lunedì 30 settembre 2013

Referendum su fusione comuni di San Piero a Sieve e Scarperia


Referendum su fusione comuni di San Piero a Sieve e Scarperia. Interrogazione di Monica Sgherri

Sgherri: “Necessaria informazione completa ai cittadini, anche sulla vicenda Pianvallico e sulle sue conseguenze”

Firenze, 30 settembre. Ci vuole un informazione completa ai cittadini, quindi anche in meritoconsistenza economica della sentenza della Corte d'Appello di Firenze che ha condannato il Comune di S.Piero a Sieve a corrispondere a privati quasi 13 milioni di euro per l'esproprio per la realizzazione del P.I.P. di Pianvallico che , se confermata dalla Cassazione, ricadrebbe con ogni probabilità sul Comune Unico, nonché chiarire cosa si intenda per “soggetti direttamente interessati” sui quali il Comune dovrebbe fare rivalsa. Tutto ciò perché i cittadini possano farsi un' opinione completa e compiuta al fine di esprimere con piena consapevolezza la loro preferenza in merito alla realizzazione del Comune unico in questione in occasione del referendum del prossimo sei e sette ottobre.” Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale spiega la ratio di fondo dell’interrogazione presentata oggi alla Giunta Regionale. 
Informazione completa – prosegue Sgherri - in vista del prossimo referendum sulla costituzione del Comune unico che li unirebbe. Completa significa che vengano debitamente informati anche del consistente ammontare di quanto si troverebbe probabilmente a pagare il nuovo soggetto unico se venisse confermata dalla Corte di Cassazione la sentenza della Corte d'Appello di Firenze n.1343/2008 che ha condannato il Comune di S.Piero a Sieve a corrispondere a privati quasi 13 milioni di euro per l'esproprio per la realizzazione del P.I.P. di Pianvallico . Si tratta di una cifra talmente consistente che annullerebbe con ogni probabilità tutti i vantaggi economici derivanti dagli incentivi alla fusione dei due comuni e che però non è riportata – a quanto risulta – nel materiale informativo che le Amministrazioni Comunali hanno inviato ai cittadini coinvolti dal referendum. Né è stato specificato cosa si intenda per “soggetti direttamente interessati” sui quali il Comune dovrebbe fare rivalsa e quindi le reali prospettive della stessa.
La Regione – che è soggetto il quale dovrà ratificare l’esito del referendum – agisca, conclude Sgherri - per contribuire a sanare questo vulnus di informazione, così che i cittadini medesimi possano avere una informazione tale da metterli in condizione di scegliere in sede di referendum sul Comune unico del prossimo ottobre con il quadro completo, e quindi in piena consapevolezza della situazione.


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