Newsletter PRC n.117
Una buona notizia di Loris Campetti - 06.09.12Un fantasma è pronto ad aggirarsi nei cieli della campagna elettorale prossima ventura. Non è il fantasma del comunismo ma quello del lavoro, cancellato, precarizzato, silenziato e svuotato dei diritti. Ciò avverrà grazie a un impegno che coinvolge molti soggetti e alla disponibilità che Antonio Di Pietro esprime sul nostro giornale a trasformare i due referendum sull'art.8 e sull'art.18 in una battaglia comune per il ripristino della democrazia nei luoghi di lavoro. Una sfida che vedrà protagoniste nella raccolta delle firme, insieme e con un comitato promotore ampio, le forze politiche, sindacali, editoriali, dell'intellettualità e dell'associazionismo impegnate nella difesa dei diritti dei lavoratori. Questo vuol dire che un'alleanza naturale, basata sul comune impegno per il ripristino della democrazia negata (almeno dagli ultimi due governi), imporrà all'attenzione di chi si presenterà alle elezioni un confronto di merito, concreto, sul lavoro. Come scrivono Di Pietro e Zipponi, che i Sì siano Sì e i No siano No. Leggi tuttoLavoro, la proposta della Fiom di Francesco Piccioni - 06.09.12La Fiom era circondata e doveva provare a uscire dall'angolo. Lo fa alla sua maniera, con intelligenza e determinazione, calcolando attentamente i rapporti di forza attuali, sul piano sindacale e su quello politico. Al di là delle frasi di circostanza, appare infatti chiaro che delle forze politiche convocate a giugno per sottoporre loro il problema della tutela del lavoro, soltanto l'Idv di Di Pietro e gli «extraparlamentari» di Rifondazione, ecc, sono praticamente pronti a mettere in piedi un'iniziativa referendaria (sulla maggioranza del parlamento attuale, e forse anche del prossimo, è bene fare non troppo conto) per annullare la cancellazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori e l'art. 8 della «manovra d'agosto» 2011, firmata da Maurizio Sacconi, che permette accordi aziendali in deroga ai contratti nazionali, alle leggi e forse anche ai dieci comandamenti. Leggi tuttoIl manifesto politico di Mario Draghi di Vladimiro Giacchè - 06.09.12È un segno dei tempi che sia un banchiere, anzi IL banchiere europeo per eccellenza, Mario Draghi, a proporre all’opinione pubblica europea il più importante manifesto politico di questi mesi. Perché l’articolo del presidente della BCE pubblicato sul settimanale tedesco “Die Zeit” (con un titolo cretino che la dice lunga sulle ossessioni monomaniacali dell’establishment di quel paese: “Così l’euro resta stabile!”) è un vero e proprio manifesto politico.Certo, tutti i commentatori sono andati a cercare, in fondo al testo di Draghi, le parole sulla BCE e su quello che intende fare per evitare l’implosione dell’area valutaria. E non sono stati delusi. Draghi infatti afferma, a beneficio dei lettori tedeschi, che la BCE “farà quanto necessario per garantire la stabilità dei prezzi. Resterà indipendente. Leggi tuttoLa sinistra compatibile di Nichi Vendola di Dino Greco - 06.09.12Se si sfronda l'albero delle chiacchiere che infestano il dibattito politico, si scopre che un disegno, nitido, si va affermando. Si è incaricato di portarlo alla luce Francesco Giavazzi attraverso un editoriale del Corrierone, dove si disvela lo scenario seguente. Poche storie – dice senza mezzi termini il guru bocconiano – se si vuole uscire dalle secche della crisi bisogna continuare, dopo Monti, la strada che Monti medesimo ha tracciato: chinarsi al volere dei mercati, “rassicurarli” - dice lui – e per farlo blindare le riforme che hanno illuminato la strategia del governo in carica. Giavazzi ne indica, a titolo esemplificativo, due: il taglio delle pensioni e l'introduzione dell'Imu, ma si capisce bene che l'elenco potrebbe continuare. Leggi tuttoLe donne e la crisi: una speranza nel buio di Linda Santilli - 06.09.12Il punto di partenza è la crisi. Il contesto di riferimento, per circoscrivere il campo, è l’Europa delle banche. La postazione specifica da cui osserviamo, in cui viviamo, è l’Italia del governo che risponde all’Europa delle banche. E l’epoca è quella di un in profonda metamorfosi economica, sociale, perfino antropologica avvenuta in questi anni, e di uno spaesamento conseguente complessivo per non saper più connettere i fili di quanto accade sotto i nostri occhi ed averne conoscenza piena per operare cambiamenti. Ma qui il nostro punto di partenza sono anche le donne. Vediamo perché. Leggi tuttoI bamboccioni salveranno l’Italia di Massimiliano Lombardo - 06.09.12Siamo quelli con meno di 40 anni, cresciuti tra Happy Days e Dawson’s Creek, che hanno nel fallimento il comune denominatore. La prima generazione dal dopoguerra a stare peggio dei propri genitori. I più formati che questo Paese abbia mai avuto, ma anche le risorse che meno ha utilizzato. Per non parlare dei debiti che gentilmente ci