche patologie cancerogene dovute all'ingestione di fibre di amianto. Si dica pure che i pareri accademici sono divisi tra chi dice che il pericolo è reale e chi sostiene che non ci sono evidenze scientifiche che di amianto ingerito si può morire: sarà bene che gli enti preposti applichino quel 'principio di precauzione' che serve giusto a evitare che le evidenze siano il numero di decessi. Non vogliamo fare da cavia per questa statistica!
Il movimento No Amianto nell'acqua potabile sta allargandosi ad altre zone, rafforzato dal contributo di ogni forma di attivismo sociale, dalla firma della petizione all'impegno a diffondere dati e consapevolezza di quale sia l'interesse della collettività- cioè la salute di noi tutti- fuori da logiche bottegaie e dai giochi di chi lucra sui profitti derivati dalle nostre bollette (ricordiamolo ancora: le più care d'Italia).
E' solo dalla conoscenza e dalla consapevolezza di quello che ci circonda che potremo difenderci dalle speculazioni che stanno alla base della gestione delle cose pubbliche. E mai scoraggiarsi, perché solo la nostra volontà di non subire può dimostrare che questo sistema basato sulle logiche del profitto non è affatto inattaccabile.
Troviamo i punti deboli e partiamo da quelli. Non saprei farvi un miglior augurio per il 2015!
Ornella De Zordo
laboratorio politico perUnaltracittà

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