lunedì 30 settembre 2013

La soluzione della crisi sta nell’intervento decisivo del proletariato

La soluzione della crisi sta nell’intervento decisivo del proletariato

La crisi del governo di Letta-Alfano, imposto da Napolitano con la benedizione
di UE-BCE-FMI e Vaticano, precipita nello sfacelo del capitalismo italiano.

Il delinquente Berlusconi si è aggrappato all’aumento dell’IVA e ha ritirato i
suoi ministri per dare il colpo di grazia al governo di “larghe intese”. Una
mossa obbligata per cercare di salvare il suo impero economico dopo la
decisione di far decadere i parlamentari PdL e l’ultimatum di Letta. Una mossa
che mira a rendere più aggressivo il blocco reazionario.
Il PD pensa di raccogliere consensi e ricompattarsi in questa situazione, dopo
aver tradito la volontà popolare, formato una maggioranza e un governo
illegittimo col piduista di Arcore, cercato di scardinare la Costituzione e
accettato i diktat della Troika. Ma non potrà rifarsi una verginità sul
fallimento di questa politica.
Grillo e Casaleggio spargono illusioni elettoraliste per guadagnare altri
seggi e portare avanti il loro programma liberal-populista. Sono la carta di
riserva dei capitalisti di Cernobbio.
La crisi che si apre sul terreno della recessione e della devastazione
economica non è solo politica, ma istituzionale, di egemonia della borghesia.
E’ la crisi di un sistema agonizzante, in cui i governi non sono più
espressione del voto popolare e il presidente della Repubblica si trasforma in
un monarca a vita, che si regge su partiti in decomposizione e leggi
elettorali truffa, in cui il Parlamento è una pentola turbolenta, privato di
ogni potere, e la sovranità nazionale viene sostanzialmente azzerata su
materie fondamentali a causa degli eurotrattati.
Ora Napolitano in nome della “responsabilità” e per salvare l’ordine borghese
cercherà di formare un nuovo governo retto su maggioranze purchessia. I
“poteri forti” puntano a tirare avanti, approvare la legge di stabilità e
mandare su un altro governo antipopolare per salvare profitti, privilegi e
rendite.
Vi saranno pressioni e manovre per rafforzare il dominio del capitale
finanziario, favorire soluzioni ai danni del proletariato e delle masse
popolari, proseguendo il saccheggio sociale.
Si apre una partita in cui sarà decisivo il ruolo della classe operaia, che
non deve lasciarsi paralizzare dal riformismo e dagli opportunisti, né farsi
ingannare dai populisti, ma dar vita a un largo movimento di lotta per
rispondere colpo su colpo alle forze capitalistiche e reazionarie, spostare i
rapporti di forza in senso rivoluzionario, mettendosi alla testa del fronte di
tutti gli oppressi e gli sfruttati per far pagare la crisi a chi l’ha causata:
i capitalisti, i ricchi, i parassiti.
La situazione richiede la ripresa immediata e decisa dell’azione di classe. E’
importante partecipare in massa a manifestazioni e scioperi in programma ad
ottobre, per sbarrare la strada a soluzioni oligarchiche ed esigere con
l’unità popolare la fine della politica di austerità e di guerra, un
cambiamento profondo e radicale.
E’ ora di costruire Consigli e Comitati operai e popolari come ampi organismi
di lotta contro il capitalismo e di difesa degli interessi e delle libertà
della classe operaia e degli altri strati sociali colpiti dalla borghesia, in
radicale alternativa al parlamentarismo borghese.
La borghesia ha esaurito da tempo la sua funzione e non può farci uscire dalla
crisi. Può solo aggravare la miseria, ampliare la devastazione economica e
sociale, liquidare le libertà democratiche.
Bisogna farla finita con la dittatura dei monopoli. La classe operaia deve
avanzare con la lotta la sua alternativa di potere.
Ci vuole un Governo operaio, che emerga dalla lotta delle masse sfruttate e
oppresse, organizzata fuori da Montecitorio, per fare gli interessi vitali del
proletariato, dei lavoratori della città e della campagna, che non s’inchini
davanti ai “sacri” principi del capitalismo, ma sia deciso a sbaragliare la
borghesia e le forze reazionarie, a rompere con le catene e i vincoli dell’UE,
dell’euro, della Nato.
Per avanzare su questa strada è indispensabile un forte Partito comunista, che
guidi le masse nella lotta e nell’azione. Un Partito rivoluzionario del
proletariato che va costruito con l’unità dei sinceri comunisti e degli
elementi migliori del proletariato sulla base del marxismo-leninismo e
dell’internazionalismo proletario.
La riscossa di classe si misurerà con i progressi su questi fondamentali
terreni di lotta e di organizzazione!

30 settembre 2013               Piattaforma Comunista

----------------------------
www.piattaformacomunista.com


Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

Ultimo numero:

ViceVersa n.35

Post più popolari