sono stati messi sulle spalle e che, nel caso riuscissimo a venire fuori dalle sabbie mobili, ci toccherà estinguere. Tanto per saldare il conto del benessere dei nostri carnefici. Noi che non andremo in pensione e che le parole “mettere su famiglia” o “avere un progetto di vita” ci paiono fantascientifiche. Siamo la Generazione Perduta, tanto per usare le parole del premier Mario Monti che qualche settimana fa, in barba ai proclami d’inizio mandato, ha ammesso di non poter far nulla per noi. Leggi tutto«Ora abbassiamo gli stipendi degli anziani» di Debora Billi - 06.09.12Tutto sempre in nome dei giovani, per carità. Invocando il bene di figli e nipoti, si dispongono i cittadini a sacrificarsi ancora. L'ultima del ministro Fornero (<-- fonte Sole24Ore-Radiocor), di cui collezioniamo le "perle", è la seguente: una proposta vòlta a settorializzare gli emolumenti per età. Una specie di gabbie salariali legate alla data di nascita anziché alla latitudine, insomma. Secondo la Fornero, gli over 50 guadagnano troppo e quindi con qualche tagliuzzino in busta paga i giovani se ne avvantaggerebbero. Come, non è chiaro. Soprattutto non è chiaro visto che i giovani guadagnano ancora stipendi da terzo mondo con contratti precari, e come al solito si procede a far stare peggio qualcuno con la vaga promessa di far stare meglio qualcun altro in un non precisato futuro. Leggi tuttoSyriza, una luce in Europa di Hilary Wainwright - 06.09.12Nella maestosa cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, la coalizione radicale di sinistra, apre il primo incontro dei suoi 71 deputati con il suo caratteristico mix di freddezza e giovialità. Nello stesso momento in tutto il paese gli attivisti organizzano assemblee di quartiere, aprono "cucine solidali" e bazar, lavorano in centri medici volontari, proteggono gli immigrati dagli attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha guadagnato il 7 per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza dentro il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12 organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di partito. Leggi tuttoLa Commissione COL sulla Siria di Marinella Correggia - 06.09.12Una soluzione negoziale alla tragedia siriana a partire dal cessate il fuoco è necessaria affinché abbia fine il bagno di sangue e il popolo siriano si possa esprimere sul proprio futuro in pace e senza ingerenze. Ma i piani di pace sono stati boicottati dalla partecipazione militare indiretta al conflitto da parte di potenze esterne, sotto forma di appoggio in armi, denaro, consiglieri militari, combattenti alle opposizioni armate nella loro lotta per il potere. Questa ingerenza che alimenta la violenza viene giustificata – da governi e dai media mainstream – dalla necessità di “aiutare i gruppi armati dell’opposizione a fermare i massacri del regime e a proteggere i civili”. Leggi tutto |
di Loris Campetti - 06.09.12Un fantasma è pronto ad aggirarsi nei cieli della campagna elettorale prossima ventura. Non è il fantasma del comunismo ma quello del lavoro, cancellato, precarizzato, silenziato e svuotato dei diritti. Ciò avverrà grazie a un impegno che coinvolge molti soggetti e alla disponibilità che Antonio Di Pietro esprime sul nostro giornale a trasformare i due referendum sull'art.8 e sull'art.18 in una battaglia comune per il ripristino della democrazia nei luoghi di lavoro. Una sfida che vedrà protagoniste nella raccolta delle firme, insieme e con un comitato promotore ampio, le forze politiche, sindacali, editoriali, dell'intellettualità e dell'associazionismo impegnate nella difesa dei diritti dei lavoratori. Questo vuol dire che un'alleanza naturale, basata sul comune impegno per il ripristino della democrazia negata (almeno dagli ultimi due governi), imporrà all'attenzione di chi si presenterà alle elezioni un confronto di merito, concreto, sul lavoro. Come scrivono Di Pietro e Zipponi, che i Sì siano Sì e i No siano No.
di Francesco Piccioni - 06.09.12La Fiom era circondata e doveva provare a uscire dall'angolo. Lo fa alla sua maniera, con intelligenza e determinazione, calcolando attentamente i rapporti di forza attuali, sul piano sindacale e su quello politico. Al di là delle frasi di circostanza, appare infatti chiaro che delle forze politiche convocate a giugno per sottoporre loro il problema della tutela del lavoro, soltanto l'Idv di Di Pietro e gli «extraparlamentari» di Rifondazione, ecc, sono praticamente pronti a mettere in piedi un'iniziativa referendaria (sulla maggioranza del parlamento attuale, e forse anche del prossimo, è bene fare non troppo conto) per annullare la cancellazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori e l'art. 8 della «manovra d'agosto» 2011, firmata da Maurizio Sacconi, che permette accordi aziendali in deroga ai contratti nazionali, alle leggi e forse anche ai dieci comandamenti.
