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martedì 22 novembre 2011
STOP VIOLENZA CONTRO LE DONNE
25 novembre 2011 . Giornata Mondiale per la eliminazione della violenza sulle donne
STOP VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi a Bogotà nel 1981 si accettò la richiesta della delegazione della Repubblica Dominicana di rendere omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo proclamando il 25 novembre data internazionale della lotta contro la violenza sulle donne.
Il 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.
Da allora i movimenti delle donne e femministi in tutto il mondo hanno fatto di questa giornata occasione di lotta, di denuncia di divulgazione di dati e di contrasto a questo fenomeno che rivela nel suo manifestarsi globale la persistenza nelle varie società della oppressione patriarcale e del continuo costituirsi nel cuore della modernità capitalista di culture maschiliste e misogine, anche là dove si riconoscono formalmente democrazia e diritti universali, nel cuore della modernità capitalista:
• La violenza contro le donne è diffusa e non appare affatto in diminuzione. Nel mondo una donna su tre e in Europa una su 4 è stata sottoposta a violenza.
• Le donne subiscono violenza dagli uomini. Non tutti gli uomini naturalmente usano violenza contro le donne ma si tratta comunque di VIOLENZA di GENERE cioè violenza di uomini contro donne e bambine. Gli uomini usano per lo più la violenza per mantenere o rafforzare il loro potere nei riguardi delle donne o per riconquistare questo potere perduto.
• La violenza di genere é rimasta a lungo invisibile: avveniva nell'ombra e nella insignificanza penale, perché coincideva con i valori dominanti, le tradizioni e le leggi a tal punto da rendere il fenomeno un fatto naturale e normale! Ora è giudicata un crimine ma continua ad essere considerata dagli individui, dalle istituzioni sociali e dagli Stati come una questione circoscritta alla sfera privata, non un crimine di valenza pubblica.
• Le donne sono vittime di diverse forme di violenza soprattutto nella quotidianità, e nella vita domestica. La violenza contro le donne spesso è agita dal partner o da una persona famigliare, e questo fenomeno accade in tutti i gruppi sociali.
• La violenza contro le donne ha più facce: violazione del diritto all'autodeterminazione, matrimonio forzato, molestia fisica o psicologica, sfruttamento, umiliazione, discriminazione. E' molto alta la violenza contro le donne immigrate, che aggiunge una sofferenza in più agli ostacoli per abitare con pieni diritti nei confini d'Europa.
• Gli statuti e le regole delle religioni, in specie di quelle monoteiste, sono basati sul predominio maschile e, spesso, sulla violenza. Le donne sono considerate soggetti minori o, talvolta, oggetto del piacere e della volontà maschile. O sottoposte ai vari codici della famiglia. Subiscono la violenza e il potere del sacro e di leggi, tradizioni, pratiche costruite sulla sottomissione al genere maschile. Spesso tale sottomissione è presentata come naturale o voluta da Dio.
• Nelle le guerre moderne il 70%-80% di vittime sono civili, la maggior parte donne. Loro vengono torturate ed umiliate nei campi profughi e nelle prigioni. Loro sono sistematicamente stuprate con una pratica deliberatamente usata come arma in molti conflitti. Questo è il legame profondo fra militarismo ed oppressione patriarcale.
Per questo, come Partito della SE pretendiamo:
• La laicità come il fondamento di ogni stato e di ogni comunità sociale e politica. Ciò significa difendere i diritti di autodeterminazione della donna, contraccezione e libero aborto. In particolare lottiamo contro la pretesa del Vaticano di determinare le condizioni delle donne, di decidere sulla loro libertà, sulla loro sessualità e sulle libertà sessuali di gay, lesbiche e trans.
• La messa fuori legge e la punizione delle mutilazioni sessuali e del matrimonio forzato.
• L'approvazione e il perfezionamento in tutta Europa di leggi per porre fine alla violenza sulle donne e i loro bambini. Queste leggi devono avere al centro la prevenzione e la individuazione dei prodromi della violenza, insieme con un budget adeguato per aiutare le vittime della violenza di genere e garantire diritti pieni alle donne migranti senza riferimento al loro stato giuridico-amministrativo in Europa.
• Una limitazione e un controllo del possesso individuale delle armi, che spesso vengono usate contro le donne.
• I diritti delle donne non possono legittimare nuove guerre o leggi più restrittive sull'immigrazione.
• L'immediata conversione in legge nella UE di linee guida per il diritto alla cittadinanza di residenza per le vittime di traffico, da recepire nelle legislazioni nazionali.
Il Partito della Sinistra europea considera fondamentale non solo battersi per modificare le relazioni fra le classi, abolendo sfruttamento ed oppressione, ma ha come obiettivo la lotta contro la struttura patriarcale delle società e le conseguenze sociali e culturali che ne derivano. Nel fallimento del capitalismo neoliberista che si manifesta nella crisi economica sociale e culturale che aggredisce l'Europa si rinnova la occasione e la speranza che al posto della barbarie del profitto e del capitale ci sia l'impegno per la costruzione di una società socialista, rispettosa della natura e capace di determinare le condizioni per il compimento della rivoluzione delle donne. Il Partito della SE combatte la violenza sessista che origina dal machismo e dalla dominazione patriarcale.
Scopo della campagna è quindi l’eliminazione di tutte le forme di violenza sulle donne attraverso:
- il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani;
- il rafforzamento delle attività a livello locale ed internazionale contro questo tipo di violenza;
- la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia;
- dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo;
- il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di questo tipo di violenze.
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