Newsletter PRC n.116
Giavazzi fa i conti senza la democrazia di Felice Roberto Pizzuti - 05.09.12L'Ocse ha annunciato che rivedrà in negativo le previsioni: nella seconda parte del 2013 non ci sarà la ripresa prevista che dovrà essere rimandata almeno al 2014, cioè a 7 anni dall'inizio della crisi. Nel frattempo i dati sull'occupazione peggiorano dappertutto e ancor più nel nostro paese dove la disoccupazione giovanile ha superato il 35%. L'autunno sarà pesantissimo, non si vedono accenni di politiche volte a favorire la ripresa. Come era inevitabile, anche le economie emergenti, come quella cinese, stanno risentendo della crisi delle economie più avanzate e a nulla stanno servendo le loro politiche monetarie espansive in mancanza di una adeguata domanda interna capace di compensare il calo di quella esterna. D'altra parte, l'attenzione generale continua a concentrarsi sugli aspetti finanziari della crisi, certamente rilevanti, specialmente per l'abnorme rilievo assunto da questo settore che nei passati decenni ha progressivamente mutato il suo ruolo: dall'essere strumentale rispetto all'economia reale all'avere obiettivi fini e se stesso. Leggi tuttoQuando, come e perché s’impennò il debito pubblico di Domenico Moro - 05.09.12Nel 1981 la Banca d’Italia divorziò dal Tesoro e praticamente cessò di acquistare Titoli di Stato. Da allora essi vennero dati in pasto, con interessi crescenti, prima al mercato interno, e poi alla speculazione finanziaria mondiale. Perché questo avvenne? Quali le conseguenze? In questi giorni la stampa tedesca ha attaccato con forza Draghi. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, Holger Steltzner, lo ha accusato di voler trasferire alla Bce i metodi della Banca d’Italia. Questa sarebbe al servizio dello Stato, di cui alimenterebbe le casse. Se ora la Bce finanziasse i debiti statali acquistandone i titoli, scatenerebbe l’inflazione e aggraverebbe la crisi dell’eurozona. Come ha fatto notare anche il Sole 24ore, le critiche di Steltzner alla Banca d’Italia sono infondate. A partire dal 1981 la Banca d’Italia ( su decisione di Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi) ha “divorziato” dal Tesoro e non è più intervenuta nell’acquisto di titoli di Stato. Leggi tuttoUsano il panico da deficit per smantellare il sociale di Paul Krugman - 05.09.12L’AGENDA DELL’AUSTERITY“Il tempo giusto per le misure di austerità è durante un boom, non durante la depressione”. Questo dichiarava John Maynard Keynes 75 anni fa, ed aveva ragione. Anche in presenza di un problema di deficit a lungo termine (e chi non ce l’ha?), tagliare le spese quando l’economia è profondamente depressa è una strategia di auto-sconfitta, perché non fa altro che ingrandire la depressione. Allora come mai la Gran Bretagna (e l’Italia, la Grecia, la Spagna, ecc. NDR) sta facendo esattamente quello che non dovrebbe fare? Al contrario di paesi come la Spagna, o la California, il governo britannico può indebitarsi liberamente, a tassi storicamente bassi. Allora come mai sta riducendo drasticamente gli investimenti, ed eliminando centinaia di migliaia di lavori nel settore pubblico, invece di aspettare che l’economia recuperi? Leggi tutto Fava può vincere. Le cose che dicono di sì di Carmine Fotia - 05.09.12Claudio Fava può vincere in Sicilia? È la prima domanda cui deve rispondere chi ha sostiene la candidatura dell'esponente di Sel alla presidenza della Regione, anche perché in Sicilia si deve rispondere al coro che bolla come "populista" chiunque si differenzi dal conformismo emergenziale. Salvo poi scoprire che sono proprio i drop-outs a interpretare sentimenti dell'opinione pubblica che le oligarchie di partito non riescono ad avvertire. La prima ragione per cui Fava può vincere è che può ben rappresentare, come ha già fatto Orlando a Palermo, la voglia di rottura con il sistema di potere che opprime la Sicilia e contro il quale (lo ha ricordato Antonio Ingroia nel suo ultimo libro) ciclicamente la Sicilia si ribella, spezzando vecchie complicità che l'attraversano, se intravede una speranza radicale ma concreta. Leggi tuttoLa terza via di Sbilanciamoci di Giulio Marcon - 05.09.12Dalle discussioni estive sulle alleanze politiche in vista delle prossime elezioni e sulle prospettive di governo sta mancando completamento il merito: il programma e gli obiettivi che sarebbe necessario darsi per fronteggiare la crisi e avviare un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E scompaiono - dal dibattito politico - da una parte la società con le sue sofferenze e dall'altra i soggetti (il lavoro, i movimenti, la società civile) che dovrebbero essere il perno di un cambiamento radicale del paese. Leggi tuttoQuattro storie di ordinario precariato di Stefano Caselli, Emiliano Liuzzi e Elisabetta Reguitti - 05.09.12“L’Italia è una Repubblica fondata sulla speranza di lavoro”. Un’ipotetica assemblea costituente di giovani, oggi, il primo articolo della Costituzione