di Vladimiro Giacchè - 06.09.12È un segno dei tempi che sia un banchiere, anzi IL banchiere europeo per eccellenza, Mario Draghi, a proporre all’opinione pubblica europea il più importante manifesto politico di questi mesi. Perché l’articolo del presidente della BCE pubblicato sul settimanale tedesco “Die Zeit” (con un titolo cretino che la dice lunga sulle ossessioni monomaniacali dell’establishment di quel paese: “Così l’euro resta stabile!”) è un vero e proprio manifesto politico.Certo, tutti i commentatori sono andati a cercare, in fondo al testo di Draghi, le parole sulla BCE e su quello che intende fare per evitare l’implosione dell’area valutaria. E non sono stati delusi. Draghi infatti afferma, a beneficio dei lettori tedeschi, che la BCE “farà quanto necessario per garantire la stabilità dei prezzi. Resterà indipendente.
di Dino Greco - 06.09.12Se si sfronda l'albero delle chiacchiere che infestano il dibattito politico, si scopre che un disegno, nitido, si va affermando. Si è incaricato di portarlo alla luce Francesco Giavazzi attraverso un editoriale del Corrierone, dove si disvela lo scenario seguente. Poche storie – dice senza mezzi termini il guru bocconiano – se si vuole uscire dalle secche della crisi bisogna continuare, dopo Monti, la strada che Monti medesimo ha tracciato: chinarsi al volere dei mercati, “rassicurarli” - dice lui – e per farlo blindare le riforme che hanno illuminato la strategia del governo in carica. Giavazzi ne indica, a titolo esemplificativo, due: il taglio delle pensioni e l'introduzione dell'Imu, ma si capisce bene che l'elenco potrebbe continuare.
di Linda Santilli - 06.09.12Il punto di partenza è la crisi. Il contesto di riferimento, per circoscrivere il campo, è l’Europa delle banche. La postazione specifica da cui osserviamo, in cui viviamo, è l’Italia del governo che risponde all’Europa delle banche. E l’epoca è quella di un in profonda metamorfosi economica, sociale, perfino antropologica avvenuta in questi anni, e di uno spaesamento conseguente complessivo per non saper più connettere i fili di quanto accade sotto i nostri occhi ed averne conoscenza piena per operare cambiamenti. Ma qui il nostro punto di partenza sono anche le donne. Vediamo perché.
di Massimiliano Lombardo - 06.09.12Siamo quelli con meno di 40 anni, cresciuti tra Happy Days e Dawson’s Creek, che hanno nel fallimento il comune denominatore. La prima generazione dal dopoguerra a stare peggio dei propri genitori. I più formati che questo Paese abbia mai avuto, ma anche le risorse che meno ha utilizzato. Per non parlare dei debiti che gentilmente ci sono stati messi sulle spalle e che, nel caso riuscissimo a venire fuori dalle sabbie mobili, ci toccherà estinguere. Tanto per saldare il conto del benessere dei nostri carnefici. Noi che non andremo in pensione e che le parole “mettere su famiglia” o “avere un progetto di vita” ci paiono fantascientifiche. Siamo la Generazione Perduta, tanto per usare le parole del premier Mario Monti che qualche settimana fa, in barba ai proclami d’inizio mandato, ha ammesso di non poter far nulla per noi.
di Debora Billi - 06.09.12Tutto sempre in nome dei giovani, per carità. Invocando il bene di figli e nipoti, si dispongono i cittadini a sacrificarsi ancora. L'ultima del ministro Fornero (<-- fonte Sole24Ore-Radiocor), di cui collezioniamo le "perle", è la seguente: una proposta vòlta a settorializzare gli emolumenti per età. Una specie di gabbie salariali legate alla data di nascita anziché alla latitudine, insomma. Secondo la Fornero, gli over 50 guadagnano troppo e quindi con qualche tagliuzzino in busta paga i giovani se ne avvantaggerebbero. Come, non è chiaro. Soprattutto non è chiaro visto che i giovani guadagnano ancora stipendi da terzo mondo con contratti precari, e come al solito si procede a far stare peggio qualcuno con la vaga promessa di far stare meglio qualcun altro in un non precisato futuro.
di Hilary Wainwright - 06.09.12Nella maestosa cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, la coalizione radicale di sinistra, apre il primo incontro dei suoi 71 deputati con il suo caratteristico mix di freddezza e giovialità. Nello stesso momento in tutto il paese gli attivisti organizzano assemblee di quartiere, aprono "cucine solidali" e bazar, lavorano in centri medici volontari, proteggono gli immigrati dagli attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha guadagnato il 7 per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza dentro il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12 organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di partito.
di Marinella Correggia - 06.09.12Una soluzione negoziale alla tragedia siriana a partire dal cessate il fuoco è necessaria affinché abbia fine il bagno di sangue e il popolo siriano si possa esprimere sul proprio futuro in pace e senza ingerenze. Ma i piani di pace sono stati boicottati dalla partecipazione militare indiretta al conflitto da parte di potenze esterne, sotto forma di appoggio in armi, denaro, consiglieri militari, combattenti alle opposizioni armate nella loro lotta per il potere. Questa ingerenza che alimenta la violenza viene giustificata – da governi e dai media mainstream – dalla necessità di “aiutare i gruppi armati dell’opposizione a fermare i massacri del regime e a proteggere i civili”. 
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