lunedì 24 settembre 2012

NEL POLVERONE POLITICO NON MANCAVA CHE IL DEMAGOGO MATTEO RENZI


NEL POLVERONE POLITICO NON MANCAVA CHE IL DEMAGOGO
 MATTEO RENZI
CHI E’ QUESTO PERSONAGGIO LO CHIARISCE MEGLIO DI TUTTI
SILVIO BERLUSCCONI
Tempo fa ebbi a dire che nell’era della fantapolitica i demagoghi si rinnovano in continuazione. Chi non ricorda “Roma ladrona” della Lega e ancora più in alto e per un ventennio, sempre che sia finito, “il presidente operaio” Silvio Berlusconi, cui tanti italiani, fino al “bunga – bunga”, gli avevano dato fiducia. Di Pietro e Grillo alternano sprazzi di demagogia in un contesto, però, di verità e condivisione su quello che dicono. Il problema di Grillo e in parte anche di Di Pietro è che oltre loro spesso c’è il vuoto. Specie nelle periferie si trovano, loro malgrado, a imbarcare arrivisti pronti a cavalcare ogni opportunità, ma poi quando arrivano a occupare spazi di potere spesso si rilevano  incapaci, quando va di lusso. Dagli opportunisti si difendono male un po’ tutti i partiti, purtroppo anche quelli più a sinistra. Per questi ultimi va meglio perché i principi sono ancora parte importante dei loro programmi e del loro agire e di conseguenza è più difficile “mascherare”.

Tutto questo accade perché i “valori”, ereditati dalla rivoluzione francese, e dalle lotte proletarie del 900 sono continuamente sotto attacco. Quindi, progresso, onestà, giustizia sociale, ecc. ecc. non fanno più parte nemmeno dei programmi di certi partiti con radici di sinistra. Questo comporta il venir meno di quella fiducia di un tempo nei partiti e nei leader della sinistra. Lo “zoccolo duro” costituito da tanti militanti con le idee chiare faceva da barriera e al tempo stesso da avamposto nelle lotte per l’emancipazione. Il dramma si è verificato quando anche dalla sinistra e dai sindacati, il messaggio è arrivato confuso e contraddittorio, seminando sconcerto e sfiducia. Oggi si parla di “spread” si prendono per buoni i giochi perversi della finanza e si dice poco e niente si fa, in difesa dei diritti, del sociale, della sanità, della scuola pubblica e dei servizi in generale.  In qualche modo è messa in discussione la stessa democrazia.
In un clima si fatto, tra i demagoghi di turno fa buon viso anche il “rottamatore” Matteo Renzi. Questo personaggio oggi lodato anche da Berlusconi è ancora più insidioso perché in un momento in cui la gente è sfiduciata e frastornata, e questo accade anche nel mondo della sinistra, Renzi   porta la “buona novella”. Da buon imbonitore non scende mai nei dettagli di  cosa vorrebbe fare in concreto. Sta sul “generico” agitando l’ascia del rottamatore, strizzando gli occhi all’uomo di destra e, al tempo stesso, carpendo la buona fede di quello di sinistra. A destra in particolare, ma anche all’interno dello stesso PD, non si è perso tempo a riconoscerlo come persona che piace; soprattutto se riesce  davvero a portare avanti fino in fondo il processo di rottamazione del “vecchio”. Già!!! Ma cos'è quel vecchio a cui fa riferimento Renzi e seguaci ? Oggi lo chiarisce anche Berluscconi. Renzi vuole rottamare non quel vecchio-giovane di cui, peraltro, fa parte anche lui stesso insieme a  Veltroni, D’Alema, Franceschini, fino a Bersani; rottamatori anch’essi della migliore tradizione del PCI compresa l’eredità Berlingueriana? Renzi, quindi, pesca nell’ambiguo e nel malcontento con lo scopo preciso di rottamare quel poco di sinistra che è rimasto nel PD. Forse Renzi in questa tornata non ci riuscirà perché la provocazione è troppo evidente anche in un partito come il PD dove lo stato di “decomposizione” dei valori è in atto da tempo. Comunque anche se dovesse vincere Bersani alle primarie, Renzi ed i suoi seguaci  continueranno a logorare e massacrare il PD per impadronirsi degli spazi politici e alla fine anche del suo grande patrimonio immobiliare.  Tutto questo non può lasciare indifferente quei militanti soprattutto di base (anche se non più facente parte di quel partito come il sottoscritto) che a partire dal dopo guerra hanno partecipato con slancio e generosità e tanti sacrifici a quell’impegno politico straordinario, di autotassazione e di volontariato ( tra cui il servizio alle feste dell’Unità e l’immancabile diffusione domenicale del giornale del partito) per dare forza politica  e risorse finanziarie a quel vecchio PCI che per tanti anni è stato baluardo del sistema democratico e grande fautore dell’emancipazione delle masse meno abbienti.
24 settembre 2012                         Grazie per l’attenzione  -  Emiliano Favilla

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