probabilmente lo scriverebbe così. In cinque anni gli occupati sotto i 35 anni sono diminuiti del 20 %. Significa che sono 1.386.000 i ragazzi sotto i 35 anni che cercano un lavoro. Chi ha in tasca un diploma, una laurea o una specializzazione e non sa più a che porta bussare e chi un lavoro ce l’aveva ma lo ha già perso o prova a difenderlo con le unghie e i denti. Sono i figli che hanno la (quasi) certezza che ciò che avranno sarà meno di quello che hanno avuto i genitori, ma non solo: in questa Italia del 2012 anche essere figli minori diventa un handicap. Leggi tuttoMa quanto ci “costa” l’intesa col Pd! di Patrizia Sentinelli - 05.09.12“Ripareremo: mandaremo Prodi al Quirinale” ha detto Niki Vendola alla festa dell’Unità. Provo a replicare non per gusto della polemica, peraltro in questo periodo abusata da molti in politica, ma per difendere un passaggio particolamente delicato della storia della sinistra italiana e di Rifondazione Comunista che ha influito molto sulle scelte e sul carattere dell’opposizione al “pensiero unico” del centro sinistra che in quegli anni veniva a consolidarsi. Le parole di Vendola mi sono apparse non solo superficiali e gratuite ma, cosa più grave, ispirate a un bisogno di piacere, di farsi accettare proprio da quel popolo e da quei dirigenti che in quel tornante più ci hanno attaccato duramente e accusato in ogni modo e luogo per aver troncato l’esperienza che consideravano molto progressiva del governo Prodi. Leggi tuttoImu alla Chiesa, manca il decreto di ilfattoquotidiano.it - 05.09.12Lo scorso febbraio la questione sembrava risolta: anche la Chiesa, secondo quanto stabilito dal governo Monti, avrebbe pagato l’Imu. Esenti soltanto le scuole cattoliche non commerciali, aveva precisato il premier. Ma del provvedimento, che aveva ottenuto il via libera presso la commissione Industria del Senato, non c’è più traccia. Il decreto attuativo infatti, evidenzia Milano Finanza, era atteso lo scorso maggio, ma non è arrivato. E se anche entro gennaio non ci sarà, allora per il 2013 la Chiesa, a cui si aggiungono anche sindacati, fondazioni, partiti e associazioni, non dovrà pagare nulla. Leggi tuttoRadicalità e concretezza di Maria Grazia Meriggi - 05.09.12E' mancato a Milano lasciando un grande vuoto Edgardo Bonalumi, militante di lunga e tenace fedeltà della sinistra comunista cittadina e lombarda. In lui si riassumevano - un pò come nel suo grande amico Carlo Cuomo - le qualità così specifiche del quadro comunista della sua generazione: radicalità nell'analisi, concretezza nell'individuare gli spazi del possibile, estraneità al gesto retorico sovversivo, e una caratteristica spesso disconosciuta eppure così importante, l'autoironia che accompagnava un'etica di tenace fedeltà alle ragioni degli sfruttati e al loro assalto organizzato al cielo. Leggi tutto |
di Felice Roberto Pizzuti - 05.09.12L'Ocse ha annunciato che rivedrà in negativo le previsioni: nella seconda parte del 2013 non ci sarà la ripresa prevista che dovrà essere rimandata almeno al 2014, cioè a 7 anni dall'inizio della crisi. Nel frattempo i dati sull'occupazione peggiorano dappertutto e ancor più nel nostro paese dove la disoccupazione giovanile ha superato il 35%. L'autunno sarà pesantissimo, non si vedono accenni di politiche volte a favorire la ripresa. Come era inevitabile, anche le economie emergenti, come quella cinese, stanno risentendo della crisi delle economie più avanzate e a nulla stanno servendo le loro politiche monetarie espansive in mancanza di una adeguata domanda interna capace di compensare il calo di quella esterna. D'altra parte, l'attenzione generale continua a concentrarsi sugli aspetti finanziari della crisi, certamente rilevanti, specialmente per l'abnorme rilievo assunto da questo settore che nei passati decenni ha progressivamente mutato il suo ruolo: dall'essere strumentale rispetto all'economia reale all'avere obiettivi fini e se stesso.
di Domenico Moro - 05.09.12Nel 1981 la Banca d’Italia divorziò dal Tesoro e praticamente cessò di acquistare Titoli di Stato. Da allora essi vennero dati in pasto, con interessi crescenti, prima al mercato interno, e poi alla speculazione finanziaria mondiale. Perché questo avvenne? Quali le conseguenze? In questi giorni la stampa tedesca ha attaccato con forza Draghi. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, Holger Steltzner, lo ha accusato di voler trasferire alla Bce i metodi della Banca d’Italia. Questa sarebbe al servizio dello Stato, di cui alimenterebbe le casse. Se ora la Bce finanziasse i debiti statali acquistandone i titoli, scatenerebbe l’inflazione e aggraverebbe la crisi dell’eurozona. Come ha fatto notare anche il Sole 24ore, le critiche di Steltzner alla Banca d’Italia sono infondate. A partire dal 1981 la Banca d’Italia ( su decisione di Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi) ha “divorziato” dal Tesoro e non è più intervenuta nell’acquisto di titoli di Stato.
