Le ultime 24 ore per trovare i bidoni
Dopo una settimana di buio stasera terminano le ricerche. Pochissime le chances di rintracciare i 102 fusti mancanti
l’incidente della grimaldi
Dopo una settimana di buio stasera terminano le ricerche. Pochissime le chances di rintracciare i 102 fusti mancanti
l’incidente della grimaldi
da il Tirreno
di Giulio Corsi wLIVORNO Venerdì, aveva detto il capo delegazione di Castalia. Venerdì doveva essere il giorno giusto, quello in cui avrebbe potuto esserci un’idea chiara su come sarebbero andate a finire le operazioni di ricerca dei 102 fusti tossici fantasma. Venerdì è arrivato, e anche sabato. E l’idea non c’è. Anzi, magari non ci fosse. L’idea c’è, ed è negativa. «Abbiamo ancora due giorni e continuiamo il nostro lavoro secondo quello che è il programma nell’area individuata - dice Lorenzo Barone, il responsabile delle ricerche -. Per adesso non c’è traccia dei bidoni, ma 36 ore sono lunghe e poi non è detto che nel post processing non possano spuntare delle novità interessanti». Tutti lo sperano. Ma sembra quasi un ultimo scoglio a cui aggrapparsi prima di dire che quei bidoni sono introvabili: il post processing è un processo di miglioramento della qualità percepita di un video in riproduzione. Significa che le immagini dei fondali, registrate e controllate in diretta a bordo della nave Sentinel, vengono poi rivisitate. Così come vengono ricontrollati i risultati degli altri strumenti di bordo utilizzati per setacciare i fondali e individuarvi la presenza di qualcosa che potrebbe somigliare a un bidone. «D’altra parte - spiega Barone - da meno 450 metri fino a meno 700, cioè alle profondità in cui stiamo operando, solo gli strumenti ci informano se c’è qualcosa. L’esperienza umana è impossibilitata a dire un sì e un no». E infatti finora sono stati gli strumenti a dire no. Negli ultimi due giorni la ricerca si è spostata rispetto alla mappa che avevamo presentato sul giornale di giovedì. Si è spostata ad ovest, allontanandosi - magrissima consolazione - dalle nostre coste. Adesso la Sentinel è concentrata tra le 28 e le 39 miglia in linea d’aria da Tirrenia. Gli studi delle correnti nella notte del 17 dicembre e nei giorni seguenti portano a pensare che il carico di bidoni si sia spostato di molto verso ovest rispetto alla rotta dell’eurocargo Venezia, navigando dunque a lungo prima di depositarsi sui fondali. Ma dove siano andati a finire per adesso è un mistero. Se nella giornata di oggi non ci saranno novità, la fase di ricerca sarà interrotta come previsto dal cronoprogramma per dare modo di cominciare quella di recupero dei 95 fusti individuati e dei 20 sacchetti fuoriusciti e ripresi dalle telecamere nella zona dei fusti, 21 miglia al largo di Calambrone. Il recupero durerà almeno un mese: domattina la nave Sentinel farà rotta per Civitavecchia dove inizierà la mobilitazione della fase due, saranno caricati a bordo i cassoni stagni costruiti dalla ditta Impresub di Trento, che saranno poi testati in mare probabilmente nella giornata di mercoledì. Giovedì poi inizierà il delicatissimo intervento di recupero. Che per prima cosa svelerà finalmente le condizioni in cui si trovano i bidoni dopo 165 giorni vissuti a 430 metri di profondità. E soprattutto le condizioni in cui si trovano i veleni che vi sono (o vi erano?) contenuti.

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