lunedì 24 settembre 2012

Uova e vernice nera contro Equitalia


Uova e vernice nera contro Equitalia 
In cento manifestano davanti alla sede dell’agenzia di riscossione. «La prossima volta cemento armato» 


da Il Tirreno

LIVORNO Cartelle esattoriali appallottolate e uova. Mancano pochi minuti alle 19 quando la protesta contro Equitalia tocca il suo punto più alto.
Qualcuno accende un fumogeno, mentre in cento cantano uno slogan dall’inquietante doppio senso “Equitalia strozzini di Stato, la prossima volta cemento armato”, e contro l’entrata dell’agenzia esattoriale piovono tre o quattro uova e una decina di palle di carta. A sorvegliare la situazione una ventina di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa, ma che la manifestazione non avrebbe creato problemi di ordine pubblico lo si poteva immaginare non solo dalle dichiarazioni della vigilia, ma soprattutto dalla composizione del corteo in cui spiccavano anche due famiglie con tanto di figli in passeggino. “Anticipato” dall’azione di giovedì pomeriggio, quando i rappresentanti del collettivo dell’Ex Caserma Occupata avevano murato simbolicamente l’entrata di Equitalia, la manifestazione di ieri ha voluto ribadire la rabbia dei partecipanti nei confronti dell’ente di riscossione. «I grandi evasori patteggiano ritrattando i loro debiti, mentre per pochi spiccioli i cittadini più deboli vengono taglieggiati da Equitalia - hanno scandito dal microfono gli antagonisti -. Serve un diritto all'insolvenza per chi ha perso il lavoro o ha redditi insufficienti per vivere. Ci sono famiglie che rischiano di vedersi pignorare la casa o fermare l’auto per una multa dimenticata o per un bollo non pagato. Se per problematiche sociali, quali ad esempio il problema degli sfratti, è stata parzialmente riconosciuta la figura del cosiddetto moroso incolpevole, cioè la persona che ha perso il lavoro e quindi il proprio reddito e non può pagare, per quanto riguarda i debiti contratti con lo Stato o con gli enti pubblici nessun passo avanti è stato fatto in questo senso». Il corteo si è radunato in piazza Cavour, proprio accanto alla zona in cui l’Amdo aveva organizzato il suo evento in favore del midollo osseo. I rappresentanti dell’Ex Caserma , organizzatori del presidio, hanno illustrato i motivi della protesta, poi hanno esposto un grande lenzuolo bianco con su scritto “Chiudere Equitalia” accanto a una serie di manifesti in cui campeggiava lo slogan “Ribellarsi per non suicidarsi”. Alle 18.30 in punto i cento si sono indirizzati verso via dell’Indipendenza dove quattro camionette delle forze dell’ordine erano in attesa da circa un’ora. Arrivati davanti all’entrata dell’agenzia i partecipanti sono stati invitati a mostrare le proprie cartelle esattoriali che poi, appallottolate, sono state lanciate contro la saracinesca, mentre partivano anche alcune uova con vernice nera. Da lì il corteo è ripartito, proseguendo in via Verdi davanti all’altra entrata di Equitalia e poi è tornato in piazza Cavour dove si è sciolto. Giulio Corsi

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