di Paul Krugman - 05.09.12L’AGENDA DELL’AUSTERITY
di Carmine Fotia - 05.09.12Claudio Fava può vincere in Sicilia? È la prima domanda cui deve rispondere chi ha sostiene la candidatura dell'esponente di Sel alla presidenza della Regione, anche perché in Sicilia si deve rispondere al coro che bolla come "populista" chiunque si differenzi dal conformismo emergenziale. Salvo poi scoprire che sono proprio i drop-outs a interpretare sentimenti dell'opinione pubblica che le oligarchie di partito non riescono ad avvertire. La prima ragione per cui Fava può vincere è che può ben rappresentare, come ha già fatto Orlando a Palermo, la voglia di rottura con il sistema di potere che opprime la Sicilia e contro il quale (lo ha ricordato Antonio Ingroia nel suo ultimo libro) ciclicamente la Sicilia si ribella, spezzando vecchie complicità che l'attraversano, se intravede una speranza radicale ma concreta.
di Giulio Marcon - 05.09.12Dalle discussioni estive sulle alleanze politiche in vista delle prossime elezioni e sulle prospettive di governo sta mancando completamento il merito: il programma e gli obiettivi che sarebbe necessario darsi per fronteggiare la crisi e avviare un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E scompaiono - dal dibattito politico - da una parte la società con le sue sofferenze e dall'altra i soggetti (il lavoro, i movimenti, la società civile) che dovrebbero essere il perno di un cambiamento radicale del paese.
di Stefano Caselli, Emiliano Liuzzi e Elisabetta Reguitti - 05.09.12“L’Italia è una Repubblica fondata sulla speranza di lavoro”. Un’ipotetica assemblea costituente di giovani, oggi, il primo articolo della Costituzione probabilmente lo scriverebbe così. In cinque anni gli occupati sotto i 35 anni sono diminuiti del 20 %. Significa che sono 1.386.000 i ragazzi sotto i 35 anni che cercano un lavoro. Chi ha in tasca un diploma, una laurea o una specializzazione e non sa più a che porta bussare e chi un lavoro ce l’aveva ma lo ha già perso o prova a difenderlo con le unghie e i denti. Sono i figli che hanno la (quasi) certezza che ciò che avranno sarà meno di quello che hanno avuto i genitori, ma non solo: in questa Italia del 2012 anche essere figli minori diventa un handicap.
di Patrizia Sentinelli - 05.09.12“Ripareremo: mandaremo Prodi al Quirinale” ha detto Niki Vendola alla festa dell’Unità. Provo a replicare non per gusto della polemica, peraltro in questo periodo abusata da molti in politica, ma per difendere un passaggio particolamente delicato della storia della sinistra italiana e di Rifondazione Comunista che ha influito molto sulle scelte e sul carattere dell’opposizione al “pensiero unico” del centro sinistra che in quegli anni veniva a consolidarsi. Le parole di Vendola mi sono apparse non solo superficiali e gratuite ma, cosa più grave, ispirate a un bisogno di piacere, di farsi accettare proprio da quel popolo e da quei dirigenti che in quel tornante più ci hanno attaccato duramente e accusato in ogni modo e luogo per aver troncato l’esperienza che consideravano molto progressiva del governo Prodi.
di ilfattoquotidiano.it - 05.09.12Lo scorso febbraio la questione sembrava risolta: anche la Chiesa, secondo quanto stabilito dal governo Monti, avrebbe pagato l’Imu. Esenti soltanto le scuole cattoliche non commerciali, aveva precisato il premier. Ma del provvedimento, che aveva ottenuto il via libera presso la commissione Industria del Senato, non c’è più traccia. Il decreto attuativo infatti, evidenzia Milano Finanza, era atteso lo scorso maggio, ma non è arrivato. E se anche entro gennaio non ci sarà, allora per il 2013 la Chiesa, a cui si aggiungono anche sindacati, fondazioni, partiti e associazioni, non dovrà pagare nulla.
di Maria Grazia Meriggi - 05.09.12E' mancato a Milano lasciando un grande vuoto Edgardo Bonalumi, militante di lunga e tenace fedeltà della sinistra comunista cittadina e lombarda. In lui si riassumevano - un pò come nel suo grande amico Carlo Cuomo - le qualità così specifiche del quadro comunista della sua generazione: radicalità nell'analisi, concretezza nell'individuare gli spazi del possibile, estraneità al gesto retorico sovversivo, e una caratteristica spesso disconosciuta eppure così importante, l'autoironia che accompagnava un'etica di tenace fedeltà alle ragioni degli sfruttati e al loro assalto organizzato al cielo. 
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